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Israele Libano

Cosa fa (e cosa farà) Eni in Angola e Congo. L’ombra russa in Africa

Le missioni di Cingolani e Di Maio in Angola e Congo dovrebbero portare a nuovi accordi sul gas per Eni, utili alla sostituzione del combustibile russo. Mosca, però, è molto presente in Africa. Ecco numeri, stime, progetti e dettagli.

 

Cosa farà Eni in Angola e Congo?

Il piano del governo italiano per sostituire il gas naturale russo – attualmente quello prevalente sul totale importato, con una quota del 40 per cento circa nel 2020 – punta molto sull’aumento delle forniture dall’Africa, facendo leva sulla presenza di Eni in molti paesi del continente.

GLI ACCORDI DI ENI IN ALGERIA ED EGITTO

Nei giorni scorsi, per l’appunto, la società energetica ha prima firmato un accordo con l’Algeria per 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi di gas all’anno, entro il 2023-2024; e poi uno con l’Egitto per 3 miliardi di metri cubi di gas liquefatto entro il 2022 (volume che non verrà inviato solo in Italia, però). Ha anche intenzione di potenziare l’estrazione di gas in Libia, dove opera dal 1959.

CINGOLANI E DI MAIO IN ANGOLA E CONGO

Oggi, mercoledì 20 aprile, e domani, giovedì 21, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani visiteranno altri due paesi africani con l’obiettivo di stringere nuovi patti sul gas: l’Angola e il Congo. Il primo ministro Mario Draghi, risultato positivo al coronavirus, non parteciperà in presenza.

I VOLUMI DI GAS E IL RUOLO DI ENI

Stando alle fonti di Bloomberg, gli eventuali accordi in Congo e Angola potrebbero garantire all’Italia forniture ulteriori per – rispettivamente – 5 e 1,5 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Si tratta di volumi che, sommati a quelli già concordati con l’Algeria e l’Egitto, permetterebbero all’Italia di sostituire oltre la metà della quantità di gas importato dalla Russia entro l’inizio dell’anno prossimo.

COSA FA ENI IN ANGOLA

In Angola, un paese dell’Africa sud-occidentale, Eni ha prodotto 33 milioni di barili di petrolio e 600 milioni di metri cubi di gas nel 2020. Le attività estrattive si concentrano nell’offshore (in mare), anche in acque profonde, e in particolare nel blocco 15/06, del quale possiede una quota del 36,8 per cento: è qui che, nel 2020, è stato scoperto il campo di Agogo, con riserve stimate in 1 miliardo di barili di petrolio equivalenti.

I campi di Quiluma e Maboqueiro, in sviluppo, dovrebbero contenere riserve di gas per 42 miliardi di metri cubi all’anno, scrive il Corriere della Sera.

Eni, inoltre, partecipa con una quota del 13,6 per cento al consorzio Angola LNG che gestisce un impianto di liquefazione presso la città di Soyo: ha una capacità di 5,2 milioni di tonnellate di gas liquefatto all’anno. Nel 2020 la produzione in quota Eni nell’impianto è stata di circa 23mila barili di petrolio equivalente al giorno.

COSA FA ENI IN CONGO

In Congo, nell’Africa centro-occidentale, nel 2020 Eni ha prodotto 18 milioni di barili di petrolio e condensati e 1,4 miliardi di metri cubi di gas.

Come riportato da Energy Capital & Power, la società ha intenzione di attivare nel 2023 un progetto sul gas liquefatto in Congo, nel blocco Marine XII.  Il sito, si stima, raggiungerà una capacità di liquefazione di quasi 2 milioni di tonnellate all’anno. Il gas verrà destinato sia al consumo congolese, sia all’esportazione in forma liquefatta.

IL MOZAMBICO E L’ENI

Un altro paese da cui l’Italia potrebbe aumentare le importazioni di gas è il Mozambico, in Africa sud-orientale. Eni è presente dal 2006 e lo considera – così si legge sul sito dell’azienda – “uno tra i Paesi più promettenti del continente africano nel settore energetico”.

Eni è operatore nell’Area 4, nel bacino offshore di Rovuma, dove dal 2011 al 2014 ha scoperto risorse di gas nei giacimenti di Coral, Mamba e Agulha stimate in 2400 miliardi di metri cubi.

I progetti di Eni in Mozambico sul gas liquefatto sono due: Rovuma LNG, che attinge alle risorse di Mamba e dovrebbe entrare in funzione nel 2024, con capacità di 15,2 tonnellate di gas liquefatto all’anno; e Coral-Sul FLNG, un piattaforma galleggiante a Coral South dalla capacità di 3,4 milioni di tonnellate annue, prevista per il 2022.

LA PRESENZA DELLA RUSSIA

Come fa notare Domani, l’influenza politica e militare della Russia è però molto forte sia in Angola che in Mozambico. Tra Luanda e Mosca esistono legami risalenti al periodo della Guerra fredda: le élite politiche ed economiche angolane sono vicine ai russi, così come russi sono praticamente tutti gli istruttori delle forze armate.

Anche il Mozambico, si legge sul quotidiano, “è saldamente nella sfera d’influenza russa, l’esercito locale è affiancato dai mercenari russi di Wagner e – oltre a Total ed Eni – anche Rosneft è attiva nell’estrazione”.

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