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Ucraina Nato

Che cosa succede fra Nato e Zelensky

Tutte le novità su Nato e Ucraina dopo le parole del presidente Zelensky. Il punto di Giuseppe Gagliano

 

Difficile non parlare dei primi cedimenti di natura politica da parte dell’attuale presidente dell’Ucraina da un lato e difficile non sottolineare la posizione dei paesi Nato di paralisi di fronte all’offensiva russa dall’altro lato. Paralisi che nasce anche dalla necessità di impedire che un intervento diretto possa gettare le premesse per un conflitto di natura mondiale.

Non è un caso infatti che il ministro degli Esteri russo Lavrov abbia affermato che sussiste una certa speranza per raggiungere un compromesso come dichiarato al canale televisivo russo RBC.

Ma da cosa nasce il dietro-front, il cedimento politico dell’attuale presidente dell’Ucraina?

Da due semplici ragioni: in primo luogo dal fatto che la Nato non ha posto in essere la no fly zone sui cieli dell’Ucraina come chiesto dal presidente ucraino e in secondo luogo dal fatto che l’Ucraina non è un paese Nato e non può – almeno allo stato attuale – entrare all’interno della Nato. Non dimentichiamoci infatti che, durante la videochiamata con l’Inghilterra e i rappresentanti dei paesi che fanno parte della Joint Expeditionary Force, il presidente ucraino con rammarico ha preso atto della impossibilità che i paesi Nato accolgono la sua proposta.

Proprio partendo da questo cambio di postura, il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha detto mercoledì che Mosca prenderà in considerazione un “compromesso” che consiste nel rendere l’Ucraina uno stato neutrale paragonabile alla Svezia o all’Austria, che pur essendo entrambi membri dell’Ue e dotati di forze militari, non sono però membri della Nato.

Proposta questa che è stata respinta – almeno finora – da parte del consigliere presidenziale e negoziatore Mykhailo Podolyak che ha sostenuto che i colloqui dovrebbero prima di tutto dare priorità alle “garanzie di sicurezza” per il paese.

Tuttavia la situazione è in costante evoluzione e presenta ancora aspetti contraddittori: da un lato infatti il presidente russo ha lanciato un appello al presidente del consiglio europeo sottolineando come ancora non ci sia un serio impegno a cercare soluzioni reciprocamente accettabili e dall’altro lato il presidente ucraino ha esortato le nazioni che condividono un confine comune con la Russia a porre in essere una capacità di difesa autonoma ed indipendente.

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