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Governo

Stop Ue ai motori termici: fatti, critiche e amnesie del governo

I ministri Salvini e Urso criticano aspramente il voto del Parlamento europeo sul divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. Ma il governo Meloni era in carica quando il Consiglio ha raggiunto l'accordo, che gli europarlamentari hanno confermato. Tutti i dettagli.

 

“Il blocco della vendita di auto diesel e benzina dal 2035 votata in Europa è l’ennesima follia nel nome del fanatismo verde”, ha dichiarato ieri il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Matteo Salvini, commentando l’approvazione del Parlamento europeo al divieto di vendita di nuove automobili con motore a combustione interna nell’Unione europea a partire dal 2035. La norma ha l’obiettivo di favorire il raggiungimento degli obiettivi comunitari sulla riduzione delle emissioni, favorendo la transizione ai veicoli elettrici.

L’UE CONSEGNERÀ L’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA ALLA CINA, DICE SALVINI

“Questo provvedimento”, ha proseguito Salvini, “metterebbe a rischio il posto di centinaia di migliaia di lavoratori, consegnando la produzione di un’intera industria alla Cina, il più grande paese inquinante al mondo”.

Il ministro si riferisce al fatto che la Cina è la maggiore produttrice al mondo di batterie (vale da sola il 77 per cento della manifattura globale di celle; l’Europa appena il 7 per cento), oltre che la più grande raffinatrice dei metalli di base come il litio (58 per cento), il cobalto (65 per cento) o la grafite (71 per cento).

Salvini ha fatto sapere che convocherà al suo ministero “le aziende produttrici, sindacati e associazioni per stabilire una strategia per fronteggiare questa pazzia: non si lotta per l’ambiente togliendo il lavoro agli italiani”. La casa statunitense Ford ha annunciato recentemente che licenzierà 3800 dipendenti in Europa per adeguarsi alla mobilità elettrica: essendo dotate di meno componenti, infatti, le vetture elettriche non richiedono la stessa quantità di manodopera di quelle a benzina o gasolio.

NON BISOGNA SOSTITUIRE LA DIPENDENZA DALLA RUSSIA CON LA DIPENDENZA DALLA CINA, DICE URSO

Secondo Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, il divieto europeo alle auto con motore a combustione interna “è il frutto a mio avviso di una visione miope, ancora ideologica, che prescinde dalla realtà, come se nulla fosse accaduto nel frattempo”.

“La guerra della Russia”, ha dichiarato alla Stampa, “dovrebbe averci insegnato qualcosa. Non si può dipendere da altri: ieri dalle fonti fossili russe, oggi dalla tecnologia green cinese. Per non citare la dipendenza dalle terre rare. Dobbiamo avere una visione più adeguata alla realtà, per cambiarla davvero, innovando senza distruggere”.

LA NEUTRALITÀ TECNOLOGICA

Urso ha detto che il governo di Giorgia Meloni è “assolutamente” convinto della necessità di raggiungere gli obiettivi sulle emissioni nei tempi stabiliti, “ma occorre graduare meglio le tappe ed essere più flessibili nelle modalità: per esempio per quanto riguarda l’uso del biocombustibile, poi del biometano, quindi dell’idrogeno”.

In sostanza, il ministro si appella al principio della neutralità tecnologica, secondo il quale bisogna prendere in considerazione tutte le tecnologie disponibili per la decarbonizzazione, e non solo alcune (la generazione elettrica da fonti rinnovabili, in questo caso). “L’elettricità”, ha proseguito infatti Urso, “non è una religione ma una tecnologia, e noi dobbiamo avere un approccio neutrale sulla tecnologia da usare”.

Chicco Testa, presidente di Assoambiente, ha scritto a questo proposito che “con il bando dei motori termici dal 2035 la UE rinuncia al principio della neutralità tecnologica. Il punto diviene non la riduzione delle emissioni ma la scelta di questa o quella tecnologia. In questo modo si ostacola ricerca scientifica e tecnologica”.

– Ascolta il podcast: Perché critico il bando Ue alle auto diesel e benzina. Parla Chicco Testa

CHI C’ERA AL GOVERNO QUANDO L’UE HA TROVATO L’ACCORDO SUL DIVIETO ALLE AUTO A BENZINA E GASOLIO?

Nonostante le dichiarazioni molto critiche di Salvini e Urso nei confronti del divieto europeo alle auto a benzina e gasolio, è stato proprio il governo Meloni a raggiungere l’accordo con il Consiglio europeo sulla riduzione al 100 per cento delle emissioni per le nuove autovetture dal 2035. (che dunque mette fuori mercato i motori a combustione interna).

L’accordo con il Consiglio europeo – che il Parlamento europeo, martedì, ha approvato – è stato raggiunto il 27 ottobre 2022. Il governo Meloni è in carica dal 22 ottobre, peraltro in continuità con il precedente esecutivo di Mario Draghi: Gilberto Pichetto Fratin, oggi ministro dell’Ambiente, era già viceministro al ministero dello Sviluppo economico, occupandosi di automotive; Giancarlo Giorgetti, oggi ministro dell’Economia, era ministro dello Sviluppo economico.

L’iter legislativo, comunque, non si è concluso: dopo il voto finale al Parlamento, e prima della pubblicazione sulla gazzetta ufficiale del testo, il Consiglio europeo dovrà approvarlo formalmente. È probabile che lo farà, essendosi già espresso in questo senso.

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