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Eni, tutti i piani anti-Russia sul gas

L'Italia ha ricevuto il primo carico di Gnl targato Eni dall'Angola, e altri dovrebbero arrivarne presto da Egitto e Algeria. Tutti i piani del Cane a sei zampe per sostituire il gas russo.

 

Domenica scorsa il rigassificatore di Panigaglia, in provincia della Spezia, ha ricevuto il primo carico di gas naturale liquefatto (GNL) di Eni proveniente dall’Angola, in Africa sud-occidentale.

ANGOLA, ALGERIA ED EGITTO

Lo scorso aprile il governo italiano, in cerca di fornitori di combustibile alternativi alla Russia, ed Eni avevano firmato una dichiarazione d’intenti sul gas con le autorità angolane: secondo le stime di Bloomberg, il paese potrebbe garantire 1,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno.

Entro fine ottobre dovrebbero venire consegnati ai terminali italiani anche altri carichi di GNL, provenienti stavolta dall’Algeria e dall’Egitto.

TUTTI I CALCOLI DI ENI SUL GNL

Stando a Eni, nel 2022 l’Italia riceverà 2,4 miliardi di metri cubi di GNL in più, provenienti per buona parte dall’Egitto, dall’Algeria e dall’Angola. Tra il 2023 e il 2024 i volumi arriveranno a 7 miliardi di metri cubi, fino a superare i 9 miliardi nell’inverno successivo.

L’accordo di fornitura con l’Algeria prevede l’aumento graduale dei volumi di gas esportati verso l’Italia attraverso il gasdotto TransMed fino a 9 miliardi di metri cubi l’anno nel 2023-2024. Quanto all’Egitto, Eni e la società egiziana EGAS si sono date l’obiettivo di incrementare la produzione e le esportazioni di gas verso l’Italia attraverso l’impianto di liquefazione di Damietta fino a 3 miliardi di metri cubi nel 2022.

LA VISITA DI DESCALZI IN CONGO

Il 1 ottobre l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, si è riunito con il presidente del Congo Denis Sassou Nguesso. I due hanno discusso anche di GNL: l’obiettivo è esportarne circa 1 miliardo di metri cubi nell’inverno 2023-2024 e un massimo di 4,5 miliardi all’anno a partire dall’inverno 2024-2025.

LA SOSTITUZIONE DEL GAS RUSSO

Attraverso i contributi dei paesi africani, Eni punta a sostituire completamente la quantità di gas che importa dalla Russia (21 miliardi di metri cubi) a partire dall’inverno 2024-2025.

Il successo del piano, però, dipende dall’entrata in funzione delle due navi rigassificatrici (FSRU) acquistate da Snam – la Golar Tundra e la BW Singapore – che aumenteranno la capacità italiana di importazione di GNL.

I RIGASSIFICATORI

La Golar Tundra possiede una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi all’anno. Entrerà in funzione – si stima – nell’aprile del 2023 e dovrebbe essere posizionata a Piombino, in provincia di Livorno: ci sono però forti proteste. Anche la BW Singapore ha una capacità di rigassificazione di 5 miliardi di metri cubi all’anno; verrà installata sul finire del 2024 a Ravenna.

I rigassificatori attualmente attivi in Italia sono tre: uno a terra a Panigaglia e due in mare, a Livorno e a Porto Viro. Le loro capacità di rigassificazione sono, rispettivamente, di 3,5, 3,7 e 8 miliardi di metri cubi all’anno.

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