I rari casi di miocardite che si sono verificati in bambini e ragazzi dopo aver ricevuto uno dei vaccini anti Covid a mRNA dipenderebbero da una elevata presenza della proteina Spike nel sangue. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Circulation ed è stato condotto da un team del Brigham and Women’s Hospital e del Massachusetts General Hospital, entrambi di Boston.
I CASI DI MIOCARDITE TRA I GIOVANI
La miocardite, o infiammazione del muscolo cardiaco, è una complicazione rara che può verificarsi in caso di infezioni virali e malattie infiammatorie. Alcuni casi, tra bambini e ragazzi, si sono registrati anche in seguito alla vaccinazione anti Covid a mRNA. In particolare, secondo Inside Precision Medicine, si tratta di circa 1 o 2 persone su 100mila e per The Science Advisory Board la stima è di 18 casi su un milione.
Cifre che rendono difficile indagare il fenomeno e capirne le cause, infatti, anche la ricerca pubblicata su Circulation si è basata su un piccolo gruppo.
LO STUDIO
Da gennaio 2021 a febbraio 2022, gli autori dello studio hanno raccolto i campioni di sangue di 16 pazienti ricoverati per miocardite post-vaccino al Massachusetts General Hospital for Children o al Boston Children’s Hospital.
I risultati emersi dalle analisi sono stati poi confrontati con quelli di altri 45 soggetti sani, asintomatici e di età corrispondente, che avevano ugualmente ricevuto uno dei vaccini a mRNA.
I RISULTATI
La risposta immunitaria nei soggetti che hanno sviluppato una miocardite post-vaccino, spiega lo studio, era sostanzialmente indistinguibile da quella dei soggetti di controllo vaccinati, nonostante un modesto aumento della produzione di citochine.
Un dato degno di nota, invece, è che nel plasma dei soggetti con miocardite sono stati rilevati livelli “marcatamente elevati” di proteina Spike libera, mentre nei soggetti sani non era presente. Questo, per i ricercatori, potrebbe spiegare l’origine dell’infiammazione.
COSA SIGNIFICA L’IDENTIFICAZIONE DELLA PROTEINA SPIKE LIBERA
“Questo significa che la proteina non è legata agli anticorpi neutralizzanti che circolano nel sangue, che nei bambini e nei giovani adulti non si sono formati dopo la prima dose”, ha spiegato il virologo Francesco Broccolo dell’Università del Salento.
“Negli adulti che hanno fatto la seconda dose del vaccino – ha continuato l’esperto – la risposta immunitaria è più forte e gli anticorpi riescono a legare la proteina S mentre, nei bambini che sviluppano la miocardite, la proteina Spike resta libera senza legarsi agli anticorpi neurealizzanti. Da studi in vitro precedentemente pubblicati sembrerebbe che sia proprio la proteina S libera a danneggiare i periciti cardiaci e l’endotelio attivando l’infiammazione che sta alla base della miocardite”.
“Grazie a questa ricerca – ha concluso Broccolo -, adesso è possibile avere una comprensione, almeno parziale, delle miocarditi post-vaccino nei bambini”.
I BENEFICI SUPERANO I RISCHI
Tuttavia, secondo gli esperti, il rapporto rischi-benefici resta “decisamente a favore dell’efficacia della vaccinazione nel prevenire le forme gravi di Covid-19” e, ricorda The Science Advisory Board, nella maggior parte dei casi, la miocardite post-vaccinazione è lieve e si risolve da sola.
“Il rischio di sviluppare una malattia grave a causa di un’infezione acuta è nettamente superiore [al rischio di miocardite]”, ha dichiarato Lael Yonker, specialista in medicina polmonare pediatrica presso il Massachusetts General Hospital for Children e prima autrice dello studio.
“Sebbene tale scoperta ci aiuti a comprendere meglio questa potenziale complicazione – ha aggiunto -, non altera il rapporto rischio-beneficio della somministrazione dei vaccini anti Covid. L’incidenza della miocardite e di altre complicazioni cardiache tra i bambini infettati dal SARS-CoV-2 è molto più alta del rischio di miocardite post-vaccinazione”.