Il quotidiano cinese South China Morning Post, con sede a Hong Kong e di proprietà della compagnia tecnologica Alibaba, ha pubblicato nel fine settimana un articolo in difesa dei veicoli elettrici cinesi dai nuovi dazi proposti dalla Commissione europea. L’articolo si concentra sulla Spagna, contraria alle tariffe in questione, e sulle qualità delle auto cinesi in termini di prestazioni e di prezzi. “La qualità dei veicoli elettrici cinesi è incredibile, per non parlare del prezzo accessibile”, ha detto al quotidiano un tassista spagnolo, José: a suo dire, i dazi sono “ingiusti per i consumatori che devono affrontare l’inflazione. Perché l’Unione europea non impone una tariffa sulle auto statunitensi?”.
I DAZI EUROPEI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI
In aggiunta alla tariffa standard del 10 per cento, i dazi aggiuntivi servono a bilanciare le sovvenzioni sleali offerte dal governo della Cina ai produttori automobilistici nazionali; la differenza di valore tra le aliquote – dal 17 per cento su BYD al 36,3 per cento su SAIC – dipende principalmente dal grado di collaborazione delle case cinesi all’indagine europea sui sussidi. La competitività di prezzo delle auto elettriche cinesi, tuttavia, non è dovuta solo agli aiuti di stato, per quanto ingenti, ma anche alle economie di scala raggiunte dai produttori e dal loro controllo sulla filiera (specialmente per quanto riguarda le batterie, il componente più costoso).
PERCHÉ LA SPAGNA SI OPPONE?
L’opposizione della Spagna ai dazi, però, non ha niente a che vedere con il gradimento o la convenienza delle auto elettriche cinesi, ma piuttosto con il timore che le ritorsioni commerciali della Cina possano danneggiare il proprio settore agroalimentare. A giugno la Cina, in risposta all’indagine europea sulle auto elettriche, ha aperto un’indagine anti-dumping sulle importazioni di carne di maiale dall’Unione europea: la Cina è il paese che consuma e importa più carne suina al mondo; la Spagna è il paese europeo che ne esporta di più. Nel 2023 la Spagna ha esportato carne di maiale in Cina per 1,5 miliardi di euro.
Oltre a questo, la Spagna è un importante produttore automobilistico – il secondo in Europa, dopo la Germania – e non vuole che lo scoppio di una guerra commerciale tra Bruxelles e Pechino pregiudichi gli investimenti cinesi nei propri settori della mobilità elettrica e delle energie rinnovabili.
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Ecco perché il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, dopo una visita di quattro giorni in Cina, ha invitato la Commissione e gli stati membri dell’Unione a “riconsiderare” l’imposizione dei dazi.
Per bloccare le tariffe è necessario il voto contrario della maggioranza qualificata degli stati membri, ovvero di quindici paesi che rappresentino almeno il 65 per cento della popolazione europea; in caso contrario, entro il 30 ottobre la Commissione imporrà definitivamente i dazi, che rimarranno in vigore per cinque anni.
LA CINA CERCA DI DIVIDERE L’UNIONE EUROPEA
L’articolo del South China Morning Post potrebbe essere parte della strategia di Pechino per alimentare le divisioni all’interno dell’Unione europea. Come ha riassunto bene Bloomberg, “l’obiettivo della Cina è quello di convincere un numero sufficiente di paesi europei che i dazi sono una cattiva idea, in modo che si oppongano o attenuino le tariffe finali. La speranza [cinese, ndr] è che la minaccia di ritorsione generi abbastanza dolore in quei paesi da spingere i loro governi a convincere l’Unione europea a fare marcia indietro”.
A pensarla come la Spagna è la Germania, che ha nella Cina la sua principale partner commerciale e verrebbe dunque fortemente penalizzata da una trade war. Favorevoli ai dazi, invece, sono la Francia e l’Italia. Il ministro delle Imprese Adolfo Urso ha dichiarato a Reuters di aspettarsi una “soluzione negoziata”.
NON SOLO LA SPAGNA: ANCHE IL REGNO UNITO HA PAURA DELLE RITORSIONI CINESI
Non solo la Spagna e la Germania, ma anche il Regno Unito è spaventato dalle ritorsioni commerciali cinesi e per questo ha rinunciato all’imposizione di dazi sulle auto elettriche: la Cina è infatti un vasto mercato per le vetture di lusso di marchi come Rolls-Royce, Jaguar e Bentley, ma anche di whisky e salmone scozzesi.
Il 22 per cento dei veicoli elettrici immatricolati nel paese sono stati fabbricati in Cina.