Svolta del Quirinale: addio governi politici, avanti con un esecutivo istituzionale: è l’ora di Mario Draghi.
Ecco che cosa è successo.
Fallisce il tentativo del presidente della Camera, Roberto Fico, di riattaccare i cocci della maggioranza che ha dato vita al governo 2.
Il mandato esplorativo di Fico ricevuto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto emergere più conflitti e divisioni fra M5s, Pd, Leu e Italia Viva di quelli che erano preventivabili.
Il partito di Matteo Renzi è stato determinante nel fallimento di Fico, come si mormora dagli altri partiti del fu governo Conte 2.
Il tweet di Renzi mette in chiaro alcune delle richieste renziane che sarebbero state disattese, secondo la versione di Italia Viva.
Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della exmaggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato
— Matteo Renzi (@matteorenzi) February 2, 2021
E il grillino Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri, svela altre richieste renziane.
Fai due giorni di tavolo a tuo dire "sui temi per l'Italia" e alla prima dichiarazione successiva annunci il mancato accordo non sui temi ma perché il #M5S non ti ha concesso le teste di #Conte #Bonafede e #Azzolina. Non credo serva aggiungere altro.#crisidigoverno @Mov5Stelle
— Manlio Di Stefano (@ManlioDS) February 2, 2021
Nella vecchia maggioranza si riteneva evidentemente che le innumerevoli bordate di Renzi su Conte, uomini di fiducia di Conte (in primis Rocco Casalino e Domenico Arcuri), erano superabili con qualche accrocchio programmatico o poltronaro.
Ma così non è stato.
Nel tentativo di Fico ci sono state evidenti sgrammaticature istituzionali: in primis la discussione sotto banco sui nomi di futuri ministri in assenza di un presidente del Consiglio incaricato.
Che cosa succederà ora?
M5s, Pd e Leu sperano ancora in un esecutivo Conte 3 magari con “responsabili” e “costruttori” raccattati qua e là.
Ma l’uscita odierna dai Cinque Stelle del deputato Emilio Carelli, vicinissimo a Luigi Di Maio, verso la sponda del centrodestra attraverso la componente “Centro-Popolari Italiani” all’interno del gruppo Misto, fa presagire scricchiolii anche nel gruppo pentastellato al Senato, come ha fatto intuire lo stesso Carelli.
Difficile, se non impossibile, un appoggio dei renziani al Conte ter, visto che quanto emerso in questi giorni.
Inequivocabili le parole di Mattarella che dopo il fallimento del mandato di Fico ha seccamente auspicato un nuovo governo alla soluzione delle elezioni anticipate: “Dove si è votato c’è stato un aumento dei contagi”, ha detto tra l’altro.
Affermazione criticata indirettamente dal leghista Claudio Borghi:
Nel caso non aveste visto: il Presidente Mattarella ha affermato che nei paesi dove si è votato i contagi sono esplosi. Ecco l'unico Stato in cui si sono tenute elezioni generali dall'inizio della seconda ondata covid. pic.twitter.com/ZWTMIfge6F
— Claudio Borghi A. (@borghi_claudio) February 2, 2021
Comunque – al di là di voci anche pubbliche di “al voto-al voto” provenienti addirittura anche da alcuni pentastellati – sono in atto convergenze verso un governo istituzionale.
Per questo il capo dello Stato ha convocato per il 3 febbraio al Quirinale Mario Draghi, già presidente della Bce, che ha accettato oggi con riserva il mandato.
Entrano ora in gioco il centrodestra o almeno Forza Italia e Lega.
Spappolando così l’unità molto formale e poco sostanziale del centrodestra vista la posizione di Fratelli d’Italia.
Intanto ci sono sbuffi rilevanti anche tra i Stelle:
Ringrazio il Presidente Mattarella per il suo impegno nel voler dare un Governo al Paese, ma noi siamo sempre stati chiari con gli italiani dicendo apertamente che il M5S avrebbe sostenuto solo un Esecutivo guidato da Giuseppe Conte. Su questo, con coerenza, andremo fino in fondo
— Riccardo Fraccaro (@riccardo_fra) February 2, 2021
(articolo in aggiornamento)