Tesla, la casa automobilistica statunitense guidata da Elon Musk, ha consegnato un numero record di veicoli elettrici nel quarto trimestre del 2023, rispettando i propri obiettivi e superando le aspettative del mercato. Ma non è bastato: la prima azienda venditrice di veicoli elettrici al mondo è la cinese BYD.
IL CONFRONTO CON BYD
Nel periodo ottobre-dicembre 2023 Tesla ha consegnato 494.989 auto elettriche; BYD invece – tra i suoi sostenitori c’è il miliardario americano Warren Buffett – è arrivata a 526.409 unità. Per quanto le vendite di BYD si concentrino in Cina e l’azienda abbia dunque un’impronta meno internazionale di Tesla, il suo sorpasso sulla casa di Musk sembra indicare una nuova preferenza dei consumatori, come scrive Reuters: anche considerati gli alti tassi di interesse, gli acquirenti preferiscono dirigersi su automobili più economiche.
Considerando l’intero 2023, Tesla ha consegnato 1,8 milioni di veicoli elettrici, mancando l’obiettivo interno di 2 milioni di unità fissato dall’amministratore delegato Elon Musk. Circoscrivendo tuttavia il confronto ai soli modelli elettrici “puri” – Tesla non produce ibridi -, la casa statunitense è ancora in vantaggio su BYD: nel 2023, infatti, la società cinese ha consegnato 3 milioni di veicoli elettrici, di cui 1,4 milioni ibridi plug-in e circa 1,6 milioni elettrici puri.
TESLA CONTINUA A CRESCERE A UN TASSO DEL 40 PER CENTO CIRCA
Gli 1,8 milioni di veicoli consegnati nel 2023 da Tesla rappresentano una crescita del 38 per cento rispetto ai volumi del 2022 (1,3 milioni). Anche nel 2022 l’azienda riportò un tasso di crescita del 40 per cento nelle consegne rispetto al 2021.
LA GUERRA DEI PREZZI
Sia Tesla che BYD hanno ridotto i prezzi di vendita dei loro veicoli con l’obiettivo di guadagnare quote di mercato ai danni della concorrenza che non possiede le stesse economia di scala. Questa “guerra dei prezzi” sta minando i margini di profitto delle due società ma sta funzionando bene per BYD, in particolare, anche perché la Cina è il maggiore mercato al mondo per le auto elettriche.
Quanto a Tesla, Gary Bradshaw di Hodges Capital (azionista di Tesla) ha detto a Reuters che i numeri delle consegne di Tesla sono “molto, molto, molto migliori” di quelli delle altre case automobilistiche statunitensi. Ad esempio Rivian, azienda di dimensioni più piccole ma specializzata in veicoli elettrici, ha mancato le aspettative di mercato sulle vendite; il raffreddamento della domanda per le vetture a batteria ha convinto alcuni pesi massimi del settore automotive come Ford e General Motors ad adottare un approccio più prudente nella transizione alla mobilità elettrica.
IL PROBLEMA CON L’INFLATION REDUCTION ACT
Diversi analisti ritengono che Tesla debba continuare a portare avanti la politica di tagli ai prezzi introdotta un anno fa se vorrà garantirsi la domanda. C’entra il fatto che la sua Model 3, un modello di berlina elettrica molto popolare, non potrà più accedere al credito d’imposta di 7500 dollari negli Stati Uniti per via dei requisiti più stringenti sull’origine dei materiali per le batteria: l’Inflation Reduction Act, la grande legge di stimolo alle cosiddette “tecnologie pulite”, vuole infatti favorire la manifattura americana e disincentivare gli approvvigionamenti dalla Cina, che domina le filiere dell’elettrificazione.
Nel quarto trimestre del 2023 le consegne dei modelli Model 3 e Model Y (un SUV elettrico) sono ammontate a 461.538 unità, su un totale di 494.989. Tesla non ha specificato se siano iniziate, e a quanto eventualmente ammontino, le consegne del nuovo e travagliato pick-up Cybertruck.