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Shopping Online

Shopping online, dove vendere gli oggetti usati

Agli italiani lo shopping online ancora non convince tanto, ma l’e-commerce potrebbe essere la giusta via per riciclare gli oggetti usati. Come scegliere il sito? A cosa stare attenti? Gli italiani sono grandi affaristi, ma non sfruttano appieno le potenzialità dello shopping online. È questa la conclusione di una ricerca internazionale condotta da Ipsos* per…

Agli italiani lo shopping online ancora non convince tanto, ma l’e-commerce potrebbe essere la giusta via per riciclare gli oggetti usati. Come scegliere il sito? A cosa stare attenti?
Gli italiani sono grandi affaristi, ma non sfruttano appieno le potenzialità dello shopping online. È questa la conclusione di una ricerca internazionale condotta da Ipsos* per conto di eBay, in cui si sostiene che lo scorso anno, gli italiani che hanno venduto i loro oggetti via e-commerce sono stati meno di Spagnoli e Francesci, ma sono riusciti a ricavarne più denaro dalle loro vendite: 135 euro in media contro i 124 euro degli Spagnoli e 110 euro dei Francesi.

Vendite online: gli italiani ci credono poco

shopping onlineLe potenzialità di guadagno, dunque, ci sono ma agli italiani l’online sembra convincere poco ancora.
Solo il 35% degli intervistati ha dichiarato di aver già utilizzato piattaforme online per vendere gli oggetti inutilizzati (contro il 44% degli intervistati in Spagna e il 57% in Francia). La buona notizia è che i nostri concittadini sembrerebbero intenzionati a recuperare lo svantaggio. Il 45% degli italiani si mostra volenteroso a ricorrere all’online per la vendita dei propri beni usati in futuro e ben 50% afferma che venderà di più attraverso canali online.

Sono i quarant’enni a saper “vendere” meglio

Sono i quarant’enni quelli che sanno meglio piazzare la merce sul mercato. Secondo i dati della ricerca, tra i venditori italiani a ricavare più denaro dalle vendite online sono i 35-44enni: 164 euro di media contro i 99 euro degli under 24. In Francia i numeri 1 sono i 25-34enni con 133 euro di media contro i 93 euro degli under 24. In Spagna, invece, le differenze più significative sono quelle geografiche: gli abitanti delle regioni centrali ricavano dalle vendite online mediamente 195 euro contro gli 88 euro di quelli che vivono nel nord-ovest.

Ma la situazione è in forte evoluzione perché sono soprattutto i giovani a dirsi disposti a utilizzare il web per vendere qualsiasi tipo di bene: lo dichiara l’84% degli under 35enni contro il 70% degli over 60.

Shopping online per la lotta allo spreco

e-commerceScegliere di vendere un oggetto, online, non è certo solo un modo per guadagnare. Gli italiani dovrebbero affidarsi maggiormente a questa risorsa per dare una seconda vita agli oggetti: evitare gli sprechi, adottare uno stile di vita più sostenibile e partecipare in modo attivo alla “sharing economy”. L’idea di possedere gli oggetti per sempre o per un lungo periodo assume sempre meno importanza, questa tendenza è confermato da 6 intervistati su 10 in tutti i paesi.

Dove vendere online?

Non tutti i siti sono ideali per la vendita online. Chi lo fa lo sa bene. Sono tre gli aspetti fondamentali a cui prestano attenzione gli italiani nella scelta del sito dove proporre la propria merce: la sicurezza dei pagamenti (51%), la facilità di utilizzo (43%) e la popolarità del sito (39%).

La sicurezza dei pagamenti assume una maggiore importanza (62%) soprattutto tra le persone interessate a vendere in futuro. lo testimoniano i dati interni di eBay che mostrano una netta preferenza degli acquirenti per PayPal come metodo di pagamento grazie alla sua sicurezza, velocità e semplicità.

Shopping online per sostenere la sharing economy

Secondo la ricerca, sempre più persone credono nella sharing economy, nell’economia di condivisione. Online è uno strumento sempre più utilizzato per rivendere e comprare beni. Le motivazioni? Non è solo il fattore economico, che pesa comunque per il 50% degli intervistati, ma incide molto anche la propensione a seguire uno stile di vita più sostenibile che si realizza attraverso l’utilizzo “temporaneo” degli oggetti o la condivisione, tipica della sharing economy.

Ben l’80% degli intervistati dei tre Paesi analizzati è coinvolto in almeno una pratica di economia partecipativa. La vendita di beni tra privati cittadini é il modo più comune per far condivisione.

e-commerce“eBay è un motore della sharing economy e da oltre 21 anni connette milioni di venditori – professionali e non – e acquirenti in tutto il mondo, dando grande rilevanza al ruolo delle persone e creando innumerevoli opportunità per tutti”, spiega Iryna Pavlova Responsabile comunicazione di eBay in Italia. “eBay è stata la prima piattaforma online a creare questo modello di business che negli anni si è evoluto. Oggi l’81% delle transazioni su eBay riguarda oggetti nuovi ma la vendita tra privati resta sempre una parte importante del nostro business”.

L’attitudine alla condivisione è una caratteristica radicata tra gli utenti di eBay: la ricerca Ipsos mostra che tendono a partecipare a più  attività collaborative rispetto alla media e agli utilizzatori di alte piattaforme online. il 52% degli “eBayer” italiani ha provato il baratto (contro il 44% degli utilizzatori di altri siti e il 23% della media nazionale) e il 46% ha alloggiato in case altrui (28% di media nazionale).

Shopping online, le 5 regole per comprare in sicurezza

1. Scegliere un buon antivirus

E’ questo lo step di partenza. Avere un buon antivirus non solo protegge il nostro computer, ma può aiutarci nella giungla del web ad individuare i siti più affidabili. Esistono in commercio (anche a costo zero) alcuni antivirus che includono un plugin per il browser che controlla l’affidabilità dei link sui motori di ricerca.

2. Scegliere un sito conosciuto (e certificato)

shopping onlineEvitare di fare acquisti su siti che promettono abiti (magari formati) a prezzi davvero stracciati, se questi siti non sono popolari. Se dobbiamo acquistare su Internet è bene dare la preferenza a negozi e store di brand popolari e alle versioni online delle grande catene di negozi fisici che già frequenti. Sono questo gli shopper online che offrono sicurezza nel pagamento, garanzie in caso di cambi e restituzioni e costi di spedizione abbordabili.

E ancora. Se non conosciamo il sito ma siamo davvero interessati all’acquisto, allora non ci rimane che controllare che la pagina sia certifica, da un’autorità come TRUSTe, Norton Secured o VeriSign (memorizza i loghi nell’immagine qui in basso), ovvero da istituzioni che si incaricano di controllare i siti web e di validarne l’affidabilità.

3. Leggi sempre i feedback di altri acquirenti

C’è qualcosa che internet offre e che lo shopping tradizionale non può (sempre) darci. Le opinioni degli altri utenti: leggere i loro commenti sulla merce, sulla consegna e sull’affidabilità è importante.

4. Meglio l’app

Se vogliamo fare acquisti da siti conosciuti, allora preferiamo l’app. Perchè? E’ semplice, il browser potrebbe reindirizzarci anche a siti poco affidabili, ma con l’applicazione del negozio questo non avviene.

5. Informarsi sul diritto di recesso

Altra regola molto importante è informarsi sul diritto di recesso. Comprare senza provare ( e toccare) infatti, può riservare brutte sorprese. E’ per questo che se si vuol essere completamente sicuri di un acquisto online è bene informarsi se è possibile restituire il capo e su come fare per avere un rimborso.

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