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Europa Gas

Caro bollette? Colpa di Bruxelles, ecco perché. L’analisi di Tabarelli (Nomisma Energia)

L'economista Tabarelli accusa l'Unione europea di aver diffuso l'idea di una transizione ecologica "facile". Ecco perché

 

Quali sono i motivi del caro bollette?

Davide Tabarelli, professore di economia all’Università di Bologna e presidente della società di ricerca energetica Nomisma Energia, ha pubblicato oggi un commento sul quotidiano La Stampa in merito alla crisi dei prezzi dell’energia: un problema internazionale ma grave soprattutto in Europa; in Italia, nel primo trimestre del 2022, la bolletta dell’elettricità aumenterà del 55 per cento e quella del gas del 41,8 per cento.

COLPA DELLA TRANSIZIONE ECOLOGICA?

Tabarelli ha accusato la politica italiana ed europea per aver “posto la transizione ecologica alla base dei loro programmi” e averla presentata come “facile” ai cittadini. “Ci portino loro quest’inverno le rinnovabili che dovrebbero far crollare i prezzi del gas e dell’elettricità”, aggiunge, riferendosi ai costi molto alti del gas naturale e dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso europeo.

La transizione ecologica prevede, nell’ottica di un abbattimento progressivo delle emissioni di gas serra fino allo zero netto, un distacco dai combustibili fossili (come il gas, spesso utilizzato per produrre energia elettrica) in favore di un maggiore utilizzo di fonti rinnovabili (come l’eolico e il solare).

IL CARBONE E IL GNL AMERICANO

“La soluzione sarebbe quella di fare andare al massimo la capacità a carbone, invece, con entusiasmo, in Italia è stata appena annunciata la chiusura di La Spezia e di Fusina. Nel frattempo la Germania, nonostante i Verdi al governo, ha aumentato i consumi di carbone del 30% quest’anno. Se ora arriva in Europa nuovo gas dagli Usa è perché in Asia se ne consuma meno”.

Molte navi americane cariche di gas liquefatto, infatti, si stanno dirigendo verso l’Europa, attratte dalle maggiori possibilità di guadagno rispetto all’Asia: i paesi della regione – e in particolare quelli nella porzione nordorientale, come il Giappone – ne hanno già acquistato in grandi quantità, garantendosi scorte sufficienti per l’inverno.

LA PROPOSTA DI TABARELLI

Tabarelli invita la Commissione europea a “forzare la Germania a dare il via libera al Nord Stream 2 e proporre ai singoli Paesi un allentamento dei vincoli ambientali sulle emissioni di CO2, per permettere il consumo di combustibili diversi dal carbone”. L’economista esperto di energia critica in particolare Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue, per il Green Deal (il piano dell’Unione per l’energia e il clima), per la sua “soddisfazione nel vedere i prezzi alti dell’energia, perché così si accelera l’abbandono dei combustibili fossili”.

Il Nord Stream 2 è il gasdotto diretto tra la Russia e la Germania, che farebbe aumentare la disponibilità di gas in Europa e abbassarne i prezzi. Molti temono però che l’infrastruttura rappresenti un’arma geopolitica nelle mani di Mosca, che le permetterà di aumentare la sua influenza sull’Europa (ne è già la prima fornitrice di gas, con una quota del 40 per cento circa) e di marginalizzare l’Ucraina (un paese che il Cremlino ha interesse a isolare dall’Occidente; per il suo territorio passano le principali condotte russe che arrivano in Europa).

Come spiegava il Guardian, le autorità della Germania chiedono che Nord Stream AG, il consorzio che gestisce il gasdotto e che è registrato in Svizzera, trasferisca i suoi asset e il suo bilancio in una sussidiaria tedesca. Per questo motivo hanno sospeso il processo autorizzativo.

NUCLEARE? NO, SECONDO TABARELLI

Sul ruolo del nucleare come rimedio a possibili shock energetici in un futuro decarbonizzato, Tabarelli si è già mostrato scettico. “Ci sono stati due referendum, e soprattutto c’è un problema di fondo che è sempre stata l’incapacità dell’Italia di gestire sistemi complessi, come invece ad esempio sa fare la Francia”, afferma. “Dovremmo essere onesti e riconoscere che non ce la faremmo”.

RITORNO ALLE TARIFFE AMMINISTRATE

L’analista propone piuttosto di “tornare alle tariffe amministrate, cioè stabilite dalla mano pubblica. Ma a Roma e a Bruxelles dicono che quella a cui stiamo assistendo è una normale manifestazione del libero mercato, e che si aggiusterà tutto automaticamente”.

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