Svelati i reali pretendenti di Alitalia. Sono le Ferrovie dello Stato, spinte dal governo per dare forma al proprio progetto di rilancio, l’inglese easyJet e l’americana Delta.
Ora, però, inizia la fase più difficile: entro il 15 dicembre vanno restituiti i 900 milioni più interessi del prestito ponte (pratica su cui sbuffa Bruxelles, come svelato da Start Magazine), con il rischio che il prestito ponte sia considerato un aiuto di Stato dalla Commissione Ue, come temono ambienti del governo. Ma andiamo con ordine.
CHE COSA E’ SUCCESSO
Alla scadenza del termine per la presentazione delle offerte, ossia il 31 ottobre, sono state tre le buste arrivate sul tavolo del notaio Nicola Atlante: due offerte vincolanti e una manifestazione di interesse non vincolante.
LA MOSSA DELLE FERROVIE DELLO STATO
La busta più attesa è stata spedita dal gruppo Ferrovie Italiane con i nuovi vertici nominati dal governo M5S-Lega: ieri hanno avuto il via libera del cda a farsi avanti con l’offerta per l’acquisto dei rami d’azienda di Alitalia-Sai e Alitalia Cityliner.
L’offerta stabilisce che venga fatto un piano industriale nel corso di una “confirmatory due diligence”, condizione essenziale dell’operazione per individuare soggetti privati e istituzionali interessati: Fs si riserva di costituire una società anche con la compartecipazione di un primario vettore aereo. Per tutelarsi, tuttavia, le Ferrovie avrebbero indicato che, qualora non si configurasse questo disegno, l’offerta decadrebbe.
L’OFFERTA DI EASYJEAT
Resta della partita, inoltre, easyJet, in campo per la compagnia italiana fin dalla prima offerta dell’ottobre dello scorso anno. Ieri la low cost inglese ha ribadito “la propria manifestazione di interesse per una Alitalia ristrutturata”. Ossia con molti meno dipendenti degli attuali. La manifestazione di easyJet dovrebbe riguardare solo la parte «aviation», che ha 8mila dipendenti.
LA PRESENZA DI DELTA E L’ASSENZA DI LUFTHANSA
La terza manifestazione di interesse è arrivata dall’americana Delta. Esce di scena invece Lufthansa, che poche ore priva aveva chiarito di non essere interessata “ad essere co-investitore con il governo in una compagnia che ha bisogno di essere ristrutturata”.
IL COMMENTO DEL SOLE 24 ORE
Ha scritto oggi Gianni Dragoni del Sole 24 Ore: “L’offerta Fs dovrebbe essere quella con le maggiori possibilità di arrivare al traguardo. Dovranno però realizzarsi le condizioni approvate dal cda della società che appartiene per il 100% al ministero dell’Economia. L’offerta Fs è diretta a tutto il perimetro di Alitalia, con 12mila dipendenti, di cui circa 1.360 in cigs a rotazione, secondo l’accordo di proroga della cigs fino a marzo, raggiunto ieri sera con i sindacati (con 210 lavoratori in cigs in meno rispetto ai 1.570 precedenti)”.
LE PROSSIME TAPPE
Ora, come si diceva, inizia la fase più difficile: dare corso al progetto del governo, ovvero una newco con una dotazione di almeno 2 miliardi in cui far confluire, insieme a Fs altri partner istituzionali e un partner del settore.
IL RUOLO DI CDP
Non mancano nodi, intralci e perplessità (qui le critiche dell’economista esperto di trasporti, Andrea Giuricin, in un’intervista a Start Magazine). Tra le possibili società pubbliche da coinvolgere si sono già sfilate Leonardo ed Eni e su Cdp c’è la contrarietà delle fondazioni bancarie azioniste ad entrare nel capitale del vettore. Infatti resta in ballo per la Cassa un ruolo da finanziatore.
IL PIANO INIZIALE
Il piano iniziale del governo prevedeva la creazione di una Newco con una dotazione tra 1,5 e 2 miliardi, con il ministero dell’Economia azionista al 15% – tramite la conversione in capitale di una parte del prestito ponte di 900 milioni di euro – e la partecipazione di Ferrovie.
DOSSIER PRESTITO
Resta lo scoglio della conversione in capitale di una parte del prestito ponte di 900 milioni di euro (che pesa in realtà 1 miliardo compresi gli interessi maturati ma non versati); proprio la trasformazione in equity è al vaglio del Tesoro, perché l’operazione potrebbe finire nel mirino della Commissione Ue causa possibile violazione della normativa sugli aiuti di Stato.
LA PROROGA DELLA CASSA
Nell’attesa, arriva l’accorso sulla proroga della cassa integrazione straordinaria. L’intesa per la cassa integrazione straordinaria in scadenza riguarda 90 comandanti, 60 piloti fino al 31 dicembre 2018, 380 assistenti di volo e 830 per il personale di terra. In totale 1360 persone: Alitalia partiva da una richiesta di 1570.
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