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CYBERTRUCK UE

L’Ue bloccherà alla frontiera il Cybertruck di Elon Musk?

L'aspetto fuori dall'ordinario, l'esoscheletro in acciaio inossidabile coi vetri blindati e i tanti spigoli vivi pongono più di un interrogativo sulla compatibilità di Cybertruck con le ferree norme per l'omologazione Ue.

Nel corso del secolo scorso le auto sono cambiate enormemente. Non solo dal punto di vista della potenza, ma anche della foggia e dell’estetica. In massima parte ciò è dovuto al cambiamento dei gusti dell’utenza e alla necessità di aumentarne le prestazioni, con telai sempre più affusolati e aerodinamici, ma anche alla necessità di rispondere a regole ben precise sulla sicurezza degli occupanti e dei pedoni in caso di incidente. Si pensi per esempio alle auto dei primi del 900 i cui cofani erano spesso adornati da statuette sul pomello del radiatore che l’acquirente poteva persino personalizzare a piacimento: se si urtava un passante diventavano spuntoni acuminati. Per questo le poche Case che ancora usano ornamenti per il cofano (Rolls Royce e Mercedes) devono soddisfare requisiti determinati. O, ancora, si pensi ai tanti elementi sporgenti e metallici degli anni ’50 e ’60 e al profilo basso ma tagliente delle vetture della decade successiva. Quando si parla di auto, i designer non possono sbizzarrirsi: un assetto molto basso potrebbe sbriciolare le gambe di un pedone; uno molto alto il torace. Più le forme sono strane più aumentano i punti ciechi per il guidatore. Soprattutto in Europa le regole sono molto severe (antesignana la direttiva 2003/102/CE ): potrebbe scoprirlo a proprie spese Elon Musk nel caso in cui gli fosse vietata la commercializzazione, almeno nella Ue, del Cybertruck.

CYBERTRUCK, IL GIOCATTOLONE DELLA DISCORDIA

Nel Vecchio continente ci si affida ai test Euro Ncap che, attraverso prove con manichini, valuta la sicurezza per gli occupanti della vettura e per i pedoni, con scontri simulati a decine e decine di chilometri orari senza frenata. La resistenza dei materiali e la presenza di spigoli vivi possono determinare l’omologazione o la bocciatura di una vettura. E proprio su quest’ultimo fronte, Cybertruck di Tesla pone parecchi interrogativi perché la sua forma, distanziandosi parecchio dalla massa (le regole comuni hanno imposto una certa somiglianza tra le varie vetture), potrebbe rilevarsi uno svantaggio in questo tipo di prove.

Se così fosse, si tratterebbe solo dell’ultimo ostacolo di una vettura dal destino a dir poco travagliato, annunciata quattro anni fa e giunta sul mercato con due anni di ritardo sui tempi. Non dimentichiamo inoltre che il debutto agli inizi di dicembre è stato risibile: appena 12 i modelli consegnati a coloro che avevano versato 100 dollari per il pre-ordine (oggi ne servono 250, dopodiché ci si mette in fila e si attende: gli ordini superano i 2 milioni e al momento ne producono 125mila l’anno).

Non solo: nel 2019, Elon Musk promise che il prezzo di listino sarebbe stato attorno i 39.990 dollari, mentre il modello base oggi viene offerto a 60.990 (56 mila euro). In pratica è raddoppiato, mentre a essere diminuita è l’autonomia: quella promessa era di 800km, quella odierna sarebbe attorno ai 550 (750 dichiarati se si acquista la batteria aggiuntiva Range Extender che sacrifica buona parte dello spazio del cassone posteriore).

L’UE OMOLOGHERA’ IL CYBERTRUCK?

Come si diceva, l’aspetto fuori dall’ordinario che rende Cybertruck un enorme giocattolo più simile all’auto di Batman o di Robocop che non un pick up vero e proprio, l’esoscheletro in acciaio inossidabile antiproiettile e i tanti spigoli vivi della carrozzeria pongono più di un interrogativo sulla compatibilità con le ferree norme per l’omologazione Ue.

Al momento davanti al suo spigoloso paraurti si staglia Barend Wolf,  responsabile della divisione Tecnologia dei veicoli presso il Deutschen Verkehrssicherheitsrat, il consiglio tedesco per la sicurezza stradale. Intervistato dallo Spiegel, il funzionario è stato piuttosto ferale: “a nostro avviso il Tesla Cybertruck nella sua forma attuale e senza modifiche importanti non è immatricolabile in Germania”. Un altolà che si trascinerebbe quasi certamente dietro una bocciatura comunitaria, perché difficilmente le norme nazionali sono più restrittive: il vero collo di bottiglia è infatti la direttiva Ue.

TUTTI I DUBBI SULLA SICUREZZA DEI PEDONI

Wolf ha inoltre lasciato intendere che il Cybertruck rebus sic stantibus difetterebbe dei requisiti necessari per la protezione dei pedoni come pure di altri, senza però dettagliare. Per diversi osservatori, tra gli altri limiti principali del mezzo ci sarebbe la foggia del frontale che, dall’interno dell’abitacolo, impedirebbe al guidatore di scorgere la presenza di bambini a pochi centimetri dal cofano del veicolo.

AlVolante scrive: “il ceo della Tesla, Elon Musk, a suo tempo, aveva parlato di un esoscheletro, ossia una resistente “pelle” esterna che partecipa alla gestione delle sollecitazioni indotte dal movimento. È un qualcosa di diverso sia dalla scocca portante delle automobili convenzionali sia dalla soluzione, universalmente adottata dagli altri pickup, che vede un telaio separato con carrozzeria fissata sopra.”

E, ancora: “Gli spigoli della carrozzeria potrebbero poi non essere conformi alle norme europee: sono “vivi” invece di avere un raggio almeno pari a 3,2 mm. Al di là della forma la sua costruzione in dura lamiera di acciaio inossidabile, come il cofano e il resto della carrozzeria, desta più di una perplessità essendo molto lontana dalla cedevolezza controllata che frontali e cofani devono avere per superare i test Euro Ncap. ”

Con l’ironica conseguenza che mentre lo slogan ‘urlato’ sul sito ufficiale è che il mezzo è stato “costruito per essere usato su ogni pianeta”, il Cybertruck di Tesla non sembra essere stato costruito per il rispetto delle norme Ue sulla sicurezza dei pedoni ma avendo come unico obiettivo il confort degli occupanti.

Un modo estremamente egoistico di intendere la vettura, come detto dall’amministratore delegato di Ancap, l’ente australiano omologo dell’Euro Ncap, James Goodwin, alla presentazione del Cybertruck: “temiamo che Tesla sia più interessata ai passeggeri del veicolo ma in ogni caso non può ignorare gli altri utenti della stradaì”.

Una visione egoistica del mezzo che in Germania l’ha persino resa antipatica agli ambientalisti, principali sponsor della transizione verso l’auto elettrica, come scrive Repubblica: nel Paese dove la sensibilizzazione per l’ambiente ha fatto crescere e portato al governo i Verdi, si è arrivati a dichiarare che nonostante si tratti di un mezzo elettrico che fa risparmiare grandi quantità di CO?, “non c’è motivo di sacrificare la sicurezza stradale per la protezione del clima”.

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