Sogei, Digital Value ma anche Olidata e l’appalto Starlink al centro della maxi inchiesta per corruzione avviata dalla Procura di Roma.
È una rete che giorno dopo giorno si fa sempre più intricata quella dell’indagine in corso in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione per ipotesi di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito di diverse procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei, dal Ministero dell’Interno-Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal Ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa, che lunedì scorso ha portato agli arresti con l’accusa di corruzione di Paolino Iorio, direttore generale business di Sogei e Massimo Rossi, presidente e ad di Digital Value, colti in flagranza mentre il primo accettava una tangente di 15 mila euro dal secondo.
Ad oggi risultano 32 soggetti coinvolti: 18 persone fisiche e 14 società tra cui Olidata, perquisita dalla Guardia di Finanza, su disposizione della Procura capitolina e il suo presidente Cristiano Rufini (nella foto). Fra gli indagati nell’inchiesta per corruzione della procura di Roma c’è anche Andrea Stroppa, considerato il punto di riferimento di Elon Musk in Italia e un capitano di fregata della Marina militare, Antonio Angelo Masala.
“Ed è proprio su Olidata spa, noto nome del mondo hi-tech, che gli accertamenti si soffermano. Due degli indagati, un ufficiale di Marina e un dipendente del ministero dell’Interno, erano soci occulti tramite le mogli. E cercavano di stringere dei patti per riuscire a inserire la società in svariati affari” scrive oggi La Stampa. Tra gli “svariati affari” ci sarebbe anche l’accordo in fieri tra la Difesa e SpaceX (la società aerospaziale di Musk) per l’impiego di Starlink.
Ecco tutti i dettagli su business, azionisti e risultati economici di Olidata spa presieduta da Rufini.
AVVIATO DAL CDA DI OLIDATA AUDIT INTERNO A SEGUITO INDAGINI PER IPOTESI CORRUZIONE
Ieri sera il cda di Olidata ha comunicato in una nota di aver preso “atto del contenuto del decreto di perquisizione e sequestro (che ha riguardato alcuni dispositivi informatici e telefonici), dando immediata disposizione di attivare ogni procedura di verifica interna in merito agli appalti in essere e/o in precedenza aggiudicati oggetto delle indagini, nonché un audit” interno.
L’attività di verifica, prosegue la nota, è stata avvia in relazione all’indagine che la vede coinvolta per ipotesi di corruzione e turbata libertà degli incanti nell’ambito di diverse procedure di appalto/affidamento in materia di informatica e telecomunicazioni, bandite da Sogei, dal Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dal Ministero della Difesa e dallo Stato Maggiore della Difesa. ‘Rinnovo la mia solidarietà al nostro Presidente e confido nelle capacità dell’azienda”, ha dichiarato nella nota l’amministratore Delegato, Claudia Quadrino.
Come riporta oggi il quotidiano Domani, “secondo la ricostruzione degli investigatori Olidata si era di fatto messa in scia alla Italware di Rossi per ottenere appalti a suon di mazzette grazie a Masala e Fusco”.
L’INCHIESTA ROMANA
Ricapitolando, secondo i procuratori aggiunti Paolo Ielo e Giuseppe Cascini, il dg di Sogei Paolino Iorio “riceveva in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, somme di denaro da Massimo Rossi”. “A questi la finanza assegna il ruolo di grande elargitore: tra somme in contanti, consulenze e piccoli privilegi più o meno residuali quali biglietti per le partite della Roma (ma è un’ipotesi investigativa da confortare attraverso l’acquisizione delle chat) e altri omaggi” rilevava ieri il Corriere della Sera.
In cambio, Sogei “si impegnava ad acquistare prodotti e servizi” da Italware e Itd Solution, entrambe facenti parte del gruppo Digital Value, “per un valore complessivo di 98,6 milioni di euro (da Italware srl) e 5,7 milioni (da Itd Solution spa)”.
Tra gli indagati risulta anche il già menzionato pubblico ufficiale Amato Fusco “ricompensato a sua volta da Rossi quale dirigente di una divisione (telecomunicazioni e gestione patrimoniale) della polizia di Stato e dall’imprenditore Rufini (presidente di Olidata nb). Scrivono i magistrati che Fusco «indebitamente riceveva in più occasioni, per l’esercizio delle sue funzioni, utilità da Cristiano Rufini e Massimo Rossi». Tra le utilità perfino un pacchetto azioni alla moglie del valore di 560 mila euro” rileva ancora il Corriere.
E ora proviamo a ricostruire il quadro della complessa vicenda che riguarda specificatamente Olidata.
COSA FA OLIDATA
Fondata nel 1982 a Cesena, Olidata, system integrator a capo di un gruppo attivo in Italia nel settore IT, è stato il protagonista della prima ondata informatica nel nostro Paese agli inizi degli anni ’80. Borsa Italiana aveva sospeso a tempo indeterminato le negoziazioni del titolo nel 2016 dopo la messa in liquidazione della società. Oggi la società, basata a Roma, si concentra su intelligenza artificiale, big data e cybersecurity.
Nel 2022 Cristiano Rufini, già Presidente di Sferanet Srl (oggi parte del gruppo Olidata), diventa maggiore azionista della Olidata S.p.A., e in data 3 aprile 2023, rilancia la società in Borsa sul Mercato Euronext Milan, dopo un fermo di 7 anni dalle quotazioni, si legge nella relazione di bilancio 2023 dell’azienda. “Attualmente il Gruppo Olidata si configura come una sinergia di diverse aziende, ciascuna operante nel proprio settore di attività, ma convergente verso una mission comune, quella di creare un polo nazionale che si basi su nuove tecnologie e nuove soluzioni completamente Made in Italy, per diventare un vero e proprio punto di riferimento nazionale, a servizio delle PA e delle Corporate Enterprise”.
Riammesso da un anno e mezzo in Borsa, il titolo di Olidata ha chiuso in perdita il 15 ottobre (-13,3% a 0,47 euro) a seguito delle perquisizioni della Guardia di Finanza nelle sedi di Roma per presunte irregolarità in gare d’appalto di Sogei (ministero dell’Economia), dei ministeri dell’Interno e della Difesa e dallo Stato Maggiore.
IL CDA
Compongono il cda presieduto da Cristiano Rufini (azionista di maggioranza di Olidata SpA e rappresentante legale della stessa), Claudia Quadrino (ad), Cristina Rufini, Elio Casalino e Piercarlo Valtorta.
I SOCI
Dall’ultimo verbale dell’assemblea degli azionisti del 22 luglio 2024, consultabile sul sito di Olidata, emerge che Cristiano Rufini detiene la quota di maggioranza della società con il 53,38% del capitale sociale, mentre l’8,51% è in mano a Le Fonti Capital Partner Srl, società benefit con sede a Forlì, rappresentata da Andrea Peruzy che ricopriva anche il ruolo di presidente del cda di Olidata fino alla revoca di quest’estate (sostituito appunto da Cristiano Rufini).
Eppure tra i soci di Olidata, si legge nelle carte giudiziarie citate da Domani, “compare anche la moglie di Masala, che avrebbe rilevato il 4,8% del capitale, una quota che prima del crollo in Borsa valeva oltre 3 milioni di euro”. Così anche il dipendente del ministero dell’Interno Amato Fusco, che «tramite la compagna [ Michela Carilo Ambrosio] era titolare di azioni per 10 mila euro», riportava ieri La Stampa.
“Sarà chiarita la trasparenza delle nostre azioni” ha dichiarato martedì Rufini. Ma sul coinvolgimento della moglie di Masala, Valentina Patrignani, e del funzionario del Viminale Fusco torniamo tra un po’.
TECNOLOGIA MADE IN ITALY A PROVA DI HACKER
Secondo la società, la tecnologia di Olidata è sviluppata completamente in Italia, con server stanziati nel nostro Paese per non disperdere i dati sensibili. È stata progettata con i più recenti modelli di intelligenza artificiale e, come spiega l’azienda, garantisce la sicurezza in tempo reale delle infrastrutture critiche e distribuite, oltre al monitoraggio costante dei canali hacker. Il gruppo si appresta inoltre a lanciare le soluzioni di Cyber Defence, con l’introduzione sul mercato attesa a partire dall’ultimo trimestre del 2024.
“Una tecnologia nazionale ideale per grandi organizzazioni come la Pubblica Amministrazione o grandi realtà aziendali. Un modello unico in Italia, studiato per fare rete e mettere al riparo l’intero Paese dalle sempre più frequenti e sofisticate minacce informatiche garantendo la partnership e l’integrazione con le principali soluzioni internazionali”, aveva dichiarato Cristiano Rufini, presidente di Olidata, durante la presentazione del nuovo prodotto.
Dunque, proprio come spiegato da Rufini stesso, la società puntava le grandi aziende e le Pa per i suoi prodotti.
I NUMERI DEL 2023
Intanto uno sguardo agli ultimi numeri di Olidata. La società ha archiviato il bilancio d’esercizio 2023 con ricavi operatavi pari a 103,9 milioni (+107%), contro 49,9 milioni del 2022 ed evidenziano una variazione positiva 53,8 milioni di euro. I ricavi sono costituiti dalle vendite di hardware e software, al netto della variazione delle rimanenze, e da servizi di manutenzione e assistenza, si legge nella relazione di bilancio.
L’ebitda è pari a 7 milioni (+266,8%) contro 1,9 milioni del 2022. La società ha chiuso l’anno con un utile netto a 4,2 milioni (+416,3%) si incrementa di 3, 3 milioni di euro rispetto all’anno precedente il cui utile non raggiungeva il milione (810mila euro). L’Indebitamento Finanziario Netto al 31 dicembre 2023 si attesta a 0,9 milioni di euro, rispetto a -4,1 milioni di euro al 31 dicembre 2022.
Questa crescita sbalorditiva sembra ricondursi alle commesse milionarie aggiudicate da Olidata con i ministeri italiani.
MINISTERO DELLA DIFESA, INTERNO, STATO MAGGIORE DELL’ESERCITO TRA I CLIENTI
“L’elenco dei clienti della società di Rufini comprende il ministero della Difesa (contratti per 4,14 milioni), quello dell’Interno (2,71 milioni), passando lo Stato maggiore dell’Esercito (1,33 milioni), fino al ministero della Giustizia (1,15 milioni) e a quello del Lavoro (un milione)”, riassume oggi il quotidiano Domani.
L’OPERATO DEI “SOCI OCCULTI”
Ma è proprio nell’aggiudicazione di queste commesse e appalti che qualcosa non quadra secondo gli inquirenti che stanno vagliando la “regolarità delle procedure ad evidenza pubblica aggiudicate in favore della Olidata e di numerose altre aziende”.
Un capo d’imputazione dell’indagine è dedicato infatti ai presunti interessi «illeciti» di Olidata. E ora torniamo agli altri protagonisti dell’inchiesta: come già detto nel fascicolo d’indagine è presente anche Amato Fusco, direttore della III Divisione del servizio telecomunicazioni della direzione centrale dei servizi logistici e della gestione patrimoniale della polizia di Stato. Fusco risulterebbe “socio occulto” di Olidata tramite la compagna Michela Carilo Ambrosio che possiede azioni per 10mila euro. Così come Antonio Angelo Masala, «l’Antonio della Difesa» per gli amici d’affari, la cui moglie Valentina Patrignani (indagata anche lei) detiene azioni in Olidata.
I PRESUNTI ILLECITI NEGLI APPALTI CON DIFESA, MINISTERO DELL’INTERNO E MARINA
Stando alla ricostruzione dei giornali a partire dagli atti della Procura, Fusco si sarebbe adoperato in favore della società Itd Solution, per la procedura di Adesione alla convenzione Consip denominata Licenza Multibrand del ministero dell’Interno. Una gara del valore di 20,6 milioni di euro da far aggiudicare ottenendo, come contropartita, l’inserimento di Olidata nella «catena di vendita», riportava ieri Il Sole 24 Ore.
Ma non finisce qui. secondo La Stampa, il 30 gennaio 2024, il raggruppamento temporaneo di imprese che fa capo all’imprenditore Massimo Rossi, finito agli arresti domiciliari, si aggiudica l’ampia gara di ristrutturazione delle infrastrutture della rete del comparto della Difesa. In questo caso a manovrare dietro le quinte con Rossi ci sarebbe l’ufficiale Masala con scambio di informazioni utili. Poi, «come illecito compenso per l’opera prestata nella gestione della procedura», Olidata spa viene inserita «dalle imprese aggiudicatarie nella catena di vendita con proventi quantificabili in oltre 4 milioni e mezzo».
“Stesso schema sarebbe stato attuato dal dipendente del Viminale e direttore della Centrale dei servizi logistici e della gestione patrimoniale della Polizia di Stato [Fusco]. Ad aprile 2024, il ministero dell’Interno apre la gara per le licenze software per il server Nutanix, tecnologia di cloud. Fusco, secondo le accuse, incontra l’imprenditore Rossi. L’affidamento va ad Itd Solution e ad un’altra srl coinvolta nell’indagine. Olidata spa viene inserita nella catena di vendita” riporta ancora La Stampa.
Dopodiché a febbraio 2024, la stessa gara viene bandita dalla Direzione di Intendenza della Marina Militare. Qui è l’ufficiale Masala che si attiva. Anche qui «otterrà» dei favori, segnala il quotidiano torinese. «Riceverà – si legge negli atti – un’indebita utilità attraverso partecipazioni occulte a società formalmente riferibili alla moglie».
FINO ALL’OBIETTIVO DI SALIRE A BORDO DEL PROGETTO STARLINK IN ITALIA
Tante gare appetibili con annesse forniture per gli importanti dicasteri, ma non finisce qui.
Nel mirino del trio dei factotum di Olidata finisce anche l’accordo del nostro paese con Starlink, la divisione della società aerospaziale SpaceX del miliardario americano Elon Musk.
Negli ultimi tempi si parla infatti dell’accordo tra la premier Giorgia Meloni ed Elon Musk che prevedrebbe la revisione del Pnrr e l’affidamento a Starlink della connessione delle aree grigie, laddove la banda dovrebbe arrivare a un Giga. Ma nella definizione di questo accordo sono emerse relazioni con la maxi inchiesta per corruzione che ha travolto Sogei, Digital Value&co tramite il coinvolgimento dell’ufficiale Antonio Masala e Andrea Stroppa, consulente di Elon Musk nel nostro paese.
IL LAVORO DI MASALA
Secondo gli inquirenti, Masala, che ricordiamo è capitano di fregata della Marina militare, distaccato presso il reparto sistemi dello stato maggiore della Difesa, nonché marito di Valentina Patrignani (socia di Olidata) «compiva atti contrari ai suoi doveri d’ufficio rivelando illegittimamente a Stroppa notizie di ufficio destinate a rimanere segrete».
«In particolare, inoltrava a Stroppa un documento riservato del ministero degli Affari Esteri redatto a margine di una riunione tenutasi il 29 agosto scorso, alla quale l’ufficiale di Marina prendeva parte in virtù del proprio ruolo di Ufficiale della Marina Militare in forza al Sesto Reparto dello Stato Maggiore Difesa, avente ad oggetto la valutazione del progetto finalizzato all’impiego, con scopi militari prima e dual use dopo, delle tecnologie satellitari fornite dall’azienda americana SpaceX» riportava ieri Il Sole 24 Ore.
L’ACCORDO IN FIERI CON SPACEX
E qui è bene fare un excursus su Starlink: si tratta della costellazione di satelliti della società aerospaziale di Elon Musk concepita per fornire servizi internet a banda larga in tutto il mondo, in particolare nelle aree rurali e scarsamente servite da altre reti.
Come ricostruisce oggi Repubblica, secondo la proposta di Starlink inviata informalmente a Chigi, la società offrirebbe una rete governativa che utilizzerebbe satelliti di Starlink e stazioni terrestri in Italia. L’accordo durerebbe cinque anni per un costo totale di un miliardo e mezzo. L’infrastruttura messa a disposizione è quella di Musk che manterrebbe la proprietà dei satelliti, mentre a gestire i dati criptati sarebbe il nostro Paese. Il passaggio non è scontato: si tratta di informazioni da cui passa la sicurezza nazionale e, dunque, potrebbe essere un problema affidarle a una società privata, per lo più fuori dall’Unione Europea.
Non a caso, da quello che risulta a Repubblica, “proprio la Farnesina ha indicato la possibilità di chiudere un accordo, contemporaneamente, anche con gli Stati Uniti, come ulteriore garanzia per l’Italia. Anche la Difesa aveva dato alcune indicazioni così come emergerebbe da alcuni verbali che Masala avrebbe prontamente girato a Stroppa e che la Finanza ha già individuato sul solo telefonino sequestrato al genio della cyber italiano. Non si tratta di documenti classificati. E sarà complicato, stando così le cose, anche dimostrare una corruzione visto che l’accordo non era ancora definito e soprattutto, per come era stato impostato, sembrava non essere destinato a una gara”.
UNA FETTA PER OLIDATA?
Tutto ciò da parte di Masala perché “In cambio accettava la promessa da Stroppa, nell’ambito di una più ampia attività di agevolazione rispetto agli interessi della multinazionale SpaceX, della conclusione di un contratto di fornitura tra tale società e la Olidata S.p.A., e la susseguente stipula di un ulteriore contratto di partnership tra Olidata e una società partecipata occultamente dal militare”, si legge negli atti.
Da parte sua il presidente di Olidata, Cristiano Rufini, oggi nell’elenco degli indagati, ha ribadito la ferma volontà di “collaborare attivamente con le istituzioni, confidando in una rapida definizione della situazione e nel pieno chiarimento delle circostanze oggetto di indagine”, riferisce una nota di Olidata datata 15 ottobre.