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Cosa fa e cosa farà Starlink in Italia

Dalla maxi inchiesta Sogei che vede tra gli indagati anche il referente in Italia di Elon Musk, agli interessi del governo a stringere accordi con la società aerospaziale americana per la connettività di ambasciate e consolati: al centro c'è Starlink, il servizio di Internet satellitare di SpaceX. Tutti i i dettagli.

Riflettori puntati in Italia su Starlink, il servizio di Internet satellitare della società aerospaziale SpaceX di Elon Musk che riesce a portare praticamente ovunque la la banda ultra-larga a bassissima latenza.

In realtà l’attenzione tricolore sulla tecnologia di Musk per la connettività satellitare era già alta da tempo. Come emerso dai colloqui del governo Meloni con SpaceX avvenuti già dallo scorso anno per attirare gli investimenti del miliardario americano nel nostro paese, culminati con l’accordo siglato il 7 giugno 2024 tra Telespazio (jv tra Leonardo e Thales) e SpaceX per integrare proprio Starlink nella rete globale di connettività ibrida e potenziare l’offerta di servizi di comunicazione a clienti istituzionali e industriali dei settori energetico e marittimo. Tra questi anche la Difesa.

Fin da subito, quell’annuncio è stato considerato un preludio, il primo di tanti altri auspicati dal paese con i vari ministri (da Salvini a Urso fino a Crosetto) che hanno incontrato delegazioni di SpaceX nell’ultimo anno.

Perché i satelliti Starlink garantiscono l’accesso a Internet a livello globale indipendentemente dalle connessioni terrestri, anche nelle zone più remote del mondo. Senza dimenticare il ruolo ricoperto dai terminali Starlink donati da SpaceX all’Ucraina all’inizio del conflitto con la Russia che hanno aiutato le forze armate di Kiev a mantenere le comunicazioni e il coordinamento sul campo di battaglia.

Ma ora arriviamo al 15 ottobre. In un’intervista al Sole 24 Ore, Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica, annuncia che sono in corso “interlocuzioni con alcune Regioni italiane per sperimentare la fornitura di un ‘servizio space-based‘ rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri”, ovvero Starlink.

Nello stesso giorno, scoppia il caso Sogei: l’inchiesta per il presunto giro di mazzette per appalti milionari in Sogei e nei ministeri della Difesa e dell’Interno, che ha visto coinvolti insieme al direttore generale business della società informatica del Mef, Paolino Iorio, anche Massimo Rossi, presidente, ad e indirettamente azionista di riferimento di Digital Value.

Ad oggi risultano 32 soggetti coinvolti: 18 persone fisiche e 14 società. Fra gli indagati nell’inchiesta per corruzione della procura di Roma c’è anche Andrea Stroppa, considerato il punto di riferimento di Elon Musk in Italia e un capitano di fregata della Marina militare, Antonio Angelo Masala.

Cosa c’entra in tutto ciò il principale collaboratore di Musk in Italia?

Tra gli “svariati affari”al centro dell’inchiesta ci sarebbe anche l’accordo in fieri tra la Difesa e SpaceX per dotare di connessioni internet satellitare ambasciate e consolati italiani di cui Masala si è adoperato per fornire a Stroppa dettagli (compresi documenti delle riunioni riservate) con il tornaconto di far entrare nell’affare da un miliardo e mezzo anche Olidata, società che vede nell’azionariato anche la moglie di Masala.

Il 18 ottobre il Fatto Quotidiano ha rivelato il contenuto dei documenti (uno degli Esteri e tre della Difesa) scambiati dall’ufficiale della Marina con il giovane esperto informatico, uomo di Musk in Italia.

L’INCHIESTA SOGEI

Lunedì scorso sono scattati gli arresti a Roma con l’accusa di corruzione per Iorio, direttore generale business di Sogei e Massimo Rossi appunto. Il provvedimento restrittivo è arrivato nel corso dell’attività d’indagine della finanza coordinata dalla procura di Roma per ipotesi di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito di diverse procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei, dal Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal Ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa.

Secondo quanto emerso, il manager di Sogei sarebbe stato sorpreso mentre accettava una tangente di 15 mila euro da Massimo Rossi. In cambio, si sarebbe impegnato ad acquistare “prodotti e servizi per un valore di circa 105,7 milioni di euro da Italware e ITD Solution, società controllate da Digital Value. (Qui l’approfondimento di Startmag su business, azionisti e risultati economici di Digital Value).

IL COINVOLGIMENTO DI OLIDATA

Nella maxi inchiesta giudiziaria risulta coinvolta anche Olidata, società attiva nel settore delle tecnologie informatiche.Tra gli indagati c’è infatti anche l’ex rappresentante legale della società, Cristiano Rufini (presidente e socio di maggioranza di Olidata) insieme al già citato ufficiale di Marina Antonio Masala e e un dipendente del ministero dell’Interno, Amato Fusco. Quest’ultimi erano entrambi soci occulti di Olidata tramite le azioni in mano rispettivamente a moglie del primo e compagna del secondo. E cercavano di stringere dei patti per riuscire a inserire la società in svariati affari.

PER ENTRARE NELL’AFFARE STARLINK IN ITALIA

Tra questi l’accordo governo-SpaceX per l’impiego di Starlink.

In base a quanto ha riportato Repubblica, la società di Musk aveva presentato una prima offerta per rispondere a un’esigenza della presidenza del Consiglio: «Una comunicazione satellitare altamente performante». Perché se da una parte c’è il progetto europeo “Iris2 ” (Infrastruttura per la resilienza, l’interconnettività e la sicurezza via satellite),con l’obiettivo di assicurare servizi di comunicazione sicuri ai Paesi dell’Ue (il cui centro di controllo sorgerà presso il Centro Spaziale del Fucino di Telespazio ndr), questo non sarà pronto prima del 2027.

Da qui il dialogo in stato avanzato con Starlink.

IL RUOLO DELL’UFFICIALE DELLA MARINA MILITARE NELLA VICENDA

Secondo gli inquirenti, Masala, che ricordiamo è capitano di fregata della Marina militare, distaccato presso il reparto sistemi dello stato maggiore della Difesa, nonché marito di Valentina Patrignani (socia di Olidata) «compiva atti contrari ai suoi doveri d’ufficio rivelando illegittimamente a Stroppa notizie di ufficio destinate a rimanere segrete».

Tutto ciò per assicurarsi “da Stroppa, nell’ambito di una più ampia attività di agevolazione rispetto agli interessi della multinazionale SpaceX, della conclusione di un contratto di fornitura tra tale società e la Olidata S.p.A., e la susseguente stipula di un ulteriore contratto di partnership tra Olidata e una società partecipata occultamente dal militare”, si legge negli atti.

I DOCUMENTI RISERVATI SCAMBIATI DA MASALA E STROPPA (IL REFERENTE DI SPACEX/STARLINK IN ITALIA)

Il 18 ottobre il Fatto Quotidiano ha raccontato il contenuto di quelle notizie di ufficio “destinate a rimanere segrete”. Sono quattro documenti “riservati” – uno del ministero degli Esteri e tre del ministero della Difesa – che l’ufficiale della Marina militare, Antonio Angelo Masala, ha girato durante l’estate ad Andrea Stroppa. In particolare, il Fatto ha rivelato il contenuto quello inoltrato a Stroppa il 29 agosto, oggetto dell’indagine.

“Intanto si tratta di un report propedeutico, molto dettagliato, una sorta di bozza rispetto a una relazione definitiva che entro la metà di settembre sarebbe dovuta finire a Palazzo Chigi. Un documento tecnico condiviso tra Difesa, Farnesina e Intelligence che avrebbe permesso di gettare le basi per far funzionare anche in Italia il sistema satellitare Starlink per proteggere le comunicazioni di ambasciate e consolati e permettere la connessione alle aree più remote in Italia”, svela il Fatto.

Nel documento, “sono elencati i pacchetti Ip (internet protocol) da mettere a disposizione per far funzionare la ground station (le stazioni satellitari a terra), le chiavi da integrare al sistema adottato dagli americani e quanti e quali “http” (hypertext transfer protocol) mettere a regime” dettaglia ancora il quotidiano.

LE AEREE OGGETTO DELL’ACCORDO

“L’altro punto chiave nel documento riguarda le aree da proteggere o comunque da connettere. Tre regioni italiane (Basilicata, Calabria e Sicilia) attualmente sprovviste di connessione veloce su tutto il territorio. Ma soprattutto un elenco di ambasciate e consolati, tra cui spiccano Kabul (Afghanistan), Tripoli e Bengasi (Libia)”. “Ci sono persone che in quei luoghi rischiano la vita ogni giorno”, spiegano fonti qualificate al Fatto.

In base ai rapporti della stampa, la proposta di Starlink è di 1,5 miliardi di euro per cinque anni di affitto all’Italia.

LA PARABOLA DI STARLINK ITALY RACCONTATA DALL’ESPRESSO

Un bel gruzzolo per Starlink Italy.

Come narra il 18 ottobre L’Espresso, “la succursale italiana di Starlink è stata aperta in uno scalcinato palazzo di Milano nel dicembre 2020. Il bilancio precedente al governo Meloni aveva le dimensioni di una società di aspirapolvere usate. Neanche un milione di euro di ricavi, ancora meno per gli investimenti”.

Secondo il settimanale diretto da Emilio Carelli “il 2023 è un anno di preliminari. Il 2024 è un anno di svolta”. Torniamo infatti all’accordo siglato il 6 giugno 2024 da Starlink con Telespazio, menzionato all’inizio.

“Il ministero della Difesa è un cliente di Telespazio e, infatti, ha cominciato subito a utilizzare le connessioni/comunicazioni di Starlink per operazioni estere di tipo umanitario e di soccorso. Un esempio pratico: per una evacuazione in Africa, in un contesto di crisi, l’Esercito può agganciarsi ai satelliti di Starlink anziché ai satelliti militari criptati” riferisce l’Espresso.

COSA PREVEDE IL DDL SPAZIO

Ma il 2024 è stato anche l’anno dello spazio per l’Italia.

Il 20 giugno 2024 il Consiglio dei ministri ha approvato la prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy. Con il ddl Spazio, il governo ha previsto ben 7,3 miliardi di finanziamenti pubblici nazionali ed europei per il settore fino al 2027.

E a chi chiedeva in conferenza stampa a Palazzo Chigi se il provvedimento fosse anche un assist al progetto di SpaceX, Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega alle politiche spaziali e aerospaziali, aveva replicato che il ddl non contiene “una parte che riguarda le infrastrutture, in quanto tale, quindi, non riguarda né Starlink né altri progetti”.

GLI ARTICOLI 25 E 26, ASSIST PER STARLINK IN ITALIA?

Eppure, secondo L’Espresso, gli articoli 25 e 26 del disegno di legge arrivato in questi giorni all’esame parlamentare, giocano un assist proprio alla società aerospaziale di Elon Musk.

“L’articolo 25 fa riferimento a una rete internet di riserva sui satelliti, una seconda spina dorsale (backbone) da utilizzare quando si inceppa o, peggio ancora, si interrompe la rete internet di terra: “Esclusivamente – si legge nei documenti parlamentari – di soggetti appartenenti all’Unione europea o all’Alleanza atlantica”.

I soggetti papabili altri non sono che Starlink che, al momento, rende SpaceX il più grande operatore satellitare del mondo con oltre 6000 satelliti dispiegati in orbita. Gli altri player includono la canadese Telesat, che non ha ancora lanciato satelliti, OneWeb che ha costruito una rete di 648 satelliti ora della società satellitare francese Eutelsat, che offre il suo servizio Internet principalmente a governi e imprese. E poi c’è Amazon Kuiper, il progetto di Jeff Bezos da 10 miliardi di dollari con l’obiettivo di mettere a disposizione il servizio nel 2025.

Va da sé che alla luce dei numeri Starlink sia in corsia preferenziale.

CONCORRENZA IN VISTA PER FIBERCOP E OPEN FIBER

“Invece l’articolo 26 riguarda l’armonizzazione delle frequenze e le regole per localizzare i gateways (le stazioni terrestri che dialogano con i satelliti). È il presupposto per far giungere le connessioni di Starlink agli utenti privati, ai cittadini. Un grosso guaio per FiberCop e soprattutto per Open Fiber, dunque per lo Stato. Quest’ultima è in condizioni difficili, quasi disperate. È parecchio indietro con i programmi” evidenzia il settimanale.

Tanto che a inizio settimana è arrivata sul quotidiano confindustriale la proposta dal sottosegretario Butti di utilizzare il sistema satellitare di Elon Musk, Starlink, per portare la connessione nelle aree remote in cui Open Fiber e Tim-Fibercop, stanno accumulando ritardi sempre maggiori.

L’ALLARME DEI SINDACATI SUL POSSIBILE RUOLO DI STARLINK NEL RISIKO DELLE TLC IN ITALIA

Immediata la reazione dei sindacati delle tlc.

“Affidare ad un soggetto privato un ruolo così delicato e strategico avrebbe implicazioni in termini di sicurezza e di occupazione, e rischieremmo di perdere i fondi del Pnrr” hanno lamentato in una nota il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Slc Cgil Riccardo Saccone commentando quanto dichiarato dal sottosegretario all’Innovazione tecnologica il 16 ottobre.

“Duole ricordare – sottolineano i dirigenti sindacali – che il rischio sempre più concreto di non raggiungere i target previsti dal Pnrr è figlio di una gestione politica miope e di corto respiro, che ha affidato esclusivamente al mercato la scelta di dove e come intervenire. Nel frattempo, il Paese ha continuato ad arrancare, con connessioni internet, fattore abilitante per imprese, Pa e cittadini che stentano a consolidarsi in ampie parti della penisola.”

I RILIEVI DELLA CGIL E SLC CGIL

“In questo scenario desolante e preoccupante – proseguono Gesmundo e Saccone – vorremmo capire come un soggetto privato come Musk possa ricoprire questo ruolo determinante per le telecomunicazioni italiane. Lo chiediamo per una serie di ragioni. Innanzitutto per la sicurezza delle comunicazioni, per la quale andrebbe piuttosto esercitato il golden power come è stato fatto in un recente passato per evitare pericoli o comunque possibili interferenze legate alla tecnologia 5G di origine cinese. Altre ragioni riguardano gli impatti sull’occupazione che un’operazione del genere determinerebbe. Senza contare – ribadiscono – il rischio concreto di perdere i fondi del Pnrr”.

INTERROGAZIONE DEI SENATORI DEM SULL’ACCORDO DI SPACEX IN ITALIA

Oltre alle preoccupazioni dei sindacati, si aggiungono anche quelle della politica, alla luce della maxi-inchiesta che tocca anche il referente di Elon Musk in Italia.

Il 16 ottobre il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, ha annunciato “una interrogazione alla presidente del Consiglio e al ministro delle Imprese, a mia prima firma, per chiedere chiarezza su un accordo tra la premier Giorgia Meloni ed Elon Musk che prevedrebbe la revisione del Pnrr e l’affidamento a Starlink della connessione delle aree grigie, laddove la banda dovrebbe arrivare a 1 Giga.”

“La presidenza del Consiglio avrebbe incaricato il ministero delle Imprese e del Made in Italy di occuparsi della proposta e Cassa Depositi e Prestiti sarebbe stata informata della volontà del Governo di approfondire concretamente questa possibilità. Anche alla luce di quanto sta avvenendo, sarebbe il caso che il Governo venisse in Parlamento a rispondere alla nostra interrogazione e a spiegare i termini di questo accordo” conclude la nota del senatore Boccia.

CHE NE SARÀ ADESSO?

Dunque su Starlink in Italia sembra essersi scatenata una tempesta perfetta tra coinvolgimento in un’inchiesta giudiziaria, allarmi politici e rimostranze sindacali.

E c’è da domandarsi che ne sarà dell’accordo o meglio accordi a questo punto (da un lato quello con Difesa e Farnesina per proteggere le comunicazioni di ambasciate e consolati e dall’altro l’integrazione della tecnologia satellitare Starlink come complemento alle infrastrutture esistenti per la banda ultralarga).

Proprio Andrea Stroppa si era mostrato placido e sicuro del percorso: “Presidente Giorgia Meloni capisce che il futuro è questo. Coinvolgendo le aziende italiane si crea lavoro e investimenti, con Starlink si connettono i cittadini e le pmi fuori dai grandi centri abitati. Chi prova a ostacolarla dovrebbe vergognarsi” scriveva in un tweet il 13 ottobre. Prima che saltasse fuori il caos Sogei&co.

https://twitter.com/andst7/status/1845516419703681133

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