skip to Main Content

Celac

Brasile e Argentina frenano l’Ue nel commercio con il Mercosur

Il vertice tra l'Unione europea e la Celac di questi giorni è il primo in otto anni. Bruxelles vorrebbe discutere dell'accordo commerciale con il Mercosur, ma Argentina e Brasile fanno resistenza. In programma anche un patto sul litio. Tutti i dettagli.

Il 17 e il 18 luglio si svolgerà a Bruxelles il vertice tra l’Unione europea e la CELAC, la Comunità di stati latinoamericani e dei Caraibi, per la prima volta in otto anni.

Secondo il commissario europeo per il Commercio, Valdis Dombrovskis, l’incontro – al quale parteciperanno oltre cinquanta capi di stato e di governo – potrebbe stimolare i negoziati commerciali tra l’Unione europea e il Mercosur, il mercato comune sudamericano formato da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, tutti paesi membri anche della CELAC. Un primo e provvisorio accordo tra l’Unione e il Mercosur era stato raggiunto nel 2019, ma è stato sospeso per via dei timori europei sulla deforestazione dell’Amazzonia.

L’ARGENTINA SPEGNE GLI ENTUSIASMI EUROPEI

Nonostante l’ottimismo di Dombrovskis, un funzionario europeo ha detto all’agenzia Reuters che probabilmente il vertice di Bruxelles non produrrà grosse svolte, ma piuttosto qualche patto bilaterale o tra piccoli gruppi. Lo stesso concetto è stato espresso dal sottosegretario agli affari latinoamericani e caraibici dell’Argentina, Gustavo Martinez Pandiani, che ha dichiarato che “il vertice CELAC-UE non è il luogo adatto per negoziare di commercio. È un forum politico. Non stiamo a discutere di cifre doganali e commerciali”.

Martinez ha poi aggiunto che il Mercosur non vuole un accordo qualsiasi con l’Unione europea, ma un accordo “giusto e bilanciato nel quale ognuna delle parti vince qualcosa”.

I CONTRASTI SULL’AMAZZONIA CON IL BRASILE

Alla Commissione europea sta particolarmente a cuore la questione della deforestazione dell’Amazzonia, e più in generale della sostenibilità ambientale. Il nuovo presidente del Brasile, Lula da Silva, ha promesso di rivedere le politiche climatiche del paese dopo che il suo predecessore, Jair Bolsonaro, aveva incentivato il diboscamento dell’Amazzonia e lo sfruttamento economico dei terreni liberati dalla foresta. Bruxelles spera insomma di trovare in Lula un interlocutore più sensibile ai propri interessi, ma potrebbe non rivelarsi tale: il presidente brasiliano ha infatti ribadito che il Mercosur vuole un accordo “win-win”, cioè positivo per tutti, e ha criticato l’eventuale introduzione di penalità legate al rispetto degli impegni climatici.

Il Brasile, in particolare, vede nell’accordo commerciale Mercosur-UE uno strumento per accrescere le proprie esportazioni di carne in Europa: il paese è il più grande esportatore di carne al mondo, e quello europeo è il suo secondo mercato di destinazione dopo la Cina e prima degli Stati Uniti. Come ricordato dal quotidiano tedesco DW, la maggior parte degli allevamenti brasiliani si concentrano nello stato centrale di Mato Grosso e contribuiscono in maniera importante alla deforestazione dell’Amazzonia, assieme alle coltivazioni di caffè e di canna da zucchero.

AUTOBUS ELETTRICI IN CAMBIO DI LITIO?

Parallelamente alle trattative commerciali con il Mercosur, l’Unione europea sta lavorando alla definizione di un piano per la fornitura di autobus elettrici ai paesi latinoamericani in cambio di litio, forse il più importante metallo critico per la transizione ecologica (si utilizza nelle batterie per i veicoli elettrici e per lo stoccaggio energetico), i cui approvvigionamenti sono oggi dominati dalla Cina.

Come riportato da Bloomberg, la Commissione europea vuole creare un consorzio pubblico-privato (formato cioè da governi e costruttori automobilistici) per fornire bus elettrici alle nazioni latinoamericane; in cambio, le aziende europee otterranno un accesso privilegiato alle riserve di litio. Oltre la metà dei depositi mondiali di questo metallo si concentra in tre paesi sudamericani: il Cile, l’Argentina e la Bolivia. Il mese scorso la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, è andata in visita in Argentina e in Cile: con la prima è stato firmato un memorandum sul litio, ma non con il secondo (o non ancora).

Nelle intenzioni, il patto “autobus elettrici in cambio di litio” servirà ai paesi europei a diversificare gli approvvigionamenti di materie prime e ridurre la dipendenza dalla Cina, e servirà ai paesi latinoamericani ad abbattere le emissioni del trasporto pubblico. L’accordo rientra nel Global Gateway, la strategia europea per la costruzione di infrastrutture nel mondo che si prefigge di rappresentare un’alternativa alla Belt and Road Initiative cinese (o Nuova via della seta): per la regione latinoamericana-caraibica, l’Unione conta di investire circa 10 miliardi di euro in totale.

Secondo le stime della Commissione, la domanda latinoamericana di bus elettrici raggiungerà le 10.000 unità nei prossimi anni, un numero abbastanza grande da catturare l’interesse dei produttori europei di veicoli. Per venire incontro ai paesi latinoamericani, che vogliono evitare che i veri profitti delle estrazioni minerarie finiscano in mano straniera, l’Unione europea potrebbe installare anche delle operazioni di manifattura – e non soltanto di prelievo delle risorse, dunque – sui loro territori.

Back To Top