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Il Gnl americano scalderà l’Europa?

Almeno quindici navi cariche di GNL dagli Stati Uniti sono dirette in Europa e potrebbero alleviarne la crisi energetica. I prezzi del gas nel Vecchio continente hanno superato anche quelli in Asia. Tutti i dettagli.

 

Ci sono quindici navi cariche di gas naturale liquefatto (GNL) americano in viaggio sull’oceano Atlantico. Sono dirette in Europa, dove la crisi dei prezzi dell’energia – del gas, innanzitutto – ha attirato gli esportatori solitamente concentrati sui più redditizi mercati asiatici.

COSA SI PREVEDE

Il loro numero sembra peraltro destinato ad aumentare ancora (solo mercoledì scorso erano dieci, stando ai dati di Bloomberg). Ci sono undici metaniere statunitensi in viaggio che, benché non abbiano dichiarato ufficialmente le loro destinazioni, molto probabilmente faranno rotta verso il Vecchio continente. Una di queste è la Minerva Chios di Cheniere – la principale azienda esportatrice di Gnl negli Stati Uniti -, che ha lasciato il terminal di Sabine Pass a metà novembre per l’oceano Indiano; ma la settimana scorsa ha deviato il suo percorso verso l’Europa.

CAUSE E CONSEGUENZE

Il motivo è economico: i prezzi del gas naturale in Europa sono altissimi. Martedì scorso nei Paesi Bassi, benchmark per il mercato regionale, hanno raggiunto il valore record di 171,40 euro per megawattora; dall’inizio dell’anno sono aumentati all’incirca del 600 per cento.

Tra pandemia e pressioni russe, le cause della crisi energetica sono molte. Le più recenti, che hanno aggravato un quadro già molto complicato, sono due: lo stop ai reattori nucleari in Francia e la bassa generazione energetica dei parchi eolici in Germania per scarsità di vento. Per garantire le forniture di elettricità e soprattutto il riscaldamento delle popolazioni nella stagione fredda, in molti paesi si è così deciso di riattivare le centrali a carbone (anche in Italia) e addirittura di bruciare il petrolio (fatto raro).

COME VA IL PREZZO DEL GAS IN EUROPA

Le notizie dell’arrivo del GNL americano hanno dato un po’ di sollievo al mercato europeo e fatto calare i prezzi del gas. Che restano comunque alti, perfino più di quelli asiatici, dove solitamente le metaniere si dirigono perché attirate dai profitti maggiori: tra martedì e mercoledì il gas naturale nell’Europa nordoccidentale – indica Bloomberg – si scambiava a circa 57,54 dollari per milione di Btu, ben 24 dollari in più rispetto all’Asia. Il confronto con il gas venduto negli Stati Uniti – che possono però contare su una forte produzione domestica – è ancora più sorprendente: il benchmark europeo era quattordici volte superiore al riferimento americano (l’Henry Hub).

A QUANTO AMMONTA IL GNL DAGLI STATI UNITI

Le dieci metaniere americane dirette con certezza in Europa (Francia, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito, Malta) trasportano insieme 1,6 milioni di metri cubi di Gnl Un’altra ventina di navi che potrebbero fare rotta per l’Europa ne contengono complessivamente altri 3,3 milioni. La maggior parte dei carichi sono partiti dal terminal di esportazione di Sabine Pass di Cheniere.

LA SITUAZIONE IN ASIA

Il Gnl americano può dirigersi in Europa perché nei mesi scorsi i paesi asiatici – in particolare quelli nella porzione nordorientale, come il Giappone – ne hanno acquistato in grandi quantità, garantendosi scorte sufficienti per l’inverno; l’Europa, al contrario, ha bisogno di energia.

L’inverno asiatico, peraltro, si sta rivelando finora mite. Nel Vecchio continente invece le temperature sono in netto calo, facendo aumentare la domanda energetica per il riscaldamento delle case.

La situazione in Europa è talmente critica e offre tali vantaggi che alcuni governi asiatici stavano prendendo in considerazione l’idea di rivendere sul mercato europeo il GNL che avevano importato. È una possibilità che si è tuttavia poco probabile, visto l’arrivo dei carichi americani.

COSA POTREBBE CAMBIARE

Il Gnl degli Stati Uniti allenterà la crisi energetica in Europa. Ma potrebbe trattarsi di un sollievo temporaneo. Se da gennaio, per esempio, le temperature dovessero farsi rigide in Asia – in Cina già si prevedono ondate di freddo nelle regioni centrali e orientali -, la regione tornerà ad acquistare gas e gli esportatori americani potrebbero tornare a dirigersi lì.

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