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Alitalia, il sì dubbioso di Ferrovie, il nein di Lufthansa e gli sbuffi di Guzzetti, Mazzoncini e Giuricin

Che cosa sta succedendo sul dossier Alitalia? Ecco gli ultimi aggiornamenti fra indiscrezioni, numeri, polemiche, commenti e scenari

Il dossier Fs-Alitalia si chiude a fine ottobre. Neppure un euro di Stato in Alitalia. Si vedrà se queste due solenni promesse di Luigi Di Maio saranno mantenute.

A fine ottobre ci siamo già e le Ferrovie (100% Tesoro, dunque 100% dello Stato) sono sospinte dal governo a entrare nel capitale della compagnia aerea.

Ma non tutto è chiaro.

LA MOSSA CONDIZIONATA DELLE FERROVIE

Anzi, il gruppo Fs su indicazione del ministero dell’Economia e delle Finanze retto da Giovanni Tria ha posto diverse condizione per rilevare la compagnia aerea: il consiglio di amministrazione delle Fs oggi ha deliberato di presentare l’offerta per l’acquisto di Alitalia.

La società guidata da Gianfranco Battisti, però, avrebbe condizionato la propria offerta al coinvolgimento, nella fase successiva, di altri partner: una compagnia aerea straniera e altre società pubbliche insieme alle quali detenere una quota che si ipotizza compresa tra il 51% e il 60%. Qualora non si configurasse questo disegno, l’offerta decadrebbe.

I NO DI ENI E LEONARDO

Oggi, poi, grandinano smentite da parte di altre società partecipate dal Mef: sia Eni che Leonardo (ex Finmeccanica) escludono di entrare in Alitalia. Si vedrà.

IL RUOLO DIBATTUTO PER CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Di sicuro – secondo ambienti dell’esecutivo vicini al Movimento 5 Stelle – avrà un ruolo Cassa depositi e prestiti, controllata dal Tesoro e partecipata con il 15,9% dalle fondazioni bancarie.

LE PAROLE DI GUZZETTI

“In Alitalia la Cdp non deve mettere un euro per nessuna ragione”, ha però affermato il presidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti: “Siccome sono votazioni con maggioranze qualificate – ha aggiunto Guzzetti – il sistema delle fondazioni mi ha già dato mandato di dire che noi non voteremo investimenti in Alitalia”.

L’IPOTESI CDP

Resta da vedere se questo no di Guzzetti valga anche per un ruolo diverso da quello di socio di Alitalia: le fondazioni diranno no eventualmente anche a un finanziamento della Cassa depositi e prestiti al vettore per acquistare aerei?

IL NO GRAZIE (SDEGNATO) DI LUFTHANSA CON UNA CODA POLITICAMENTE VELENOSA

Ma il no di maggior peso oggi è arrivato da uno dei partner industriali interessati a entrare in una seconda fase in Alitalia, dopo l’offerta iniziale di Fs e quando si formerà l’agognato consorzio studiato dai consulenti.

“Una partnership con Alitalia è ancora possibile” ma Lufthansa “non ha in programma di investire nella compagnia insieme al Governo” italiano, ha sibilato la compagnia tedesca, secondo l’agenzia Bloomberg.

I RABBUFFI DI MAZZONCINI EX FS

A surriscaldare il dossier ci ha pensato stamattina anche l’ex amministratore delegato di Fs, Renato Mazzoncini, silurato dal governo Conte: “L’acquisizione di Alitalia rischia di mettere in difficoltà i conti delle Ferrovie dello Stato”, ha detto Mazzoncini in un’intervista a Repubblica. Il rischio “è che se Fs acquistasse una quota di maggioranza di Alitalia, vedrebbe peggiorare drasticamente tutti gli indicatori del proprio bilancio di gruppo. Il peggioramento del rating, unito al pericolo che resti alto lo spread Paese, renderebbe certamente maggiore il costo del denaro con il rischio che diventi troppo oneroso completare il rinnovo della flotta regionale”.

I NUMERI DI GIURICIN

L’economista esperto di trasporti, Andrea Giuricin, nel frattempo avanza qualche numero per stimmatizzare la prospettiva di Fs in Alitalia

QUI L’INTERVISTA DI START MAGAZINE AL PROF. GIURICIN CONTRO L’INGRESSO DI FS IN ALITALIA

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