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Non solo tagli, cosa succede a Microsoft?

Nuovi licenziamenti in Microsoft: dopo i 10mila del 2023, altri 1900 nelle ultime ore solo nell'area gaming. Colpiti gli studi acquisiti con Activision. Mistero sull'addio del Ceo di Blizzard: per Redmond si tratta di dimissioni volontarie, ma c'è chi parla di cacciata

Al momento, tutte le Big Tech che nel corso degli ultimi 12 mesi hanno intrapreso la strada di licenziamenti abnormi minimizzano: è il mercato, coi suoi alti e bassi. E fanno notare come le migliaia e migliaia di persone accompagnate alla porta con il tradizionale scatolone con gli effetti personali in mano siano in realtà una piccola parte rispetto a organici che prevedono sedi distaccate ai quattro angoli del globo. Ma soprattutto tutte graniticamente respingono le accuse che i licenziamenti siano in qualche modo connessi all’arrivo delle intelligenze artificiali. Sarà, ma proprio Microsoft, che nel vociferato e a tratti famigerato (persino chi lavora sulle IA chiede a gran voce interventi legislativi per porre loro un freno prima che sa troppo tardi) ChatGpt ha investito più di 11 miliardi di dollari, sta licenziando a tutto spiano. Dopo i 10mila licenziamenti dello scorso anno, la scure si è abbattuta su circa 2mila sviluppatori a inizio 2024, molti dei quali impiegati in Activision, software house che Redmond ha acquisito per circa 70 miliardi; lecito insomma chiedersi che stia succedendo in Microsoft…

NUOVI LICENZIAMENTI IN MICROSOFT, LA NOTA UFFICIALE

Phil Spencer, dal 2022 amministratore delegato di Microsoft Gaming, a IGN si è limitato a dire: “Sono passati poco più di tre mesi da quando i team di Activision, Blizzard e King si sono uniti a Microsoft. Mentre andiamo avanti nel 2024, la leadership di Microsoft Gaming e Activision Blizzard è impegnata ad allinearsi su una strategia e un piano di esecuzione con una struttura dei costi sostenibile che sosterrà l’intera attività in crescita. Insieme, abbiamo stabilito le priorità, identificato le aree di sovrapposizione e assicurato che siamo tutti allineati sulle migliori opportunità di crescita.”

“Come parte di questo processo – ha continuato Spencer, abbiamo preso la dolorosa decisione di ridurre le dimensioni della nostra forza lavoro nel settore del gioco di circa 1900 ruoli sui 22.000 che compongono il nostro team. Il Gaming Leadership Team e io ci impegniamo a gestire questo processo nel modo più ponderato possibile.”

DOVE COLPIRANNO I TAGLI?

Non sono ancora stati ufficializzati con precisione gli ambiti in cui insisteranno i tagli, ma le parole del Ceo di Microsoft Gaming permettono di averne una vaga idea, almeno per quanto riguarda le divisioni interessate: “Le persone direttamente interessate da queste riduzioni hanno tutte svolto un ruolo importante nel successo di Activision Blizzard, ZeniMax e dei team Xbox, e devono essere orgogliose di tutto ciò che hanno realizzato qui”.

Quindi Spencer ha chiosato: “Siamo grati per tutta la creatività, la passione e la dedizione che hanno portato ai nostri giochi, ai nostri giocatori e ai nostri colleghi. Forniremo il nostro pieno supporto a coloro che saranno colpiti durante la transizione, comprese le indennità di licenziamento previste dalle leggi locali sul lavoro. Coloro i cui ruoli subiranno un impatto saranno informati e vi chiediamo di trattare i vostri colleghi in partenza con il rispetto e la compassione che sono in linea con i nostri valori.”

IL MISTERO SULL’ADDIO DI YBARRA

Quel che è certo, è che assieme ai 1900 dipendenti interessati da questo nuovo round di tagli, spicca anche l’addio del presidente di Blizzard, Mike Ybarra, che ha comunicato di aver lasciato l’azienda. “Come molti di voi sanno, Mike ha trascorso più di 20 anni in Microsoft. Ora che ha portato a termine l’acquisizione come presidente di Blizzard, ha deciso di lasciare l’azienda”, ha velocemente commentato Matt Booty, presidente di Microsoft per i contenuti e gli studi videoludici, in una nota pubblicata su The Verge.

 

Ma in Rete non tutti credono nella tesi di Microsoft delle dimissioni dell’ormai ex numero 1 di Blizzard. In particolare segnaliamo il tweet di Jason Schreier, cronista videoludico di Bloomberg, solitamente molto informato sulle vicende di questo tipo. Comunque sia, Redmond vuole procedere velocemente e nominare un nuovo presidente già la prossima settimana.

Tra i big che stanno lasciando Blizzard dopo l’arrivo di Microsoft anche Allen Adham, Chief Design Officer . “Come uno dei cofondatori di Blizzard, Allen ha avuto un ampio impatto su tutti i giochi di Blizzard. La sua influenza si farà sentire per gli anni a venire, sia direttamente che indirettamente, dato che Allen intende continuare a fare da mentore ai giovani designer del settore”, il commento di Booty.

XBOX VA VERSO LE COPIE ONLY DIGITAL?

Secondo il giornalista Jez Corden parte dei tagli avrebbero interessato la divisione che si occupa delle versioni fisiche dei giochi sfornati da Microsoft e curano il rapporto coi distributori e i negozi.

 

Ulteriore riprova, salvo che non si voglia esternalizzare il processo, che la strategia di Redmond per restare competitiva, stante il clamoroso distacco che si sospetta esserci tra Xbox Series X|S e PlayStation 5 (Microsoft non rilascia più dati di vendita quindi ci si muove solo con stime più o meno accurate), sia un futuro senza più supporti ottici, così da risparmiare grazie alle versioni puramente digitali da scaricare via store proprietari.

L’analista Daniel Ahmad, rispondendo alle speculazioni di Corden su X, ha sottolineato il fatto che alcuni giochi Xbox abbiano venduto l’80% delle loro copie in digitale. È inoltre sotto gli occhi di tutti l’impegno di Microsoft di investire nell’abbonamento via GamePass che coinvolge una libreria sempre più sterminata.

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