“La Cina è pronta a lavorare con la Russia dare vita a una partnership più stretta sulla cooperazione energetica”, che rappresenta “un’importante pietra angolare della cooperazione pratica” tra le due nazioni. Sono parole del presidente cinese Xi Jinping, espresse in una lettera al quarto China-Russia Energy Business Forum e riportate dalla Xinhua, l’agenzia di stampa ufficiale del paese.
Benché avara di dettagli, la dichiarazione lascia immaginare un approfondimento ulteriore dei rapporti di compravendita di idrocarburi tra Mosca e Pechino, che si sono intensificati dall’inizio della guerra all’Ucraina e che hanno permesso al Cremlino di mitigare l’impatto delle sanzioni occidentali.
LA COMPRAVENDITA DI IDROCARBURI TRA RUSSIA E CINA
La Cina è infatti una delle principali acquirenti di gas e petrolio russi: i volumi delle forniture sono più che raddoppiati rispetto a un anno fa, raggiungendo il valore il 10,2 miliardi di dollari lo scorso ottobre. L’aumento delle importazioni è stato favorito dagli sconti che la Russia applica sul proprio greggio per mantenerlo competitivo e compensare i rischi della compravendita, viste le sanzioni.
LA RICHIESTA DELLA RUSSIA ALL’INDIA
Un altro paese che ha approfittato degli sconti per aumentare le importazioni di petrolio russo è l’India, che sta così aiutando il Cremlino a compensare parte del calo delle vendite all’Europa, storicamente il suo mercato principale.
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Ciononostante, la Russia è in difficoltà: anche se le sanzioni occidentali non hanno provocato il collasso immediato della sua economia, le stanno creando grandi problemi di approvvigionamento di tecnologie e componenti industriali. Per mantenere in funzione i settori essenziali, il Cremlino ha allora inviato all’India una lista di oltre cinquecento prodotti – soprattutto pezzi per automobili, aerei e treni – che intende acquistare. Reuters ne ha visionato una versione provvisoria, che non contiene ad esempio indicazioni sulle quantità.
Pare che Nuova Delhi voglia procedere alla fornitura dei componenti richiesti per ridurre il crescente deficit commerciale con Mosca. Alcune aziende indiane, però, hanno espresso cautela, temendo di incorrere nelle sanzioni.
COSA C’È NELLA LISTA
Le compagnie aeree russe non hanno a disposizione parti sufficienti per la manutenzione dei loro aerei, quasi tutti di fabbricazione estera; la stessa situazione di carenza è vissuta dall’industria automobilistica, dato che le case straniere hanno lasciato il paese.
Nella lista degli oggetti richiesti – lunga quattordici pagine – sono presenti pistoni per i motori delle auto, pompe dell’olio, bobine di accensione, paraurti, cinture di sicurezza, componenti per i carrelli di atterraggio degli aerei, sistemi di alimentazione e di comunicazione, giubbotti di salvataggio, pneumatici per l’aviazione, materiali per la produzione della carta e di tessuti.
I PROBLEMI DELL’INDUSTRIA DEI METALLI
Al di là di quelle aeree e automobilistiche, pure le compagnie russe che producono metalli – incluso il colosso del nichel e del palladio Nornickel – hanno detto di avere difficoltà a rifornirsi di macchinari, pezzi di ricambio, materiali e tecnologie straniere a causa delle sanzioni, e che questa situazione si sta ripercuotendo sui loro programmi di sviluppo futuro.
Nella lista presentata all’India, infatti, sono presenti circa duecento prodotti metallurgici.
COME VA IL COMMERCIO INDIA-RUSSIA
La Russia è il quarto maggiore mercato per i prodotti farmaceutici dell’India, ma il commercio bilaterale pende nettamente a favore della prima: Mosca è, da decenni, la principali fornitrice indiana di armamenti; le vende grandi quantità di fertilizzanti e – soprattutto dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina – di idrocarburi.
Tra il 24 febbraio e il 20 novembre le importazioni indiane dalla Russia si sono quasi quintuplicate, arrivando a 29 miliardi di dollari, contro i 6 miliardi dello stesso periodo del 2021. Le esportazioni invece sono calate: da 2,4 miliardi nel febbraio-novembre 2021 a 1,9 miliardi.
L’OBIETTIVO DEL GOVERNO E I TIMORI DELLE AZIENDE
Una fonte del governo di Nuova Delhi ha detto a Reuters che l’India punta a portare le esportazioni in Russia a 10 miliardi di dollari nel giro di qualche mese attraverso la fornitura dei prodotti presenti nella lista.
L’agenzia ha però registrato una certa esitazione a procedere da parte delle aziende indiane, che temono di incappare nelle sanzioni occidentali. Anche le istituzioni indiane di credito preferirebbero non intrattenere transazioni dirette in rupie con soggetti russi, per lo stesso motivo.