Per Unicredit, mi aspetto una guida italiana con la quale saprà conquistare spazi lasciati ad altri e riprendere quel ruolo che aveva negli scorsi anni sia con Alessandro Profumo sia con Federico Ghizzoni.
La qualità delle lavoratrici e dei lavoratori di Unicredit è altissima, ma il disimpegno del gruppo Unicredit e la vendita dei gioielli di famiglia perseguita con la gestione di Jean-Pierre Mustier ha dato l’idea di un gruppo senza prospettiva nel medio e nel lungo termine.
Di questo vuoto di progetto hanno approfittato altri gruppi bancari: Intesa Sanpaolo ha investito molto e in maniera lungimirante sia per la formazione del personale sia per la vicinanza verso tutti i governi con una importante presenza sul territorio, senza lasciare terreno a Poste Italiane.
Quanto all’ipotesi Mps, è una rogna che non vogliono né la Bce, che pretende stabilità, né il Ministero dell’Economia che vuole togliersi di torno la responsabilità di questo istituto.
Mps è la banca più antica del nostro settore ed è un riferimento per i territori, a iniziare dalla Toscana.
La posizione che il presidente della regione prenderà all’interno del Pd sarà determinante, così come sarà determinante il ruolo dei Cinque Stelle.
Concludo con un auspicio: per evitare una macelleria sociale che toccherebbe maggiormente le province di Siena e di Firenze, abbiamo proposto di mettere insieme le tre debolezze del settore bancario italiano: Popolare di Bari, Carige e Monte dei Paschi di Siena (Mps).
Se si prospetterà questo progetto, noi guarderemo con grande attenzione a questa iniziativa.
Lando Maria Sileoni
segretario generale Fabi