skip to Main Content

Vaccini Anti Covid

Cosa dice il più grande studio sugli effetti dei vaccini anti Covid

A distanza di tre anni dalle prime somministrazioni è stato realizzato il più ampio studio sui vaccini anti Covid e le reazioni avverse che si sono verificate in alcuni casi. Dalle miocarditi e pericarditi alle trombosi, fino alla sindrome di Guillain-Barré. Tutti i dettagli

 

Hanno salvato oltre 1 milione di vite solo in Europa, tuttavia, una piccola percentuale di persone che ha ricevuto i vaccini anti Covid è andata incontro a eventi avversi, che hanno aperto il dibattito su benefici e danni dell’immunizzazione. Ecco cosa ha scoperto il più grande studio realizzato finora, condotto dal Global Vaccine Data Network e pubblicato sulla rivista Vaccine.

LO STUDIO

Il progetto Global Covid Vaccine Safety (GCoVS), come spiega lo studio, è stato istituito nel 2021 nell’ambito della rete multinazionale Global Vaccine Data Network con l’obiettivo di facilitare la valutazione della sicurezza dei vaccini. Di quelli anti Covid, negli ultimi tre anni, ne sono state somministrate oltre 13,5 miliardi di dosi a livello globale.

La ricerca si è concentrata su 13 condizioni mediche che il gruppo ha considerato “eventi avversi di particolare interesse” tra 99 milioni di individui vaccinati in otto Paesi e, attraverso l’uso di dati aggregati, ha identificato le patologie che si sono verificate più volte.

“Entrambe le cose possono essere vere. [I vaccini] Possono salvare milioni di vite e può esserci un piccolo numero di persone che ha subito un evento avverso”, ha dichiarato Harlan Krumholz, direttore del Centro per la ricerca e la valutazione dei risultati presso lo Yale New Haven Hospital.

GLI EVENTI AVVERSI INDAGATI

Fin dai primi mesi successivi alle prime somministrazioni di vaccini anti Covid, gli eventi avversi più comuni riscontrati hanno riguardato condizioni neurologiche, ematiche e cardiache. In particolare, il rischio di miocarditi e pericarditi in seguito ai vaccini a mRna di Pfizer e Moderna e quello di coaguli del sangue, responsabili di possibili trombosi, con i vaccini di Johnson&Johnson e AstraZeneca. I vaccini virali, come questi ultimi due, sono stati collegati anche a un aumento del rischio di sindrome di Guillain-Barré, una malattia neurologica in cui il sistema immunitario attacca erroneamente il sistema nervoso periferico.

I RISULTATI

“L’analisi – si legge – ha confermato i segnali di sicurezza prestabiliti per miocardite, pericardite, sindrome di Guillain-Barré e trombosi cerebrale dei seni venosi”. Inoltre, “sono stati identificati altri potenziali segnali di sicurezza che richiedono ulteriori indagini”.

Come da precedenti ipotesi, infatti, lo studio ha rilevato che la miocardite è stata identificata in modo coerente dopo la prima, la seconda e la terza dose di vaccini a mRna e l’aumento più elevato del rapporto osservato/atteso è stato osservato dopo una seconda iniezione di Moderna. La prima e la quarta dose dello stesso vaccino sono state associate anche a un aumento dei casi di pericardite.

Per quanto riguarda i casi di sindrome di Guillain-Barré, che si è verificata in 190 casi mentre ne erano attesi 76, i ricercatori hanno osservato un collegamento con il vaccino di AstraZeneca, che non è stato invece notato con quelli a mRna. Il vaccino sviluppato dall’università di Oxford è stato inoltre collegato a un aumento di tre volte della trombosi cerebrale dei seni venosi, identificata in 69 eventi, rispetto ai 21 attesi. Il rischio portò ai tempi al ritiro o alla restrizione del vaccino in Danimarca e in molti altri Paesi. La miocardite è stata collegata anche a una terza dose di AstraZeneca in alcune popolazioni studiate, ma non in tutte.

LE ALTRE PATOLOGIE E L’INCOMPRENSIBILE LONG COVID

Lo studio ha poi identificato altri segnali su possibili eventi avversi che richiedono ulteriori indagini. Per esempio circa la mielite trasversa, un’infiammazione del midollo spinale, dopo i vaccini a vettore virale e l’encefalomielite acuta disseminata, infiammazione e gonfiore del cervello e del midollo spinale, in seguito sia ai vaccini a vettore virale che a mRNA.

Resta invece ancora un mistero la sindrome cronica post-vaccinazione che, come il long Covid, è caratterizzata da un’ampia varietà di sintomi e quadri clinici, tra cui la sindrome da stanchezza cronica, emicranie, dolori muscolari o malattie cardiovascolari. Questi sintomi e anche la cosiddetta “nebbia cerebrale” (brain fog) sono stati tra i sintomi comuni identificati in più di 240 adulti affetti da sindrome cronica post-vaccinazione in uno studio separato condotto dalla Yale School of Medicine.

Back To Top