IL CORRIERE MOLTO SPERANZOSO
"Leu riconferma il suo ministro, Roberto Speranza. Un successo, visto che era uno degli uomini più popolari del Conte II", scrive il Corriere della Sera.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
MATTARELLA A DIFESA DI GUERINI
Il Pd è riuscito a tenere alla Difesa Lorenzo Guerini grazie a una sorta di “quota” Quirinale. (Annalisa Cuzzocrea, Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
I GRILLI SU CINGOLANI
"Cingolani è stato nominato, su spinta del Movimento, responsabile dell’Innovazione tecnologica di Leonardo, ma sono tanti i grillini che considerano la sua nomina per niente riconducibile a loro" (Annalisa Cuzzocrea, Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
MINISTRI DI FORZA LETTA
I 3 ministri di Forza Italia? "Sono nomine che premiano il lavorio costante di Gianni Letta, eterno tessitore di trame al centro dello schieramento politico", scrive Repubblica.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
PIZZINO DI SALVINI A DRAGHI
"Ci auguriamo un cambio di passo sulla salute e la sicurezza. Però, che sollievo non dover più dipendere da Azzolina, Bonafede, De Micheli. E niente più Conte e Casalino…", dice Matteo Salvini al Corriere della Sera.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
MELONI SBUFFA PER ORLANDO
«Il ministero del Lavoro al Pd? Sono stati confermati i miei timori: questo sarà un governo ostaggio della sinistra», dice Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d'Italia.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
FOLLI POCO FOLLE PER IL GOVERNO DRAGHI
"Non è un governo esplosivo e rivoluzionario. Non è un governo che abbaglia. O che soddisfa tutte le attese, davvero troppe, che si erano create giorno dopo giorno". (Stefano Folli)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
"La vera impronta modernizzatrice del governo è il presidente del Consiglio. È lui il garante della volontà italiana di stare in Europa nonché il principale fattore di discontinuità con il recente passato". (Stefano Folli)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
"Anziché essere percepito come commissario liquidatore di un sistema, Draghi vuole essere accolto come l’uomo della tregua, alla cui ombra la dialettica politica può rigenerarsi con buonsenso". (Stefano Folli)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
GAROFOLI SCALDATO DAL SOLE
Di Garofoli è nota la riservatezza granitica sui dossier, di cui conosce a menadito anche le virgole più nascoste. Oltre a un savoir faire politico affinato nella ricomposizione delle tensioni negli ultimi governi fra presidenza del Consiglio e Mef. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
GIORNALISMI
Parliamo di cose serie https://t.co/vXfE4MjhRd
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 12, 2021
“Il giornalismo sofisticato dell’intellettuale Gabriele Romagnoli su Vanity Fair”. (Michele Borioni su Instagram) pic.twitter.com/Hm10WnYoxV
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 13, 2021
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GLI APPROFONDIMENTI DI START MAGAZINE SULLE NOVITA’ NEL GOVERNO DRAGHI
Il governo Draghi in pillole: ministri, novità e conferme
Daniele Franco, chi è il ministro dell’Economia che prenderà il posto di Gualtieri
Tutto su Giancarlo Giorgetti, il bocconiano leghista al ministero dello Sviluppo economico
Ecco il curriculum di Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi
Enrico Giovannini, chi è il nuovo ministro delle Infrastrutture al posto di Paola De Micheli
Chi è Massimo Garavaglia, il leghista ministro del Turismo nel governo Draghi
Chi è Maria Cristina Messa, nuovo ministro dell’Università e della Ricerca
Patrizio Bianchi, il curriculum del prof ministro dell’Istruzione al posto di Azzolina
Chi è (e cosa non farà) Marta Cartabia alla Giustizia
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PUNTO ANSA SUL GOVERNO DRAGHI
Mario Draghi tiene all’oscuro la politica fino all’ultimo ma dal suo cilindro esce alla fine un governo con 8 tecnici e 15 politici, secondo il modello misto di Ciampi, che dell’ex Governaotore fu mentore.
Un governo tecnico nelle sue caselle chiave: nomi di esperienza e di grande prestigio, in ossequio allo sprone del Colle per un esecutivo di “alto profilo” e “non identifcabile con alcuna formula politica”. Ma Draghi chiama al “whatever it takes” moltissimi politici, con alcune new entry e diverse conferme, nel segno della continuità chiesta dal Colle.
Otto le donne (3 tecniche e 5 politiche): Cartabia, Lamorgese, Messa, Gelmini, Carfagna, Dadone, Bonetti, Stefani.
Quindici gli uomini (5 tecnici, 10 politici): Franco, Colao, Giovannini, Cingolani, Bianchi, Di Maio, Speranza, Franceschini, Guerini, Orlando, D’Incà, Giorgetti, Patuanelli, Brunetta, Garavaglia.
Elevata l’età media: 55 anni. Mentre dei 23 ministri del governo Draghi, 17 avevano già ricoperto dicasteri in precedenti governi, 7 sono gli esordienti.
Rappresentate tutte le forze politiche della nuova maggioranza (ma non Azione-+Europa), certo con dicasteri di peso diverso. Quattro ministri al M5s (Di Maio, Dadone, Patuanelli, D’Incà). Tre ministri al Pd (Franceschini, Orlando, Guerini), espressione delle 3 componenti dem che hanno eletto Zingaretti.
Tutti uomini, così come il ministro Leu Speranza. Va meglio per la rappresentanza di genere in Forza Italia: 2 donne (Gelmini e Carfagna) e 1 uomo, (Brunetta), tutti già ministri nei governi Berlusconi. Donna anche l’unica ministro di Iv (Bonetti). La Lega ha tre ministri: il ‘pesante’ Giorgetti al Mise, Garavaglia e Stefani. Tra gli otto tecnici 3 donne (Cartabia, Lamorgese e Messa) e 5 uomini (Franco, Cingolani, Colao, Giovannini, Bianchi).
Interessanti le novità. A spendere il 37 per cento dei 209 miliardi del Recovery Found, nel ministero nuovo di zecca della Transizione Ecologica fortemente voluto da Beppe Grillo e da M5s, Draghi chiama il fisico Roberto Cingolani, responsabile dell’Innovazione tecnologica di Leonardo, dal 2005 al 2019 direttore dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. Alla Transizione Ecologica Vittorio Colao, alla guida della Task force di Giuseppe Conte per il piano poi mai attuato, manager di grandi gruppi editoriali e capo operativo mondiale di Vodafone.
Una novità anche i ministeri del Turismo e della Disabilità, per i leghisti Garavaglia e Stefani.
Nei dicasteri chiave del suo governo di “alto profilo” Draghi vuole quattro uomini e due donne. Al Mef Daniele Franco, bellunese, esperto di finanza pubblica, direttore generale di Bankitalia, fedelissimo e braccio destro di Draghi. Tre conferme agli Esteri, alla Difesa, alla Salute, con il M5S Luigi Di Maio, il Pd Lorenzo Guerini , il Leu Roberto Speranza. Confermata anche Luciana Lamorgese agli Interni mentre la new entry è Marta Cartabia alla Giustizia: costituzionalista, giurista, accademica, appassionata di sci fuori pista, ha infranto il soffitto di cristallo diventando la prima presidente donna della Corte Costituzionale.
La continuità che aveva chiesto il Quirinale trova espressione anche nella conferma del Pd Dario Franceschini alla Cultura e del 5 stelle Federico D’Incà, nel delicato ruolo di ministro per i Rapporti con il Parlamento di un governo che dovrà fronteggiare una maggioranza composita e variegata.Tornano al governo dopo anni anche il leghista Giorgetti al Mise e il vicepresidente del Pd Andrea Orlando, al Lavoro.
Altri nomi tecnici di peso, all’Istruzione (Patrizio Bianchi), e all’Università (la professoressa Maria Cristina Messa, medico chirurgo, della Bicocca di Milano).
Infine, nel ruolo importantissimo di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Draghi sceglie Roberto Garofoli, un uomo di struttura molto stimato,spesso in conflitto con i 5s.