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Carbone

Perché l’India compra armi dalla Russia (e fa imbestialire gli Usa)?

L'India e la Russia hanno firmato accordi sulla fornitura del sistema S-400 e sulla produzione di fucili d'assalto. È un colpo agli Stati Uniti, ma fino a che punto? Tutti i dettagli

 

Nel corso di una visita di Vladimir Putin a Nuova Delhi, India e Russia hanno annunciato lunedì la firma di una serie di accordi sulla difesa e non solo. Quello di cui si sta parlando di più, perché esporrebbe l’India alle sanzioni degli Stati Uniti, riguarda l’acquisto di un sistema di difesa missilistico russo da 5,4 miliardi di dollari.

COS’È L’S-400 E PERCHÉ SERVE ALL’INDIA

Si tratta dell’S-400, uno dei sistemi di difesa terra-aria più sofisticati al mondo: è in grado di neutralizzare più bersagli a una distanza massima di circa 400 chilometri. L’intesa con la Russia sulla fornitura dell’apparecchio risale al 2018 ed è proseguita negli anni nonostante i rischi alla relazione parallela con gli Stati Uniti, che è cresciuta molto benché l’India non sia formalmente un alleato americano.

L’S-400 è utile all’India per migliorare le proprie difese verso la Cina e il Pakistan, percepite come minacce concrete e dirette al di là dei suoi confini. Tra Nuova Delhi e Pechino ci sono rivendicazioni territoriali in comune e l’anno scorso si era scritto molto sugli scontri lungo l’Himalaya, nella regione del Ladakh (dove rimangono ancora stanziate migliaia di truppe).

I VANTAGGI DELL’S-400

Per l’India l’S-400 russo, al di là delle specifiche tecniche, offre un doppio vantaggio: uno economico e uno politico-strategico. Innanzitutto, è un’opzione più economica del sistema Patriot sviluppato dagli Stati Uniti, che ha un costo circa doppio. E poi perché la diversificazione delle forniture militari consente all’India di riaffermare un principio storico della sua politica estera: il non allineamento, il rifiuto di entrare a far parte di un sistema formale (e dunque esclusivo) di alleanze.

L’accordo sull’S-400 con la Russia non è dunque un rigetto della partnership con gli Stati Uniti – che esiste e prosegue, benché potrebbe essersi complicata -, ma un modo per l’India di ribadire la storica postura di bilanciamento.

IL CALCOLO DELL’INDIA

Secondo il New York Times, l’India ha deciso di proseguire con l’accordo sull’S-400 russo perché si sente sicura del fatto che gli Stati Uniti non la penalizzeranno per l’acquisto: del resto, Nuova Delhi è un tassello cruciale della strategia di Washington per l’Asia e il contenimento della Cina. Tra America e India, al di là di qualche inevitabile differenza, c’è uno stretto coordinamento sulla gestione dell’ascesa cinese: Nuova Delhi è peraltro parte del Quad, il forum sulla sicurezza di cui fanno parte anche Australia e Giappone e che l’amministrazione di Joe Biden vorrebbe trasformare in un patto formale.

LA POSIZIONE DEGLI STATI UNITI

Nel 2017 gli Stati Uniti hanno approvato una legge, il CAATSA, che prevede la possibilità di imporre sanzioni verso ogni paese che entri in contatto con i settori della difesa e dell’intelligence di Russia, Iran e Corea del nord. Sanzionare l’India per l’acquisto dell’S-400, però – replicando dunque la linea tenuta con la Turchia -, significherebbe incrinare i rapporti bilaterale e danneggiare la strategia generale per l’Asia-Pacifico.

E infatti a fine ottobre due senatori americani –  il repubblicano John Cornyn e il democratico Mark Warner – avevano scritto una lettera al presidente Biden per chiedergli di rinunciare alle sanzioni verso l’India in nome della “sicurezza nazionale”: si riferivano appunto al coordinamento con Nuova Delhi in ottica anticinese.

Gli Stati Uniti considerano tuttavia incompatibile la presenza dell’S-400 con l’eventuale fornitura, alle forze armate indiane, di caccia americani come l’F-15EX o l’F-21: Washington non vuole che i radar del sistema acquisiscano informazioni sensibili sul funzionamento dei due aerei.

GLI ACCORDI TRA INDIA E RUSSIA

India e Russia non si sono accordate solo sull’acquisto dell’S-400. Ma anche per portare il valore dell’interscambio commerciale annuale a 30 miliardi di dollari entro il 2030, triplicandolo; per “rafforzare la cooperazione sulla difesa”; per la fornitura (da parte russa) di petrolio e carbone; per la produzione (sul suolo indiano, nell’Uttar Pradesh) di oltre 600mila fucili russi AK-203, con un contratto dal valore di 600 milioni.

QUALCHE DATO

Al di là degli accordi annunciati lunedì, l’India sta riducendo gliacquisti di apparecchiature militari dalla Russia, che per molti anni è stata la sua fornitrice principale.

Dal 2016 al 2020, infatti, le esportazioni di armamenti russi in India sono calate del 53 per cento rispetto al quinquennio precedente. Di contro, le vendite di equipaggiamenti americani in India stanno crescendo: nell’anno fiscale 2020 sono valse 3,4 miliardi di dollari.

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