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AstraZeneca

Ecco i costi umani della rottamazione del vaccino AstraZeneca

E se la cattiva reputazione attribuita al vaccino di AstraZeneca fosse costata migliaia di vite? Uno degli scienziati che lo ha sviluppato punta il dito contro politici e scienziati.

 

Probabilmente si sarebbero potute salvare migliaia di vite se non ci fosse stato accanimento nei confronti del vaccino anti Covid prodotto da AstraZeneca. È quanto ha affermato lo scienziato John Bell, il quale ha partecipato allo sviluppo del vaccino anti Covid della società inglese.

L’ACCUSA

Politici e scienziati “hanno danneggiato la reputazione del vaccino in un modo che ha avuto eco nel resto del mondo”, ha dichiarato Bell in un documentario della Bbc. “Credo che il [loro, ndr] cattivo comportamento abbia probabilmente ucciso centinaia di migliaia di persone e non possono andarne fieri”, ha aggiunto lo scienziato.

TUTTE LE VOLTE CHE I GOVERNI HANNO FATTO MARCIA INDIETRO

I dubbi sulla sicurezza del vaccino, ritenuti infondati da Bell, sono stati seminati nel mondo e in tutta Europa senza basarsi su evidenze scientifiche.

La statunitense Food and Drug Administration (Fda) non lo ha mai approvato. L’Agenzia europea per i medicinali (Ema) aveva dato il via libera alla somministrazione del vaccino di AstraZeneca per tutte le età, ma nonostante questo alcuni Paesi, tra cui Italia, Francia e Germania hanno cambiato idea diverse volte, riservandolo prima ai più giovani e poi a chi aveva più di 65 anni.

Nel marzo 2021 la somministrazione fu fermata in quasi tutta Europa a seguito della risonanza mediatica che avevano avuto alcuni casi di trombosi avvenuti dopo l’iniezione con AstraZeneca. L’Ema disse che il vaccino non poteva “essere associato a un incremento degli eventi di trombosi”, ma ormai il panico si era diffuso e sempre più persone non hanno voluto riceverlo.

La reputazione del farmaco anglo-svedese era compromessa.

PROBLEMI DI CONSEGNE

Oltre ai dubbi sui casi di trombosi, ci sono stati poi anche problemi e discussioni in merito a produzione e distribuzione. Il vaccino veniva prodotto sia nel Regno Unito che nell’Unione europea, ma dato che al Regno Unito era stata garantita la priorità in un accordo firmato prima, l’azienda non era in grado di inviare abbastanza vaccini per le scorte dei Paesi Ue.

VACCINI SPRECATI

Il presidente francese, Emmanuel Macron, definì il vaccino ‘quasi inefficace’ negli over 65 e, secondo quanto riportato dal canale LCI, il ministro della Salute Olivier Veran, lo scorso aprile, ha affermato che la Francia aveva sprecato il 25% dei vaccini di AstraZeneca, che ai tempi equivaleva a circa 1,25 milioni di dosi.

IL CASO UK

Nel Regno Unito, dove quasi la metà della popolazione adulta ha ricevuto due dosi di AstraZeneca, la campagna per la dose booster con il farmaco anglo-svedese ha visto anche qui una brusca frenata. Bbc fa sapere, infatti, che ne sono state somministrate solo 48.000 dosi su oltre 37 milioni e scrive: “sembra altamente probabile che abbia salvato più vite qui fino ad oggi che i vaccini Pfizer e Moderna messi insieme”.

Tuttavia, i casi di trombosi e il fatto di poter somministrare i vaccini di Pfizer e Moderna senza limiti di età hanno avuto la meglio e, anzi, nonostante l’operazione fosse più costosa, sono emersi sempre più studi circa i benefici relativi alla vaccinazione eterologa.

A PENSAR MALE…

Il vaccino di AstraZeneca, celebrato come una storia di successo del Regno Unito e pubblicizzato come “il regalo della Gran Bretagna al mondo”, era stato progettato fin dall’inizio per essere distribuito a tutti senza avere a cuore i profitti – contrariamente a quanto avvenuto con Pfizer e Moderna.

Economico (circa 3 sterline a dose, ovvero un quinto del prezzo di quello di Pfizer), semplice da trasportare e conservare rispetto ai competitor sviluppati con la tecnologia mRna eppure finito nel dimenticatoio. E qui Bbc si chiede: la politica e gli interessi nazionali hanno ostacolato le ambizioni del vaccino di AstraZeneca?

La sua approvazione, sottolinea il Guardian, è coincisa con la Brexit. “Il fatto che sia stato promosso come il vaccino britannico non credo che abbia facilitato le relazioni con l’Europa”, ha detto Bell.

“C’era troppo nazionalismo”, ha spiegato alla Bbc il professor Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute di Oxford. “Stava incoraggiando la competizione tra i Paesi. Questa è l’ultima cosa che si vuole nel tentativo di controllare la pandemia e fornire vaccini per il mondo”.

“Nel momento in cui si è arrivati alla prima metà del 2021 sono state prodotte abbastanza dosi che avrebbero potuto prevenire quasi tutte le morti nella seconda metà del 2021 – se quelle dosi fossero state indirizzate agli adulti più anziani, ai fragili e agli operatori sanitari in tutto il mondo”, ha aggiunto il virologo Andrew Pollard, direttore dell’Oxford Vaccine Group e capo del Uk Committee on Vaccination and Immunization.

IL CONTRIBUTO A COVAX

Nonostante tutte le difficoltà, più di 2,5 miliardi di dosi sono state consegnate a 183 nazioni, di cui quasi due terzi a Paesi a basso e medio reddito. L’azienda fa sapere che continuerà a essere venduto al prezzo di costo nelle nazioni in via di sviluppo, mentre inizierà a ricavarne un “modesto profitto” altrove.

“Non si possono cambiare gli esseri umani”, è l’amara conclusione del Ceo di AstraZeneca, Pascal Soriot, parlando della mancanza di solidarietà tra Paesi nella condivisione dei vaccini. “Prima di tutto si prenderanno cura di sé stessi e delle loro famiglie, poi dei loro vicini e, infine, del resto del mondo. Avresti sperato che i divieti di esportazione non esistessero e che i vaccini fossero circolati nel mondo molto più liberamente, ma alla fine devi solo accettare la realtà”.

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