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Auto elettriche, cosa pensano Stellantis, Volkswagen e Renault sui dazi alla Cina

La Commissione europea rimanderà la decisione sui dazi sulle auto elettriche cinesi a dopo le elezioni. Le case automobilistiche del continente - da Volkswagen a Renault a Stellantis - non esultano per l'aumento delle tariffe: non vogliono ripercussioni sui loro affari in Cina. Tutti i dettagli.

Pare che la Commissione europea rimanderà al 10 giugno, cioè a dopo le elezioni, la decisione sui dazi sulle automobili elettriche cinesi, che andrà a chiudere l’inchiesta anti-sovvenzioni avviata l’ottobre scorso. L’annuncio era atteso per il 5 giugno, ma è stato posticipato – così ha scritto il giornale tedesco Der Spiegel – per tenere la questione al di fuori della campagna elettorale.

CHI SPINGE E CHI NO PER I DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI

I veicoli elettrici cinesi che arrivano nel mercato europeo già vedono applicarsi una tariffa del 10 per cento; tariffa che verrà probabilmente portata al 20 per cento, rimanendo comunque lontanissima dall’aliquota di oltre il 100 per cento imposta dagli Stati Uniti. A premere sulla Commissione per l’innalzamento di barriere commerciali contro le voluminose ed economiche esportazioni cinesi di auto elettriche è innanzitutto la Francia; la Germania, al contrario, è molto più cauta, temendo che i dazi spingeranno Pechino a reagire, andando a danneggiare gli affari delle case tedesche attive in Cina: mentre infatti la Cina è fondamentale per le vendite di Volkswagen e BMW, ad esempio, non è altrettanto centrale per il business di Renault.

TAVARES (STELLANTIS) VUOLE MENO PROTEZIONISMO E PIÙ COMPETIZIONE

Carlos Tavares, l’amministratore delegato di Stellantis, gruppo nato dalla fusione tra l’italo-statunitense FCA e la francese PSA, è scettico sull’approccio protezionistico nei confronti dei veicoli cinesi, sostenendo che porterà “solo impoverimento” per via della crescita dell’inflazione; a suo dire, il Vecchio continente dovrebbe piuttosto concentrarsi sul miglioramento della sua competitività. La posizione di Tavares si spiega con il fatto che Stellantis è azionista strategica di Leapmotor e che prossimamente inizierà a vendere all’estero i veicoli elettrici realizzati in joint venture con il marchio cinese. I primi mercati di destinazione selezionati sono l’Italia, la Francia, la Germania, i Paesi Bassi, la Spagna, il Portogallo, la Grecia, il Belgio e la Romania: i dazi europei potrebbero insomma danneggiare i piani.

Nonostante i discorsi sulla competitività, mesi fa Tavares ha dichiarato che “se non si concedono sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti italiani” di Stellantis.

COSA SCRIVE REPUBBLICA

Su Affari&Finanza di Repubblica di oggi – il quotidiano è di proprietà di Exor, la holding della famiglia Agnelli che controlla anche Stellantis – è stato pubblicato un articolo che invita alla moderazione sui dazi contro la Cina. “I numeri uno delle case automobilistiche dell’Occidente sono i primi a non volere tassi di importazioni più alti”, si legge. “Quelli che, in teoria, dovrebbero trarre beneficio dai dazi, in realtà, non vogliono sentir parlare di aumenti”.

Una posizione, questa, che si spiega con gli affari delle case automobilistiche europee in Cina, che però Repubblica non sottolinea. Volkswagen è stato il marchio più venduto nel paese fino al 2023 (è stato superato da BYD) e quello cinese è il singolo mercato più importante per BMW (nel 2023 è valso quasi un terzo delle vendite totali). Di Stellantis e Leapmotor si è detto. Quanto a Renault, benché non sia esposta ai livelli delle case tedesche, è comunque attiva in Cina, che ha scelto come base per lo sviluppo della sua Twingo elettrica a basso costo (circa 20.000 euro).

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