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Alitalia, ecco che cosa hanno combinato davvero i commissari

Come sta davvero Alitalia dopo la cura dei commissari? Il commento di Ugo Arrigo, economista, docente alla Bicocca di Milano, esperto di finanza pubblica e trasporti

Quando il filosofo francese Francois – Marie Arouet, noto come Voltaire, scrisse a metà del Settecento il Candido, non poteva immaginare che più di due secoli e mezzo dopo l’inguaribile ottimista Dottor Pangloss avrebbe avuto dei convinti seguaci nei commissari straordinari di Alitalia.

ALITALIA VISTA DAI COMMISSARI

La compagnia è gestita nel migliore dei modi possibili, produce i risultati migliori possibili, non ha quasi per nulla intaccato il prestito ponte di 900 milioni e sarebbe persino tornata a un esile utile nel corso del trimestre estivo 2018. Dunque Alitalia vola nel migliore dei cieli possibili. Questo è in sintesi quando è stato detto in una recente audizione parlamentare, prontamente rilanciato dai numerosi Candidi che siedono nei banchi parlamentari, nelle associazioni sindacali e nelle redazioni economiche dei principali giornali.

I NUMERI DI ALITALIA SVENTOLATI DAI COMMISSARI

La storia recente di Alitalia non è una normale storia d’impresa bensì una rivisitazione in chiave aviatoria del Candido di Voltaire. Tuttavia, a vantaggio dei pessimisti e degli scettici, è utile riporre l’ottimismo e fare un po’ di tara ai numeri dei commissari: nei primi nove mesi del 2018 i passeggeri sono cresciuti dello 0,4% e i ricavi aziendali del 4,6% mentre il margine operativo lordo è migliorato, pur restando negativo, di quasi 190 milioni al netto delle poste non ricorrenti, anche per effetto di costi in diminuzione; l’azienda avrebbe inoltre conseguito un piccolo utile nel terzo trimestre e sarebbe in grado di restituire l’intero prestito ponte alla sua scadenza.

IL CONFRONTO CON IL 2017

Pur trattandosi di dinamiche di segno positivo non dimentichiamo che esse si confrontano con un 2017 estremamente problematico e pieno d’incertezze. Sino a tutto il terzo trimestre dello scorso anno l’azione di contenimento dei costi da parte dei commissari, arrivati a maggio, non poteva essere stata in grado di produrre risultati significativi. Inoltre le prenotazioni risentivano del clima d’incertezza sulla continuità aziendale, tanto che nell’intero anno 2017 Alitalia ha perso quasi il 6% dei suoi passeggeri in un anno in cui il mercato italiano è cresciuto più del 7%.

FRA PASSEGGERI ED EBITDA

I dati appena resi noti ci confermano che passeggeri persi lo scorso anno non sono stati in alcun modo recuperati dalla gestione commissariale nella parte trascorsa del 2018, nonostante in questo periodo l’intero mercato italiano sia cresciuto ancora del 6%. È inoltre poco plausibile che l’azienda abbia conseguito un utile netto nel terzo trimestre. Infatti se dal margine operativo lordo (Ebitda), dichiarato in 87 milioni, detraiamo 53 milioni di ammortamenti, valore pari a quello medio trimestrale del 2017, circa 20-25 milioni di oneri finanziari e diversi e 23 milioni di costo del prestito ponte, arriviamo a una perdita netta di 10-15 milioni di euro.

LA QUESTIONE DEL PRESTITO PONTE

Ma l’informazione più naif di tutte riguarda la capacità dell’azienda di restituire integralmente il prestito ponte alla scadenza nell’ipotesi che si perfezioni la vendita aziendale, essendovi ancora in cassa, oppure depositati in garanzia, 770 milioni, dei 900 originari. Intanto l’importo da restituire allo Stato non si limita ai 900 milioni ma include anche l’interesse, al tasso di circa il 10%, per l’anno e mezzo di durata del prestito, per una somma totale che si avvicinerà a fine anno ai 1.030 milioni.

LO SCENARIO E LE PREVISIONI

Se i commissari ricavassero 300 milioni dalla cessione dell’azienda arriverebbero a tale cifra? La risposta è affermativa ma solo non pagando le fatture residue, quelle non ancora saldate dei voli già effettuati e di non sostenere più i costi per far volare i passeggeri che hanno già prenotato e pagato per volare nei mesi successivi. Due condizioni che non sono state precisate nella recente audizione parlamentare.

UNA DOMANDA PER I COMMISSARI

D’altra parte se questi Candidi dei commissari non avevano bisogno dei 900 milioni, e non li hanno utilizzati, perché mai li hanno presi a prestito al non modico interesse del 10%? Forse volevano risanare la finanza pubblica italiana anziché la compagnia di bandiera?

(estratto di un articolo pubblicato sul Fatto Quotidiano; l’analisi integrale si può leggere qui)

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