Tesla ha già messo in commercio le sue prima auto con funzione autopilot, mentre Google testa ancora la sua auto senza conducente. Diverse idee, obiettivi e approcci
Ma le differenze di approccio tra le due aziende non sono solo queste. Se nel 2010, gli sforzi di Google, avrebbero dovuto dare vita ad un’auto a guida autonoma in cui la persona al volante sarebbe dovuta rimanere vigile e intervenire in caso di bisogno, a partire dal 2013 (dopo alcuni test), Big G. ha deciso di ridurre al minimo l’intervento umano. In fase di test, gli ingegneri che a distanza osservavano il comportamento dell’auto e quello del pilota umano, hanno notato che l’uomo tendeva a distrarsi (anche ad addormentarsi) e non era pronto a prendere il controllo dell’auto in caso di emergenza. “Abbiamo visto cose che ci ha fatto un po’ riflettere”, ha commentato Christopher Urmson, dirigente del progetto di auto a guida autonoma di Google.
“La sicurezza è di primaria importanza per l’auto a guida autonoma del team di Google”, ha detto Sebastian Thrun, specilista di Google per il progetto di intelligenza artificiale. “Volevamo che la nostra vettura fosse significativamente più sicura, tanto da eliminare il rischio incidenti”. E al momento sembra che Big G. sia riuscito nell’obiettivo (vi è stato un solo tamponamento a bassa velocità).
Nonostante i ripetuti controlli del sistema, però, qualcuno potrebbe essere portato a distrarsi sicuro che a guidare è l’intelligenza artificiale. Di eventuali distrazioni, per esempio, si preoccupa anche Steve Wozniak, co-fondatore di Apple, che possiede una Tesla Model S. “Anche se potrei essere disattendo proprio nel momento più sbagliato”, ha detto Wozniak, bisogna ammettere che “è più facile guidare in questo modo e non sentirsi stanco.”
La Model S può essere utilizzata anche per viaggi lunghi e sulle autostrade.