skip to Main Content

Arnese

Guazzabuglio Unicredit

Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. I tweet di Michele Arnese, direttore di Start, non solo su Unicredit

 

UNICREDIT IN PILLOLE

 

MORIGERATEZZA MAGIARA

 

AMOREVOLEZZE

 

GUERRA O ZUCCATELLI?

 

TRA SPAZIO E VIRUS

 

ADDIO A DIACONALE

 

MESSE CASALINGHE

+++

GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SU UNICREDIT:

MUSTIER: USCITO O ROTTAMATO DA UNICREDIT? IL PUNTO

TUTTI GLI SCAZZI FRA CDA UNICREDIT E MUSTIER

ECCO FINI E DUBBI SULLE NOZZE TRA UNICREDIT E MPS

CHE COSA E’ SUCCESSO IN UNICREDIT

L’USCITA DI MUSTIER DA UNICREDIT SECONDO SOLE, REPUBBLICA E CORRIERE DELLA SERA

+++

ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL CORRIERE DELLA SERA SU UNICREDIT

Lo Stato potrebbe continuare a mantenere un ruolo da azionista bancario, pur uscendo da Mps, come da accordi con la Ue. Attualmente il Montepaschi è posseduto dal ministero del Tesoro — al 64% da ieri dopo la cessione dei crediti deteriorati ad Amco — e la sua capitalizzazione è 1,37 miliardi. Unicredit, la seconda banca italiana, fino al 1994 appartenuta all’Iri, capitalizza quasi 18 miliardi e vede un azionariato frastagliato, senza soci oltre il 3-4%. Sembrano solo numeri, in realtà tracciano tutta la complessità di un eventuale matrimonio.

Comunque li si girino, alla fine sarebbe lo Stato ad essere il primo azionista singolo della nuova entità. Secondo alcune stime di Equita, il ministero dell’Economia finirebbe col detenere circa l’11%. Tutto dipende dai termini di concambio di un’eventuale Ops (offerta di scambio), dalla valutazione degli assetti industriali, dalle esigenze di ricapitalizzazione di cui lo stesso Mps ha urgente necessità, dalla dote sotto forma di crediti fiscali («dta»). Un aumento di capitale da 2,5 miliardi (è la cifra di cui si parla) potrebbe essere sottoscritto dal Tesoro senza opposizione da Bruxelles solo in una fusione con un altro istituto. Per ridurre i rischi legali si parla di transare con la Fondazione Mps (che chiede oltre 3 miliardi di danni) assegnando all’ente una quota di azioni tale da permetterle di comparire tra i soci di Uci-Mps.

Questione di numeri ma anche di equilibri politici. Secondo la bozza della manovra di Bilancio la fusione avrebbe un beneficio fiscale di 2 miliardi. Alcuni all’interno dei Cinquestelle non sono favorevoli perché vorrebbero piuttosto creare un polo bancario pubblico con Popolare di Bari e Carige; per questo hanno presentato un emendamento che limita a 500 milioni il beneficio. Ma pare una battaglia di bandiera: nessun big M5S l’ha firmata né sostenuta.

Back To Top