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Cile

Ecco cosa faranno (forse) l’Ue e il Cile su litio e idrogeno verde

Von der Leyen è andata in Cile a stringere accordi sull'idrogeno e sul litio, ma il paese ha annunciato la nazionalizzazione delle riserve. Strada in salita per l'Unione europea?

L’Unione europea e il Cile firmeranno un memorandum d’intesa sul litio, un metallo utilizzato nelle batterie, e collaboreranno allo sviluppo di progetti sull’idrogeno verde, un combustibile a zero emissioni ricavabile dalle fonti energetiche rinnovabili. Lo ha annunciato ieri la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in visita a Santiago del Cile, dove ha incontrato il presidente Gabriel Boric.

GLI OBIETTIVI DELL’UNIONE EUROPEA

“Stiamo lavorando per firmare presto un memorandum d’intesa”, ha detto von der Leyen durante la conferenza stampa con Boric. Le due parti hanno raggiunto un’accordo di principio per formare un’associazione strategica finalizzata allo sviluppo di progetti sul litio e al rafforzamento delle catene del valore.

L’Unione europea sta cercando di garantirsi forniture di litio di provenienza non cinese – Pechino vale il 28 per cento dell’estrazione e il 58 per cento della raffinazione globale di questo metallo – in modo da aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti di una materia prima cruciale per la transizione ecologica: il litio è necessario alle batterie che alimentano i veicoli elettrici e che permettono lo stoccaggio dell’elettricità prodotta dagli impianti rinnovabili. La Commissione vuole che, entro il 2030, non più del 65 per cento della quantità consumata annualmente di un materiale strategico provenga da un singolo paese terzo.

IL PIANO DEL CILE PER IL LITIO

Il Cile fa parte, assieme all’Argentina e alla Bolivia, del cosiddetto “Triangolo del litio” sudamericano, che concentra il 56 per cento dei depositi globali di questo metallo. Oltre a possedere importantissime risorse di litio, intorno ai 10 milioni di tonnellate, ne è il secondo maggiore esportatore al mondo, dopo l’Australia. Con l’obiettivo di migliorare ancora questa posizione, lo scorso aprile il governo cileno ha annunciato un piano di nazionalizzazione delle riserve e di espansione dell’attività estrattiva attraverso delle partnership pubblico-privato (ma sempre a controllo statale).

La decisione potrebbe tuttavia avere l’effetto contrario a quello ricercato dal presidente Boric, inducendo le aziende straniere a riorientare gli investimenti verso altre nazioni – come l’Australia – che hanno legislazioni più stabili e più favorevoli alle compagnie private.

La mossa del Cile si inserisce in una più ampia tendenza mondiale al “nazionalismo delle risorse“, cioè all’assunzione del controllo della produzione mineraria o energetica da parte degli stati.

L’IDROGENO VERDE

Al di là del litio, von der Leyen e Boric hanno annunciato due iniziative per il finanziamento di progetti sull’idrogeno verde in Cile: una è il “Team Europe Project for the Development of Renewable Hydrogen in Chile”, mentre l’altra è “Team Europe Fund for Renewable Hydrogen in Chile”.

La prima è un programma di assistenza tecnica, orientata allo sviluppo di tecnologie e al trasferimento di conoscenze, con un budget di 4 milioni di euro. La seconda è un fondo da oltre 200 milioni di euro, finanziato dalla Banca europea per gli investimenti (EIB) e dall’istituto pubblico tedesco KfW ma gestito dall’agenzia cilena per lo sviluppo (CORFO).

COSA HA OTTENUTO VON DER LEYEN IN ARGENTINA

Martedì la presidente della Commissione europea è stata in Argentina, dove lei e il presidente Alberto Fernández hanno firmato un memorandum per la creazione di una filiera delle materie prime per le transizioni ecologica e digitale. L’Argentina è la quarta maggiore produttrice di litio, e secondo von der Leyen ha le carte in regola per essere anche una grande produttrice di elettricità e di idrogeno da fonti rinnovabili.

Dopo l’Argentina e il Cile, Ursula von der Leyen sarà in Messico, un altro paese potenzialmente ricco di litio e che ha deciso di nazionalizzarlo.

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