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Vannacci Lepore Sindacato Siamo Esercito

Tutto sul sindacato di Vannacci

Il generale Roberto Vannacci si è iscritto al sindacato militare "Siamo Esercito", che prese le distanze dalle tesi del libro di Vannacci. Ora però lo stesso sindacato si è scagliato contro l'indagine disposta dal ministro Crosetto.Tutti i dettagli

Il generale Roberto Vannacci si è iscritto al sindacato militare “Siamo Esercito”.

Lo annuncia la stessa organizzazione sindacale in una nota nella quale chiede al governo “ponderazione e dialogo durante l’inchiesta” che vede coinvolto il comandante, in seguito alle opinioni espresse nel suo primo controverso libro “Il mondo al contrario”, pubblicato lo scorso agosto.  Il 4 dicembre ha preso avvio infatti l’inchiesta formale per accertare eventuali infrazioni disciplinari, dopo l’ok dato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla richiesta arrivata dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino.

“La mia è una scelta legittima”, ha commentato il generale all’Ansa confermando l’iscrizione.

Eppure, proprio Siamo Esercito fu tra le organizzazioni sindacali più critiche circa le tesi sostenute dal generale nel suo testo, “prendendo le distanze”, come si legge nel post pubblicato sulla pagina Facebook ufficiale del sindacato.

Un deciso cambio di rotta in appena cinque mesi per il sindacato guidato da Daniele Lepore (nella foto con il generale Vannacci).

A proposito dell’indagine formale avviata dal ministro della Difesa Guido Crosetto, adesso Siamo Esercito scrive: “Sarebbe lecito il dubbio che l’indagine formale avviata dal ministro nei confronti di Vannacci possa essere influenzata da pregiudizi o miri, nella peggiore delle ipotesi, a irrigidire le già restrittive norme per chi indossa un’uniforme e ad introdurre sanzioni più severe per le violazioni alle libertà costituzionali da parte del personale militare”.

In tutto ciò, un doveroso passo indietro: ma i militari possono essere iscritti a un sindacato?

La risposta è sì: con la sentenza n. 120 del 2018, la Corte Costituzionale ha fatto cadere il divieto per i militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale.

Ecco tutti i dettagli su vertici e obiettivi del sindacato Siamo Esercito cui si è iscritto il generale Vannacci.

COSA PREVEDE LA LEGGE SULLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI A CARATTERE SINDACALE TRA MILITARI

Va ricordato che fino al 2018 l’articolo 1475 del Decreto legislativo n. 66 del 2010 “Codice dell’ordinamento militare” (cosiddetto COM) prevedeva tra l’altro che “i militari non possono costituire associazioni professionali a carattere sindacale o aderire ad altre associazioni sindacali”.

La legge 28 aprile 2022, n. 46, approvata sul finire della XVIII legislatura, ha delineato la cornice giuridica nell’ambito della quale è possibile istituire, per la prima volta nell’ordinamento giuridico italiano, associazioni professionali a carattere sindacale tra militari. Il provvedimento è intervenuto dopo un pronunciamento della Corte Costituzionale che nel 2018 ha modificato il proprio consolidato orientamento giurisprudenziale in materia di diritti sindacali dei militari (sentenza n. 120 del 2018), riconoscendo per la prima volta la legittimità di associazioni professionali di personale militare a carattere sindacale.

COS’È IL SINDACATO SIAMO ESERCITO A CUI HA ADERITO IL GENERALE VANNACCI

Quindi il generale Vannacci ha deciso di aderire al “Sindacato Italiano Autonomo Militare Organizzato Esercito- Siamo Esercito”.

Come ricordava ieri Repubblica, “nell’albo del ministero della Difesa le associazioni professionali a carattere sindacale tra militari registrate dall’ottobre 2022 sono ben 28 e coinvolgono carabinieri, aeronautica, marina militare e ovviamente esercito. Il Siamo è il settimo in ordine di costituzione ma sulla rappresentatività non è ancora possibile avere dati certi, non esistendo ancora la possibilità di certificarne il numero di iscritti”.

LA NASCITA

L’organizzazione Siamo Esercito è nata dall’idea di dieci soci fondatori: Silvestro Attanucci, Antonella Di Gioia, Davide Delcuratolo, Stefano Filippi, Noemi Dell’Oro, Enrico Marzi, Francesca Buccarella, Daniele Lepore, Marco Lorusso e Igor Scarrone.

Niente “io sono” tra le nostre fila, per noi esiste solo “NOI SIAMO”, perché il nostro è un gruppo che nasce per “ESSERE” prima che apparire, si legge sul sito web del sindacato.

L’ORGANIZZAZIONE

In base a quanto prevede lo statuto, l’organizzazione centrale del Siamo Esercito è composta dai seguenti organi:

  • Direttivo Nazionale;
  • Collegio Esecutivo Nazionale;
  • Assemblea Generale dei Dirigenti;
  • Segreteria Generale;
  • Segreteria Tecnica;
  • Presidenza;
  • Collegio Nazionale dei Probiviri;
  • Collegio Nazionale Amministrativo.

Il presidente, i membri del collegio esecutivo nazionale, della segreteria tecnica, il segretario generale e il collegio nazionale amministrativo sono eletti dal congresso nazionale, specifica ancora lo statuto.

I VERTICI

A ricoprire il ruolo di presidente nazionale è Stefano Filippi mentre quello di segretario generale è Daniele Lepore.

GLI OBIETTIVI

Tra gli obiettivi fissati dallo statuto per Siamo Esercito ci sono: migliorare le condizioni di lavoro del personale militare dell’Esercito Italiano; perseguire costantemente la tutela professionale, giuridica, economica e normativa di tutto il personale in servizio ed in ausiliaria, valorizzandone la specificità e creare un legame positivo con le istituzioni e con la società civile, per garantire una maggiore sinergia e un conseguente incremento del benessere dei militari e dei loro familiari.

Inoltre, il Siamo Esercito “persegue i seguenti scopi: studiare, coordinare ed operare per il raggiungimento degli obiettivi di rappresentanza e di difesa dei diritti e degli interessi dei militari dell’Esercito Italiano senza distinzione di categoria tra il personale in servizio e in ausiliaria sul piano economico, normativo, giuridico, professionale, previdenziale, assistenziale, sanitario, familiare, morale e sociale nel pieno rispetto delle leggi in vigore e nel pieno rispetto degli eventuali divieti che queste dovessero stabilire”.

I SERVIZI OFFERTI AGLI ISCRITTI

Il sindacato offre anche i seguenti servizi ai soci: tutela legale e convenzioni varie.
In particolare, il Siamo Esercito ha istituito un team legale per la tutela e consulenza in materia di disciplina e impiego. Il servizio di assistenza e consulenza legale è disponibile per tutti gli iscritti, precisa il sito web.

IL PATRIMONIO

All’articolo 25 dello statuto, si legge che “il patrimonio del Siamo Esercito è costituito esclusivamente dai contributi sindacali degli iscritti, corrisposti nelle forme previste dalla legge e con le attività di assistenza fiscale e consulenza relativamente alle prestazioni previdenziali e assistenziali a favore dei propri iscritti. Il SIAMO Esercito non può ricevere eredità o legati, donazioni o sovvenzioni in qualsiasi forma, fatta eccezione per la devoluzione del patrimonio residuo in caso di scioglimento di altra associazione professionale a carattere sindacale tra militari, fatto salvo quanto diversamente disposto per legge”.
“Tutti i contribuiti ed elargizioni sono a fondo perduto, eccezione fatta per i costi sostenuti direttamente dai soci fondatori per la costituzione del Siamo Esercito e per le attività reputate necessarie dai soci fondatori. I versamenti periodici degli iscritti sono a fondo perduto e danno diritto di partecipare, per il periodo di riferimento, alla vita associativa”.

IL SINDACATO SIAMO IN DIFESA DEL GENERALE VANNACCI

Oltre ad aver accettato l’iscrizione del generale Vannacci, il Siamo ne sta prendendo anche le difese.

Nella nota che accompagna la notizia del tesseramento del militare, il segretario generale del sindacato, Daniele Lepore, esprime perplessità e critiche al post di un “membro del governo” contro il generale Vannacci che – si legge nel comunicato – “ha le sembianze” di una condanna senza appello già emessa da chi ora si appresterebbe a giudicarlo in esito ad un procedimento disciplinare viziato all’origine”.

“Alla luce di ciò, sarebbe lecito il dubbio che l’indagine formale avviata dal ministro nei confronti del Vannacci possa essere influenzata da pregiudizi o miri, nella peggiore delle ipotesi, a irrigidire le già restrittive norme per chi indossa un’uniforme e ad introdurre sanzioni più severe per le violazioni alle libertà costituzionali da parte del personale militare” ha proseguito il segretario generale di Siamo.

Per questo, Lepore lancia un appello al governo affinché il procedimento sia “terzo ed imparziale”, invitando il ministro “di ponderare attentamente le scelte intraprese e di coinvolgere le organizzazioni sindacali prima di apportare modifiche a normative che possano influenzare il nostro operato militare”.

IL DIETRO FRONT A MEZZO SOCIAL

Eppure, come anticipato all’inizio, proprio Siamo Esercito non esitò a esprimersi contro la pubblicazione del generale Vannacci, definendo “farneticazioni” le opinioni espresse nel libro e “prendendo le distanze” dalle sue affermazioni “ponendoci in linea con i principi espressi dal ministro Crosetto e dallo Stato maggiore dell’Esercito”, si legge sul profilo Facebook dell’organizzazione sindacale guidata da Lepore.

Gli stessi principi del ministro Crosetto che oggi vengono invece  interpretati dal Siamo come “condanna senza appello già emessa da chi ora si appresterebbe a giudicarlo in esito ad un procedimento disciplinare viziato all’origine”.

E proprio sui social il sindacato si è dovuto “difendere” dagli utenti che lo hanno accusato di “poca coerenza” e “trasparenza”.

“Anche se avevamo non condiviso alcuni aspetti contenuti nel suo libro, il Gen (come qualunque altro militare/associato) ha il diritto di un equo ed imparziale trattamento scevro da pregiudizi e “trattamenti particolari”” si giustifica così il sindacato a mezzo social.

GLI ULTIMI AVVICENDAMENTI PER IL GENERALE, AUTORE DEL “MONDO AL CONTRARIO”

Infine, ricordiamo che dall’uscita del suo libro “Il mondo al contrario”, il 18 agosto il generale Roberto Vannacci è stato rimosso dalla guida dell’Istituto geografico militare di Firenze. Il provvedimento è arrivato con un dispaccio dello Stato Maggiore dell’Esercito. Al suo posto è subentrato il generale di divisione Massimo Panizzi.

Nel frattempo, il 4 dicembre 2023 Vannacci ha assunto l’incarico di capo di stato maggiore del Comando delle forze operative terrestri dell’esercito (Comfoter Coe) e per questo trasferito a Roma.

Appena messo piede nel suo nuovo ufficio, racconta l’Ansa, i suoi superiori gli hanno notificato l’avvio dell’inchiesta formale per accertare eventuali infrazioni disciplinari, dopo l’ok dato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, alla richiesta arrivata dal capo di Stato Maggiore dell’Esercito, generale Pietro Serino.

C’è anche l’espulsione dal servizio tra le possibili misure, se dovesse essere riscontrata una “grave mancanza disciplinare” o una “grave inadempienza ai doveri del militare”.

INIZIATIVA DAI RISVOLTI POLITICI?

In attesa di conoscere gli esiti dell’inchiesta nei confronti del generale Vannacci — con il sindacato Siamo schierato in sua difesa — c’è anche un possibile risvolto politico.

Come si legge all’articolo 2 del decreto legislativo del 24 novembre 2023, n. 192 — che disciplina le norme sull’esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonchè delega al Governo per il coordinamento normativo — gli statuti delle Apcsm (associazione professionale a carattere sindacale tra militari) sono improntati ai seguenti principi tra cui “neutralità ed estraneità alle competizioni politiche e ai partiti e movimenti politici.

Quindi che succederà se si concretizzerà la candidatura (al momento solo ventilata) alle elezioni europee di giugno per il generale Vannacci invitato dal ministro e leader della Lega Matteo Salvini?

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