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Telegram Durov

Durov di Telegram farà cassa in Borsa

900 milioni di utenti e una valutazione da 30 miliardi di dollari: Durov snocciola i numeri da capogiro di Telegram, la sua app di messaggistica. E punta alla Borsa. Fatti, numeri e approfondimenti

Fanno girare la testa i numeri di Telegram, l’app di messagistica fondata dal russo Pavel Durov. Dal 2021 ha raccolto circa 2 miliardi di dollari in finanziamenti, di cui 1 miliardo di dollari da obbligazioni e 750 milioni di dollari da ulteriori emissioni nel 2021 e 270 milioni di dollari nel 2022. Inoltre, di recente, ha raggiunto i 900 milioni di utenti attivi mensili, in crescita rispetto ai 500 milioni dell’inizio del 2021. Nel paragone con Whatsapp è ancora molto indietro: il prodotto di Meta conta 1,8 miliardi di utenti attivi mensili, mentre l’app di comunicazione crittografata Signal ne aveva 30 milioni a febbraio 2024.

TELEGRAM: VALUTAZIONI DA 30 MILIARDI DI DOLLARI

Durov ha snocciolato questi dati nel corso di un’intervista, la prima dal 2017, con il Financial Times. “Speriamo di registrare un utile l’anno prossimo, se non quest’anno”, ha dichiarato Durov. L’obiettivo è quotare in Borsa la sua azienda. Potenziali investitori hanno offerto alla società “valutazioni da più di 30 miliardi” tra i quali “fondi tecnologici globali in fase avanzata”. Il fondatore, che ora vive a Dubai, ha però escluso di voler vendere del tutto la sua creatura.

LA COLLOCAZIONE SUL MERCATO E LA VENDITA AGLI ‘UTENTI FEDELI’

Il patron Durov non ha voluto fornire dettagli circa le tempistiche per la collocazione sul mercato e la quotazione sul mercato americano della sua società, una volta che Telegram raggiungerà la redditività necessaria e in caso di condizioni di mercato favorevoli. Al momento, gli analisti stimano che, se il collocamento dovesse avvenire prima della fine di marzo 2026, gli obbligazionisti potrebbero convertire il debito senior non garantito in azioni con uno sconto compreso tra il 10 e il 20% rispetto al prezzo dell’IPO di Telegram, un incentivo per la società a quotarsi prima di quella data. In tal caso Telegram potrebbe considerare la vendita di una quota di azioni agli utenti fedeli. “Questa rimane una possibilià se volessimo raccogliere fondi, ad esempio, per cimentarci in campi poco esplorati e legati all’intelligenza artificiale”, ha detto Durov.

DUROV PROMETTE DI MODERARE I CONTENUTI DI TELEGRAM

L’azienda ha solo circa 50 dipendenti a tempo pieno. Negli ultimi anni è diventata molto popolare divenendo uno strumento anche per le comunicazioni istituzionali, per i governi e i funzionari del mondo. Tuttavia, diversi analisti hanno sottolineato che la piattaforma potrebbe prestarsi a ospitare un focolaio di attività criminali e contenuti estremisti, terroristici e di disinformazione. Per questo Durov ha garantito che Telegram prevede di migliorare i suoi processi di moderazione e di “implementare meccanismi legati all’intelligenza artificiale per affrontare potenziali problemi di questo tipo”.

I RAPPORTI TRA VKONTAKTE E I SERVIZI RUSSI

Durov ha anche altre frecce al suo arco. Aver fondato VKontakte, cofondato il più celebre social alcune segnalazioni hanno Alcuni ricercatori hanno pero’ messo in guardia network del paese, gli ha fatto guadagnare il soprannome di “Mark Zuckerberg della Russia”. Tuttavia, Durov ha venduto le sue quote nel social network dopo aver ricevuto pressioni dai servizi russi per avere accesso a informazioni sugli utenti ucraini. Non solo, ha ceduto le sue azioni in VK a oligarchi amici del Cremlino per 300 milioni di dollari sotto costrizione.

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