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Automobile Club

Perché l’Automobile Club d’Italia sbanda

Tutti i dettagli sull'istruttoria avviata dall'Antitrust sull'Automobile Club d’Italia-Aci.

L’Aci approfitterebbe della propria posizione dominante nell’organizzazione di manifestazioni automobilistiche a scapito degli enti di promozione sportiva, delle associazioni sportive dilettantistiche e dei club automobilistici. È questo il motivo per cui l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato un’istruttoria e svolto ispezioni nelle sedi di Automobile Club d’Italia-Aci, Aci Sport S.p.A. e Club Aci Storico insieme al Nucleo speciale Antitrust della Guardia di Finanza.

Notizie pessime per il vertice dell’ente presieduto da Angelo Sticchi Damiani (nella foto), al centro anche di un’indagine della magistratura per una vicenda legata agli emolumenti.

IL RUOLO DELL’ACI

L’Automobil Club Italia è un ente pubblico associativo, nato nel 1905 per associare gli automobilisti e organizzare soprattutto manifestazioni sportive. Suoi soci sono gli Automobile Club provinciali e locali che costituiscono anche l’articolazione dell’Aci sul territorio. Tra i primi fondatori della Fia-Fédération Internationale de l’Automobile, che lo riconosce come l’unica autorità nazionale in Italia per lo sport automobilistico, l’Aci è federato al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (Coni), che lo riconosce come la Federazione italiana di riferimento per lo sport automobilistico. Società in house dell’Aci è Aci Sport che svolge soprattutto attività di promozione, comunicazione e valorizzazione di gare e campionati. Il Club Aci Storico è invece un’associazione senza fini di lucro costituita nel 2013 per promuovere e valorizzare il patrimonio e la cultura motoristica italiana; aderisce all’Aci che ha il ruolo di socio fondatore di diritto dell’associazione.

I SEGNALANTI

Come si apprende leggendo il provvedimento d’avvio, a lamentarsi del comportamento dell’Aci sono state l’Automobil Club Storico Italiano, un’associazione riconosciuta non commerciale senza scopo di lucro che conta attualmente 286 club federati e 57 club aderenti (circa 130 mila appassionati di veicoli storici di interesse collezionistico); i club Abruzzo Drivers’ Club, Club Officina Ferrarese del Motorismo Storico, Club Auto Moto Epoca Perugino, Aste e Bilanceri Automotoclub Città di Bitonto, Club Auto e Moto d’Epoca Francesco Santarelli; le Associazioni Sportive e Sociali Italiane Sicilia; Palatinus Motorsport, associazione sportiva dilettantistica. Per “ottenere un quadro probatorio più completo sui fatti denunciati”, l’Antitrust ha sentito in audizione i segnalanti che sono stati anche destinatari di diverse richieste di informazioni.

LA CONDOTTA CONTESTATA

Come si diceva, l’Aci è operatore in posizione dominante nell’ambito dell’organizzazione di eventi sportivi automobilistici a carattere agonistico a livello nazionale, grazie ai poteri esclusivi di regolamentazione e di coordinamento attribuiti dal Coni. Secondo l’Antitrust, l’Aci – anche tramite Aci Sport S.p.A. e Club Aci Storico – adotterebbe comportamenti per ostacolare o per impedire agli enti di promozione sportiva, alle associazioni sportive dilettantistiche e ai club automobilistici l’organizzazione di eventi e di manifestazioni non agonistiche per espandere la propria posizione in questo mercato e accrescere così il numero dei propri affiliati/tesserati.

La strategia di Aci, sempre secondo l’Agcm, consisterebbe nell’inviare segnalazioni agli enti preposti ai controlli – ossia Prefetture, Questure e Autorità comunali – a ridosso dell’avvio delle manifestazioni ludico-amatoriali per comunicare che questi eventi non sarebbero stati sottoposti al preventivo parere dell’Aci che invece non è previsto dalla normativa di riferimento. Inoltre, l’Automobil Club segnalerebbe che le manifestazioni non si sarebbero svolte in base alle norme tecnico-sportive. Questo “indebito utilizzo dei propri poteri di regolazione e di coordinamento”, evidenzia l’Autorità, avrebbe riguardato numerosi eventi motoristici di carattere amatoriale organizzati in diverse regioni italiane, almeno a partire dal 2016.

“Tra i casi più significativi, anche per i successivi risvolti giudiziari – si legge nel provvedimento d’avvio -, i segnalanti evidenziano le vicende connesse alla lettera inviata da Aci il 9 settembre 2016 alla Prefettura di Trapani, alla Questura, al Libero Consorzio Comunale di Trapani, al Comune di Trapani, al Segretario Generale del Coni e al Presidente Comitato Regionale Sicilia del Coni. Al riguardo, il Tar Lazio è intervenuto con una decisione di accoglimento del ricorso presentato dal club organizzatore e da Asi (Automobil Club Storico Italiano, ndr) nei confronti del provvedimento con cui la Prefettura di Trapani era intervenuta su impulso di Aci per bloccare l’organizzazione dell’evento. Tale decisione è stata confermata anche dal Consiglio di Stato con la Sentenza n. 7451 del 2022, che nel qualificare la manifestazione come non agonistica cita un accordo internazionale siglato tra la Fia e la Federation Internationale des vehicules anciens dal quale si evincerebbe la libertà dell’organizzatore di manifestazioni di regolarità storiche a carattere non agonistico di poter scegliere indiscriminatamente quale regolamento federale applicare”.

Secondo i segnalanti, il comportamento di Aci causerebbe agli enti organizzatori un pregiudizio economico e d’immagine per i “costi irrecuperabili di organizzazione della manifestazione derivato dal continuo annullamento degli eventi e/o dai cambi di location effettuati” e per la “perdita di credibilità, con conseguente e continuo calo di adesioni nei rimanenti eventi organizzati”. Senza contare, sostengono ancora i segnalanti, che il danno provocato dalla sospensione o dall’annullamento delle manifestazioni sia a carico anche dei partecipanti agli eventi, “danno che risulta peraltro esacerbato dalla prassi di ACI di sanzionare i propri associati che vi abbiano preso parte” con la “chiara finalità di dissuaderli a partecipare a similari eventi futuri”.

In sostanza, l’obiettivo di Aci – sempre per i segnalanti – sarebbe quello di riportare le manifestazioni non agonistiche sotto la propria egida, inducendo indirettamente gli enti di promozione sportiva e le associazioni sportive dilettantistiche ad iscriverle sul “Calendario Aci Sport”, aumentando così i propri introiti e anche i costi dei concorrenti.

LE VALUTAZIONI DELL’ANTITRUST

Secondo l’Authority guidata da Roberto Rustichelli, “le condotte poste in essere da Aci, volte a estendere la propria posizione dominante all’organizzazione di manifestazioni ludico-amatoriali, sarebbero idonee a determinare una generale diminuzione del numero di manifestazioni ludico-amatoriali, con un grave pregiudizio di carattere reputazionale ed economico ai danni degli enti organizzatori. Inoltre, tale condotta può indurre gli enti di promozione sportiva e le associazioni sportive dilettantistiche a scegliere di co-organizzare, a costi di regola maggiori, le manifestazioni amatoriali con Aci, il quale, in tal guisa, realizza un incremento del proprio indotto”. Inoltre, questi comportamenti “potrebbero tradursi in un travaso di tesserati a favore di Aci dagli altri enti”.

A tutto questo, rileva ancora l’Antitrust, si deve aggiungere “la portata restrittiva nei confronti dei tesserati degli Eps e di Asi, che vedrebbero indebitamente ridotto il numero di manifestazioni a cui poter partecipare, nonché l’effetto dissuasivo determinato dalla condotta di Aci di sanzionare i piloti ad essa associati, con conseguente potenziale assorbimento da parte di Aci della quota di partecipanti/piloti che decidessero di non partecipare a manifestazioni organizzate dagli Eps/da Asi, caratterizzate di regola da minori costi di partecipazione”.

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