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Sciopero Boeing

Tutte le conseguenze del maxi sciopero per Boeing

Venerdì sera i lavoratori della Boeing sono entrati in sciopero, il primo indetto da dipendenti dal 2008, dopo aver rifiutato la proposta di rinnovo del contratto appena scaduto, che prevedeva un aumento del salario del 25%.

Braccia incrociate per oltre 30mila dipendenti del colosso aerospaziale Boeing.

Il 13 settembre i lavoratori degli stabilimenti del nell’area di Seattle, sulla Costa ovest degli Stati Uniti, sede della maggior parte della produzione di aerei commerciali della Boeing, hanno proclamato lo sciopero, dopo aver votato per il 95% contro il contratto negoziato dai vertici dell’azienda.

Lo storico sciopero, iniziato venerdì notte, coinvolge circa 33mila lavoratori ed è il primo indetto da dipendenti di Boeing dal 2008; giunge a un mese dalla nomina del neo ceo Kelly Ortberg, che ha promesso di ripristinare la fiducia nella compagnia dopo i disastri e gli incidenti di volo che hanno visto protagonisti aerei di linea Boeing negli ultimi anni.

Il produttore di aerei americano è già sotto esame delle autorità dopo lo scoppio della porta del 737 Max 9 durante il volo 1282 dell’Alaska Airlines lo scorso 5 gennaio e Boeing sta perdendo un sacco di soldi e la fiducia dei consumatori nel frattempo.Da quell’incidente, il prezzo delle azioni Boeing è crollato del 37%, rispetto a un aumento del 7,7% nell’indice Dow blue-chip. Venerdì le azioni della società sono scese del 3,7%.

La mobilitazione comporta il blocco della produzione degli aeromobili più venduti della compagnia tenendo conto che la Federal Aviation Administration (Faa) statunitense ha già limitato la produzione del gruppo a 38 737 Max al mese. Senza dimenticare che una lunga pausa nella produzione di aerei peserebbe anche sulle compagnie aeree che volano con i jet Boeing (vedasi le recenti polemiche del ceo di Ryanair), e sui fornitori che producono parti.

Da parte sua, Boeing ha dichiarato di restare “impegnato” nei negoziati che riprenderanno domani secondo quanto dichiarato dal sindacato.

Tutti i dettagli.

LA PROPOSTA DI ACCORDO

La proposta prevedeva un aumento salariale del 25% fino al 2027 (mentre i dipendenti chiedevano un aumento del 40%), un bonus di 3.000 dollari e l’impegno di costruire nel comprensorio di Seattle il nuovo aereo commerciale che Boeing vorrebbe avviare entro il 2028. Non solo, l’accordo provvisorio prometteva ai membri del sindacato più voce in capitolo su questioni di sicurezza e qualità della società.

RESPINTA DAI SINDACATI

I lavoratori della Boeing nella regione di Seattle, organizzati all’interno dell’International Association of Machinists and Aerospace Workers (IAM – nella foto) hanno votato al 96% a favore dello sciopero e al 94,6% per respingere l’accordo. Il sindacato, che rappresenta circa 33.000 lavoratori nel Pacifico nordoccidentale, inizialmente aveva sostenuto l’accordo.

COSA AVEVA DETTO IL CEO ORTBERG

“Uno sciopero metterebbe a repentaglio la nostra ripresa condivisa, erodendo ulteriormente la fiducia dei nostri clienti”, aveva affermato Kelly Ortberg in un messaggio ai dipendenti prima del voto.

COSA SUCCEDERÀ ORA?

Uno sciopero alla Boeing “potrebbe durare a lungo” poiché i lavoratori sono fiduciosi di poter ottenere maggiori aumenti salariali e una pensione migliore, ha affermato il leader sindacale Jon Holden in un’intervista alla National Public Radio (NPR) sabato.

Già domani Boeing e i negoziatori sindacali dovrebbero tornare al tavolo delle trattative, in colloqui supervisionati dai mediatori federali degli Stati Uniti.

LE CONSEGUENZE DELLO SCIOPERO PER BOEING

Nel frattempo, lo sciopero chiuderà due importanti stabilimenti di assemblaggio di aerei nella regione di Puget Sound e paralizzerà la produzione dei cargo 737, 777 e 767, le cui consegne stanno già subendo ritardi.

Sempre venerdì il direttore finanziario di Boeing ha ammesso che la mobilitazione renderà “più difficile per il costruttore di aerei raggiungere l’obiettivo di produzione del 737 Max e stabilizzare la sua catena di approvvigionamento”.

Alla Morgan Stanley Laguna Conference il Cfo di Boeing Brian West ha ammesso che lo sciopero è “deludente”, “perché le cose stavano iniziando a muoversi nella giusta direzione”. “Stiamo lavorando su ogni leva responsabile per fare ciò che è giusto per risparmiare denaro”, ha precisato West. “La nostra aspettativa, e non ho una tempistica, è di voler tornare al tavolo e concludere un accordo”.

IL COMMENTO DEGLI ANALISTI

Secondo una nota della banca d’affari TD Cowen, uno sciopero di 50 giorni potrebbe costare alla Boeing una cifra stimata tra i 3 e i 3,5 miliardi di dollari di flusso di cassa. L’ultimo sciopero dei lavoratori della Boeing nel 2008 ha chiuso gli stabilimenti per 52 giorni e ha colpito i ricavi per una cifra stimata di 100 milioni di dollari al giorno.

Come ricorda il Financial Times, il “rallentamento della produzione è costato alla Boeing miliardi di flusso di cassa libero. Uno sciopero prolungato ostacolerebbe la capacità della società di consegnare gli aerei ai clienti, danneggiando ulteriormente il suo flusso di cassa”.

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