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WeWork

Wework, Ftx e non solo. Tutti i perché dei flop

Cosa significano i crolli di WeWork (coworking) e Ftx (criptovalute). I fatti e l'analisi di Walid Koudmani, Chief Market Analyst di XTB.

WeWork, società statunitense di spazi e servizi condivisi per il lavoro (coworking), ha dichiarato bancarotta. Il fallimento è arrivato dopo anni di difficoltà finanziarie, iniziate probabilmente nel 2019″, scrive Il Sole 24 Ore. Le necessità di isolamento create dalla pandemia di coronavirus e la maggiore diffusione del lavoro da remoto (smart working) hanno marginalizzato il sistema di condivisione degli spazi di lavoro su cui l’azienda ha puntato.

“Nel giro di pochi mesi”, prosegue il quotidiano, WeWork “è passata dalla pianificazione di un’IPO (la quotazione arriverà due anni dopo) al licenziamento di migliaia di persone e al salvataggio di svariati miliardi di dollari”.

LA CAUSA DELLA BANCAROTTA DI WEWORK

A detta dell’azienda, la bancarotta è dovuta alle perdite finanziarie subite nel primo semestre del 2023, a loro volta causato dal peggioramento del quadro economico e del conseguente calo della domanda per i suoi servizi.

COSA SUCCEDE A BANKMAN-FRIED (FTX)

Oltre alla bancarotta di WeWork, negli ultimi giorni c’è stata anche la condanna per frode e cospirazione di Sam Bankman-Fried da parte della giuria del tribunale di New York. Bankman-Fried è il fondatore di Ftx, la piattaforma di trading di criptovalute crollata circa un anno fa. Bankman-Fried rischia fino a 115 anni di carcere.

Come ricapitolato da Wired, “il governo degli Stati Uniti aveva accusato Bankman-Fried di aver orchestrato una frode multimiliardaria. In questa truffa, i fondi appartenenti ai clienti di Ftx erano stati dirottati verso una società affiliata, Alameda Research, al fine di finanziare operazioni ad alto rischio, estinguere debiti, effettuare prestiti personali, contribuire a donazioni politiche e sostenere uno stile di vita lussuoso alle Bahamas. La società, però, ha subito un crollo in borsa nel novembre 2022 in seguito alla sua incapacità di soddisfare le richieste di prelievo da parte dei clienti”.

L’ANALISI DI WALID KOUDMANI, CHIEF MARKET ANALYST DI XTB

WeWork ha perso 26,1 milioni di dollari al giorno in valore di capitale. Secondo Walid Koudmani, chief market analysts di XTB, questa potrebbe considerarsi una delle distruzioni di valore di capitale più rapide e uno dei peggiori crolli del mercato azionario della storia.

Il crollo di WeWork lunedì è avvenuto meno di cinque anni dopo che l’attività di coworking era stata valutata 47 miliardi di dollari dopo aver ricevuto un investimento multimilionario dalla holding finanziaria giapponese SoftBank.

Anche se il crollo di 26,1 milioni di dollari al giorno colloca WeWork tra i primi cinque fallimenti più rapidi, non si tratta comunque della distruzione di valore più rapida mai registrata. Infatti, esistono tre società, guidate da Enron, le cui azioni sono crollate rapidamente – in un periodo di 12 mesi – riducendo a zero una capitalizzazione di mercato di 70 miliardi di dollari, tra accuse di frode e falso contabile.

Vale la pena tenere a mente che, mentre il calo delle valutazioni è in gran parte guidato dalla società e dal suo management, l’aumento prima del picco è guidato dagli investitori. Bisognerebbe chiedersi se gli investitori che hanno guidato il sorprendente aumento delle azioni di queste società, ora si rammaricano di non aver svolto ulteriori ricerche, fase fondamentale di qualsiasi decisione di investimento.

Il crollo più rapido è quello di FTX, l’exchange di criptovalute creato dall’imprenditore tecnologico Sam Bankman-Fried che ha impiegato meno di 12 mesi per passare dalle stelle alle stalle. Come Enron e Theranos, anche FTX è crollata a causa delle accuse di frode, che hanno catalizzato la sua caduta di valore. Fortunatamente per gli investitori al dettaglio, FTX e Theranos non sono mai stati quotati in una borsa pubblica, quindi le azioni non erano disponibili al grande pubblico. Le loro valutazioni sono state guidate dagli investitori istituzionali che acquistavano azioni prima di qualsiasi IPO. Tuttavia, ciò dimostra che anche i più grandi investitori possono sbagliare.

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