L’Italia è fanalino di coda in tema auto elettrica. E’ ora che il Governo pubblichi le linee guida sulla Mobilità Sostenibile redatte dal Tavolo tecnico coordinato da Raffaele Tiscar
In Italia circolano solo 6.989 auto elettriche: ci sono 0,12 vetture a zero emissioni dal tubo di scarico ogni mille abitanti. A supporto della mobilità elettrica ci sono 2.874, installate grazie al lavoro di aziende private. Numeri che fanno del Belpaese uno dei peggiori in Europa.

Intanto, di auto elettriche (e non solo) si parlerà alla Conferenza Nazionale della Mobilità Elettrica (E-mob), che si terrà dal 18 al 20 maggio, presso il Castello Sforzesco, a Milano. Istituzioni nazionali e locali, case automobilistiche, università, centri di ricerca e protagonisti di tutta la filiera dell’elettrico si incontreranno per discutere del futuro della mobilità sostenibile in Italia. La tre giorni prevede l’intervento dei massimi esponenti del Governo e degli enti locali, di ricercatori ed esperti del settore, oltre a una serie di convegni dedicati al modello Milano, con un confronto con i rappresentanti delle città europee che si sono distinte in tema di mobilità sostenibile.
Di tutto questo abbiamo parlato in una intervista a Camillo Piazza, Presidente di Class Onlus, associazione di settore che nel 2016 ha proposto, insieme ad Enel, A2A ed Hera, la “Carta di Arese”, un documento di intenti sulla mobilità sostenibile e attualmente al vaglio del Governo.
Poche auto elettriche e ancora poche colonnine di ricarica. Perché in Italia la mobilità elettrica non decolla?

Si sostiene che a bloccare la mobilità elettrica sia il numero troppo basso di colonnine, ma dobbiamo ammettere anche che un auto a batteria ha ancora un costo troppo alto rispetto all’auto endotermica, almeno inizialmente. Solo un aiuto dello Stato porrebbe far superare l’ostacolo costo. A tal proposito, però, i cittadini dovrebbero sapere che a Milano, chi ha un’auto elettrica, risparmia fino a 4.500 euro l’anno, avendo accesso gratuito all’area C.
Il mondo della Politica negli scorsi anni ha lavorato sul tema della mobilità sostenibile. Raffaele Tiscar ha coordinato, sotto il Governo Renzi, un tavolo tecnico in materia, di cui ancora però non è stato pubblicato alcun documento. Le linee guida contenute, daranno un nuovo e forte impulso alla diffusione dell’auto elettrica?
Certamente sì. Il lavoro fatto da Raffaele Tiscar è quello di un assemblaggio di dati sulla qualità dell’aria in Italia, indispensabile, per muovere, coscientemente, i primi passi verso una mobilità sostenibile. Il documento, diffuso al momento solo tra gli attori della filiera, fotografa la realtà del nostro Paese, con dati ambientali che arrivano dal Ministero dell’Ambiente e da Enea, provando a far capire che l’inquinamento dell’aria è un’emergenza su cui agire.
Credo che sia ora che il lavoro svolto dal Tavolo tecnico guidato da Tiscar venga pubblicato, ma ho letto che c’è un pò di ostruzionismo da parte di associazioni legate al settore del Gas e del Gpl. Ostruzionismo che fatico a capire: il documento che verrà pubblicato non è solo concentrato sull’aspetto elettrico, ma raccoglie i dati ambientali di ogni scenario e chiede agli attori di ogni settore di fare delle proposte reali. Le raccomandazioni che sono pervenute al Tavolo sono le più disparate e non c’è intenzione di adottare una sola tecnologica. Non voler rendere pubblico questo documento significa fare delle scelte economiche, poco etiche, dal momento che non si terrebbe conto della salute dei cittadini.
É doveroso per uno Stato raccontare la situazione attuale e avviare un processo di trasformazione della mobilità. Chi fa ostruzionismo ha paura di un confronto reale e non ha chiaro quali siano le conseguenze dello smog.
Sappiamo bene che in questo momento non è possibile dire basta a petrolio e gas, una soluzione potrebbe essere quella dell’ibrido plug-in.

Cosa dovrebbe fare il Governo per sostenere la diffusione dell’auto elettrica?
E’ semplice. Deve ridurre i soldi destinati alla sanità a causa dell’inquinamento e spostare il denaro per sostenere, almeno provvisoriamente, la mobilità elettrica, fino a quando il mercato non sia maturo. Regaliamo ogni anno alla Comunità Europea ben 200 milioni a causa della pessima qualità dell’aria: evitiamo questi regali e investiamo seriamente per il futuro del Paese.
Prendiamo esempio dai nostri vicini, da Francia, Austria e Germania. Per quale motivo non riusciamo ancora a capire che non è un problema solo tecnologico, ma è un problema di salute? I dati dell’Europa parlano chiaro: ci sono 80mila morti l’anno per smog. È ovvio che il problema è talmente grande che non si risolverà solo con l’utilizzo dell’auto elettrica, ma bisognerà intervenire anche in altri settori, come quello dell’energia.
Si terrà a Milano, dal 18 a 20 maggio, la Conferenza Nazionale della Mobilità elettrica (E-mob). Sarà un’occasione importante che vedrà coinvolti tutti gli attori della filiera…
Ci saranno tutti gli stakeholder, ma soprattutto ci saranno Comuni e Regioni. L’obiettivo è quello fornire alle Amministrazioni Pubbliche, che sono le dirette interessate dal problema della cattiva qualità dell’aria, delle azioni concrete e attuabili per favorire una mobilità più sostenibile. Vorremmo che più Comuni possibili aderissero alla Carta Metropolitana dell’elettromobilità, un documento che conterrà le linee guida da attuare nel locale. Il modello dell’area C, tra gli altri, potrebbe esser replicato da numerose altre città.
Credo che il documento su cui stiamo lavorando, ovvero la Carta Metropolitana dell’elettromobilità , possa essere, insieme al lavoro del Tavolo coordinato da Raffaele Tiscar, uno strumento utile per il Governo Gentiloni, da presentare al prossimo G7 di Taormina.






