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Indonesia

Ecco come la Grecia si arma contro la Turchia

La Grecia ha ordinato caccia e fregate per aumentare le proprie difese contro la Turchia. L'analisi di Giuseppe Gagliano

 

È difficile negare come la Grecia si stia rapidamente riarmando anche in funzione antiturca.

Atene infatti ha ordinato ventiquattro caccia Rafale e tre fregate all’avanguardia, in attesa di F-35 ed elicotteri Sikorsky, per non parlare di droni, siluri e missili. Naturalmente la Dassault farà la parte del leone.

Eppure, sei anni fa, le autorità europee e il Fondo monetario internazionale (FMI) – la “troika” – imponevano il loro dominio su un Paese in rovina, ridotto al rango di protettorato. Hanno costretto  la Grecia a ripagare un debito che anche il FMI ha ammesso essere “insostenibile”. Incoraggiata dalla Germania, la “troika” ha lottato duramente contro la spesa sociale. Sono seguito  vertiginosi aumenti delle tasse e dei contributi sanitari, il posticipo dell’età pensionabile a 67 anni (le cui pensioni sono state tagliate quattordici volte di seguito), la riduzione delle indennità di disoccupazione e del salario minimo (del 32% per gli under 25), affollate ospedali privi di mezzi e farmaci, ecc.

Ma, stranamente, le spese militari non hanno avuto la stessa sorte. La loro quota è passata dal 2,46% del prodotto interno lordo (PIL) della Grecia nel 2015 al 2,79% del PIL lo scorso anno. Il record dell’Unione Europea. Perché mai questo aumento?

In verità, la Grecia si considera minacciato dalla Turchia, che sta aumentando le provocazioni nel Mediterraneo orientale e che da quasi cinquant’anni occupa illegalmente una parte di Cipro. Ciò non impedisce ai due Stati rivali di appartenere alla stessa alleanza militare. I paradossi della storia…

Non senza una certa amara ironia, ci domandiamo se un giorno i sottomarini turchi acquistati in Germania finiranno per affondare fregate greche prodotte in Francia! Certamente questo costituirà un bell’esempio di Europa della difesa a guida franco-tedesca! D’altronde, la Grecia – proprio dietro consiglio caldo e amichevole della troika – non è stata forse costretta a vendere i propri porti ai cinesi? Se poi in Francia ci sono periodici come Le Figaro che sottolineano la fondamentale importanza delle misure prese dalla troika – nel frattempo a dicembre dello scorso anno il debito greco ha raggiunto i 205% – non dobbiamo sorprenderci, visto che il quotidiano francese ha come proprietario il gruppo Dassault… Ma queste sono solo inusuali coincidenze.

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