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Festa Guzzetta

Draghi al Quirinale? Dialogo tra Festa e Guzzetta

Conversazione di Lodovico Festa con Giovanni Guzzetta, costituzionalista, a partire da “Draghi o il caos – La grande disgregazione dell’Italia: c’è una via di uscita?”, il nuovo libro di Festa e Sapelli. Prosegue su Startmag la serie “I Dialoghi di Festa su Draghi o il caos”

 

“La crisi istituzionale italiana è molta antica”. Esordisce così Giovanni Guzzetta, costituzionalista, intervistato da Lodovico Festa a partire da “Draghi o il caos – La grande disgregazione dell’Italia: c’è una via di uscita?”, il nuovo libro di Festa e Sapelli.

“La nostra Costituzione è una costituzione di emergenza per gestire una situazione eccezionale, quella di un paese che non sapeva dove sarebbe finito e questo è stato un imprinting fondamentale della nostra Costituzione” sottolinea Guzzetta. “La Costituzione quindi gestisce un sistema con un due caratteristiche: un sistema di governo molto debole in cui si evitava il più possibile il dominio di una maggioranza o semplicemente la possibilità di un governo efficiente. Il secondo elemento fu l’idea che la politica si reggeva sui partiti e sugli accordi tra partiti. La crisi attuale è la crisi di quel modello sotto entrambi i punti di vista: cioè l’assenza di una struttura istituzionale solida e in qualche modo emancipata dal ruolo di leadership dei partiti e la crisi dei partiti tradizionali che non sono più la spina dorsale del paese”.

“I cittadini sono collocati a livello marginale” segnala Guzzetta. “Il ruolo dei cittadini non è quello di determinare l’indirizzo politico, piuttosto di investitura delle forze politiche”.

“Ci troviamo in una situazione paradossale in cui non esistono né istituzioni né partiti” sottolinea Guzzetta.

“Draghi può diventare una leva perché ha una risorsa: la credibilità, lo standing che non si riscontrava da un po’ in Italia che paradossalmente gli consente di prendere decisioni con la legittimazione della sua autorevolezza, un valore nella politica. Questo se si cumulasse con il ruolo alla Presidenza della Repubblica potrebbe fare la differenza. Non solo perché eserciterebbe il ruolo di presidente della Repubblica in modo adeguato, ma anche perché favorirebbe quel processo di ristrutturazione del processo politico”, chiosa Guzzetta.

Pertanto Draghi futuro presidente della Repubblica “è una delle poche chances che abbiamo” conclude.

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