Nel suo rapporto sul futuro della competitività europea Mario Draghi scrive che l’Europa ha costruito un vasto mercato per le tecnologie pulite – ovvero i dispositivi e i macchinari per l’energia pulita e la riduzione delle emissioni – ma è rimasta indietro nella manifattura, dovendo ricorrere alle importazioni per soddisfare la sua domanda. L’Unione europea conta ormai pochissimo nella filiera del solare fotovoltaico, dominata dalla Cina, e potrebbe peggiorare la sua posizione anche nel mercato degli elettrolizzatori per l’idrogeno verde, una tecnologia non ancora affermata ma dalle grandi potenzialità. Sugli elettrolizzatori l’Unione europea “detiene la leadership tecnologica”, spiega Draghi, “ma, contrariamente alla Cina, non produce ancora su vasta scala”.
LA LETTERA (MORTA) DELLE AZIENDE EUROPEE A VON DER LEYEN
A luglio venti aziende europee produttrici di elettrolizzatori hanno inviato una lettera a Ursula von der Leyen per chiedere alla Commissione europea di fare di più per assicurare che gli obiettivi comunitari sull’idrogeno siano raggiunti attraverso elettrolizzatori prodotti in Europa: quelli made in China non sono altrettanto efficienti, ma sono molto più economici.
LA SPAGNA SI AFFIDA ALLA CINA PER GLI ELETTROLIZZATORI
Pare però che queste richieste resteranno lettera morta, visto che la Spagna – che intende sfruttare il suo alto potenziale solare per ottenere idrogeno e ammoniaca verdi – si affiderà a un’azienda cinese, Envision, per lo sviluppo di un parco industriale di elettrolizzatori dal valore di 1 miliardo di dollari. Il primo ministro Pedro Sanchez è in visita in Cina e dovrebbe firmare un memorandum d’intesa sul progetto.
COSA SAPPIAMO DEL PARCO INDUSTRIALE PER L’IDROGENO VERDE
Il progetto non è ancora stato annunciato ufficialmente ma, stando alle informazioni ottenute da Bloomberg, i lavori di realizzazione cominceranno nella prima metà del 2026. Envision collaborerà con il governo spagnolo per la selezione di un sito adatto per il parco industriale, che verrà alimentato con energia rinnovabile.
In un comunicato, Envision ha fatto sapere che il parco produrrà sia elettrolizzatori di tipo alcalino, sia a membrana a scambio protonico: è una precisazione rilevante perché attualmente le aziende cinesi si focalizzano sugli elettrolizzatori alcalini (meno costosi ma anche meno efficienti), mentre quelle europee hanno puntato sui macchinari a membrana a scambio protonico (qualitativamente superiori). Se però la Cina dovesse dominare la manifattura anche di quest’ultima tecnologia, l’Unione europea potrebbe perdere rilevanza nell’ennesimo mercato di una tecnologia pulita.
Envision ha detto inoltre di puntare a 5 gigawatt di capacità produttiva di elettrolizzatori in Spagna, vale a dire quasi la metà dell’obiettivo governativo al 2030 (11 GW). La società, peraltro, è specializzata anche nella produzione di turbine eoliche e batterie.