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Thyssenkrupp Carlyle

La Germania salverà ThyssenKrupp Marine Systems?

Il governo tedesco si sta preparando ad acquisire una partecipazione nel gruppo di cantieri navali ThyssenKrupp Marine Systems. Tutti i dettagli.

È già in viaggio la fregata tedesca che farà parte della flotta guidata dalla Marina italiana impegnata nella missione navale dell’Unione Europea per la sicurezza delle rotte di navigazione nel Mar Rosso (operazione Aspides). La Marina tedesca ha messo a disposizione la fregata di classe 124 “Hessen”, specializzata nella difesa aerea, come ha spiegato l’ispettore navale Jan Christian Kaack, affermando che “la Germania e l’Europa dipendono assolutamente dalla sicurezza delle rotte marittime”.

Ma non è l’unica notizia che arriva da Berlino sul tema della difesa marittima. L’altra è che il governo tedesco si sta preparando ad acquisire una partecipazione nel gruppo di cantieri navali ThyssenKrupp Marine Systems (TKMS). Per conto del ministero della Difesa, il gruppo bancario statale KfW (Kreditanstalt für Wiederaufbau), l’equivalente dell’italiana Cassa Depositi e Prestiti, sta studiando da diverse settimane le possibilità di un investimento nell’azienda.
Il risultato dell’analisi dovrebbe essere disponibile alla fine di marzo, come riferisce l’Handelsblatt citando come fonti “ambienti che hanno familiarità con i processi”. Se il governo federale dovesse assumere una partecipazione, l’intera industria navale potrebbe passare sotto il controllo dello Stato.

NON SOLO THYSSENKRUPP: COSA SUCCEDE NEL SETTORE MARITTIMO TEDESCO

Dopo anni di contrazione, l’industria del settore militare marittimo sta affrontando un’impennata di ordini a causa della guerra in Ucraina, anche perché le forze armate tedesche devono ricevere nuove navi e sottomarini. Tuttavia, osserva il quotidiano economico, “i proprietari dei cantieri navali più importanti vedono in questa situazione un’opportunità per dismettere le proprie attività”.

ThyssenKrupp, ad esempio, persegue questo piano da oltre dieci anni, finora senza successo. Anche il gruppo Lürssen, che ha la sua sede a Brema, è disposto a vendere e preferirebbe cedere le sue attività navali a TKMS al più presto, come hanno riferito diversi dirigenti del settore ai giornalisti dell’Handelsblatt, che analizza l’intero comparto industriale tedesco: “anche German Naval Yards (GNY), numero tre del settore, è probabilmente in vendita, l’ormai defunto proprietario Iskandar Safa ha sottolineato in un’intervista rilasciata a metà ottobre di essere favorevole al consolidamento del settore”. E secondo quel che si vocifera nell’ambiente, “è probabile che gli eredi di GNY si attengano ai loro piani di vendita della società”.

CHE NE SARÀ DI THYSSENKRUPP?

Ma per il momento l’attenzione degli analisti si concentra su una domanda semplice: cosa ne sarà del leader di mercato TKMS? L’azienda, con il suo cantiere principale a Kiel, nello Schleswig-Holstein, è leader nella costruzione di sottomarini convenzionali e può sperare di aggiudicarsi una commessa di fregate. La Bundeswehr infatti riceverà sei navi del tipo F127 di nuova concezione, che possono essere utilizzate per la sicurezza dello spazio aereo. Diversi rappresentanti dell’industria hanno dichiarato all’Handelsblatt che “la gara d’appalto è stata progettata in modo tale che TKMS sarebbe stato il cantiere preferito”.

L’ordine da un miliardo di euro e altri ordini previsti per i sottomarini aumenteranno l’attrattiva di TKMS e, secondo gli ambienti industriali citati sempre dal quotidiano di Düsseldorf, l’azienda di Essen avrebbe già raggiunto un accordo di principio con un investitore finanziario statunitense che acquisirebbe una quota di maggioranza del cantiere. Se la ThyssenKrupp avesse la meglio, il governo tedesco deterrebbe una quota del 25,1% e la ThyssenKrupp manterrebbe le azioni rimanenti, osserva ancora l’Handelsblatt.

Senza la partecipazione del governo federale, è probabile che lo spin-off di TKMS da ThyssenKrupp fallisca. Il quotidiano economico spiega perché. Il motivo risiede nel modello di business: i cantieri navali devono fornire ai loro clienti garanzie finanziarie quando ricevono gli ordini per assicurare il completamento delle navi e dei sottomarini ordinati. Nel caso di TKSM, queste garanzie ammontavano a oltre 5 miliardi di euro. Secondo fonti dell’azienda, l’importo sarà probabilmente più vicino agli 8 miliardi di euro. Queste garanzie non possono essere assunte da un investitore finanziario senza rendere antieconomico l’investimento. Con il governo federale a bordo, tuttavia, i clienti rinuncerebbero alle garanzie: “I clienti sono altri Paesi che si fidano dello Stato tedesco”.

Secondo gli addetti ai lavori i tempi non sono strettissimi perché in primo luogo deve essere completata la revisione della KfW, prevista per la fine di marzo. Tutto potrebbe risolversi comunque  prima della pausa estiva del Parlamento. Nessuna delle parti coinvolte – ministero della Difesa, azienda, KfW ha voluto commentare le indiscrezioni di Handelsblatt.

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