Non smettono di far macinare soldi a chi li sviluppa, eppure all’improvviso, forse per colpa dell’Intelligenza artificiale, quasi tutti gli studi che creano o pubblicano videogiochi, dalle major alle startup, hanno o stanno diminuendo il proprio organico con licenziamenti talvolta clamorosi e particolarmente rumorosi.
I LICENZIAMENTI NEI VIDEOGIOCHI IN NUMERI
Su Internet ci sono ormai database aggiornati sulla situazione dato che il reparto, in alcuni Paesi del mondo, non è sindacalizzato ed è dunque difficile avere fonti certe. Uno dei più affidabili, in quanto linka accanto a ciascun aggiornamento anche la fonte, parla – con riferimento alla cifra mondiale – di oltre 13mila licenziamenti nel comparto dei videogiochi solo nei primi 9 mesi di quest’anno.
Gli ultimi per ordine di tempo riguardano Riot Games che fa parte del colosso cinese Tencent, NaturalMotion nel portafogli dell’americana TakeTwo mentre l’europea Embracer, in crisi da parecchio, avrebbe licenziato ancora, precisamente in Cryptic Studios. Nemmeno a farlo apposta, gli ultimi licenziamenti riguardano case che producono o sviluppano videogiochi in tutti i principali mercati: Asia, Usa e Vecchio continente, a riprova di quanto sia ormai globalizzata e radicata la crisi.
DA MICROSOFT A SONY FINO A UBISOFT
Numerosissime le big che, nel corso degli ultimi mesi, hanno proceduto con una diminuzione dei propri organici, dall’americana Microsoft alla giapponese Sony fino alla parigina Ubisoft. Nonostante da inizio anno il titolo della società di Redmond sia cresciuto del 31,2% principalmente grazie al comparto Ia, Microsoft nel corso del 2023 è tra le realtà tech che ha licenziato maggiormente: ben oltre 10mila i dipendenti messi alla porta.
FOCUS SULL’EUROPA
Quanto ai licenziamenti nel mondo dei videogiochi europeo, i numeri forniti dall’agenzia di reclutamento Values Value e dalla piattaforma InGame Job che hanno sondato la situazione di 1.800 professionisti dell’industria videoludica del Vecchio continente parlano di una mattanza che ha riguardato il 21% degli sviluppatori nel corso del 2023.
Uno sviluppatore su cinque, insomma, è tornato su piazza e ha fatto colloqui di lavoro perché silurato dall’oggi al domani dal vecchio datore. Si tratta di stime con ogni probabilità per difetto dato che molti sono partite Iva che dunque sfuggono a simili campionature ma che hanno comunque visto cessare collaborazioni importanti per i propri bilanci.
IN QUANTI RITROVANO UN LAVORO NEL MEDESIMO SETTORE?
C’è comunque spazio per un po’ di ottimismo: il 15% dei licenziati ha trovato una nuova occupazione sempre all’interno del mondo dei videogiochi che, dunque, non procede solo coi licenziamenti ma mette a segno anche qualche sporadica assunzione.