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NASA come ‘The Martian’. Ecco come produrre cibo nello spazio

Come interagisce l’assenza di gravità e la scarsità di luce sulla vita di una pianta? Ce lo spiega la NASA in un video. Se le previsioni del film “The Martian” dovessero essere confermate, il 2045 potrebbe essere l’anno buono per lo sbarco su Marte. Lunghe permanenze nello spazio e un possibile viaggio oltre la Luna,…

Se le previsioni del film “The Martian” dovessero essere confermate, il 2045 potrebbe essere l’anno buono per lo sbarco su Marte. Lunghe permanenze nello spazio e un possibile viaggio oltre la Luna, renderebbero necessari dei sistemi innovativi per la produzione di cibo. Anche se a 225 milioni di chilometri dalla Terra Matt Damon se la cava affidandosi dall’inventiva, la NASA porta avanti programmi che alla fantasia lasciano ben poco.

Lo scorso agosto infatti gli astronauti della ISS hanno raccolto i “frutti” delle ricerche, assaggiando i primi vegetali coltivati nello spazio. Sulla terra, la coltivazione di ortaggi non pone grossi problemi, abbiamo alle spalle millenni di esperienza in agricoltura. Gravità e luce consentono alle piante di “orientarsi”, crescendo in modo armonioso. Cosa succede invece quando si tratta di allestire un orto orbitale? Come le condizioni di microgravità e la mancanza di luce incidono sui processo di crescita? Tutti immaginiamo che in assenza di gravità le piante crescerebbero alla rinfusa. Bene, ci sbagliamo. Le piante utilizzano altri segnali per orientare la propria crescita. La NASA, in un video rilasciato di recente, spiega come le piante si adattino a condizioni potenzialmente ostili.

Il diffuso dalla NASA:

Il segreto è luce 

Dimenticatevi la gravità. Secondo lo studio della NASA, le piante cercano di occupare più spazio possibile orientandosi in senso opposto a una sorgente di luce. In condizioni di gravità ridotta, la luce è quindi l’unica costante che incide sullo sviluppo della pianta. Nello spazio, dove la luce solare è meno affidabile, gli astronauti hanno potuto fare affidamento su delle luci a LED (rossa, blu, verde) che simulano i comportamenti della stella. Solo due sono necessarie, l’esperimento ha dimostrato che per il ciclo vitale c’è bisogno di quella verde.

Le ricadute sulla terra 

Oltre a essere utili in esperienze che per il momento hanno ancora del fantascientifico – lunghe missioni spaziali ad esempio – i dati della ricerca avranno ricadute anche sulla terra tornando utili per la coltivazione in luoghi inospitali, consentendo inoltre metodi di produzione maggiormene sostenibili.

 

Fonte: Slashgear

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