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Confindustria Carlo Bonomi

Possibili sospensione Ets e tetto al prezzo del gas chiesti da Confindustria?

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, chiede al governo di contrastare il caro energia attraverso tre misure: lo sganciamento dei prezzi di elettricità e gas, il tetto nazionale ai prezzi del gas e la sospensione delle quote di emissione. Tutti i dettagli

 

Intervistato dal TG1, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha chiesto un intervento del governo per contrastare l’aumento dei prezzi del gas naturale, che sta minacciando la competitività – e forse la sopravvivenza – in particolare delle aziende italiane più energivore (ceramica e a metallurgia, ad esempio).

LO SCORPORO ELETTRICITÀ-GAS E IL TETTO AL PREZZO

Bonomi ha proposto di “sganciare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas”, come detto peraltro dallo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi, durante il suo intervento al Meeting di Rimini. E di istituire un tetto al prezzo del gas: “se non viene fatto a livello europeo”, ha precisato, “deve essere realizzato a livello nazionale”.

Ma replicare in Italia il price cap introdotto dal governo spagnolo potrebbe non essere possibile. Come spiegato da Sergio Giraldo, manager del settore energetico, infatti, “il requisito essenziale di questo meccanismo [quello spagnolo, ndr] è però il sostanziale isolamento elettrico della penisola iberica, che evita influenze sui prezzi degli altri paesi”. “Se questo sistema”, ha proseguito, “fosse applicato all’Italia, che ha interconnessioni con Grecia, Slovenia, Austria, Svizzera e Francia, considerato l’algoritmo che calcola i prezzi, nelle zone di confine risulterebbero incentivi ad esportare energia dall’Italia, vanificando il cap stesso”.

Il coordinamento a livello europeo sembra essere necessario, insomma, come riconosciuto dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani.

SOSPENDERE L’ETS

Il presidente di Confindustria ha parlato anche della necessità di “una sospensione temporanea dei certificati ETS e bisognerebbe riservare una quota della produzione delle energie rinnovabili a costo amministrato alle aziende manifatturiere”.

CHE COS’È L’ETS

L’ETS (Emission Trading System) è il sistema europeo per lo scambio delle quote di emissione di anidride carbonica. L’Unione – in breve – ha creato un mercato nel quale si fornisce alle aziende un certo numero di “permessi di inquinamento” all’anno, che non devono sforare. Il numero dei permessi (o quote) si riduce nel tempo, facendo salire il prezzo del carbonio; le aziende meno inquinanti possono vendere le proprie quote inutilizzate a quelle che altrimenti supererebbero la soglia massima e verrebbero sanzionate.

L’intero sistema serve a rendere sconveniente l’utilizzo di energia prodotta da fonti fossili (carbone, petrolio, gas naturale) e incentivare il passaggio a forme di energia più pulite (come quelle rinnovabili).

LE ENTRATE PER GLI STATI

Il sistema di compravendita delle quote di CO2, spiega ha spiegato Guido Salerno Aletta, “rappresenta una forma di tassazione ambientale, in base al principio di proporzionalità e di corrispettività secondo cui ‘chi più sporca, più paga’”.

In sostanza, ogni impianto di generazione di energia elettrica possiede un suo coefficiente di emissione di CO2 per ogni kilowattora prodotto. Questo coefficiente è molto alto per le centrali a carbone e a olio combustibile (due fonti fossili particolarmente inquinanti); è mediamente alto per le centrali a gas naturale; è molto basso o nullo per gli impianti rinnovabili e nucleari.

Per questo motivo, ogni stato dell’Unione europea incassa proventi maggiori o minori dalla vendita delle quote di emissione a seconda della fonte di energia più utilizzata per la produzione di energia elettrica. Nei mesi scorsi il governo Draghi ha attinto proprio ai ricavi delle aste delle quote di emissione di CO2 per il finanziamento delle misure contro il caro energia.

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