Entro questa settimana la Commissione europea dovrebbe fornire l’autorizzazione al governo italiano a concedere aiuti di stato a Stmicroelectronics, azienda di semiconduttori controllata dal ministero italiano dell’Economia e dalla banca statale francese Bpifrance, per la costruzione di un nuovo stabilimento a Catania. Stando alle fonti del Sole 24 Ore, il contributo pubblico ammonta a circa 2 miliardi di euro, mentre il valore totale del progetto è di cinque miliardi.
COSA SAPPIAMO DEL NUOVO STABILIMENTO DI STMICROELECTRONICS A CATANIA
L’impianto di Catania dovrebbe entrare in attività nel 2032 e sarà dedicato alla produzione di microchip in carburo di silicio: si utilizzano in particolare nei veicoli elettrici e vengono di solito preferiti alle altre tipologie per via della loro durata di vita più lunga, della maggiore efficienza energetica e dell’elevata resistenza al calore.
L’OBIETTIVO DELL’UNIONE EUROPEA
Come riporta Il Sole 24 Ore, l’autorizzazione europea all’aiuto di stato è legata alla condizione che STMicroelectronics “contribuisca allo sviluppo sul territorio comunitario di chips da 200 millimetri di diametro”: l’Unione europea vuole infatti raddoppiare la propria quota manifatturiera di semiconduttori entro il 2030, portandola dal 9 al 20 per cento del totale mondiale. In assenza del supporto pubblico, però, STMicroelectronics “non si sarebbe lanciata nell’iniziativa”: lo stabilimento catanese in questione, peraltro, è attualmente l’unico nel suo genere in Europa.
Questo venerdì, forse, la commissaria europea per la Concorrenza, Margrethe Vestager, sarà in Sicilia per visitare la sede di STMicroelectronics.
LE ASPETTATIVE DELL’ITALIA SULLA GOVERNANCE DI STMICROELECTRONICS
L’aiuto concesso dall’Italia a STMicroelectronics si lega alle tensioni con la Francia sullo squilibrio negli investimenti e sulla composizione dei vertici dell’azienda.
Il governo di Giorgia Meloni accusa infatti STMicroelectronics di favorire la Francia sia nel volume della spesa che nelle tecnologie: effettivamente, tra il 2019 e il 2023 la società ha investito circa 3,2 miliardi di euro in Italia e 4,9 miliardi in Francia; inoltre, le somme investite nei semiconduttori dal diametro di trecento millimetri (la generazione più recente) sono state di 1,7 miliardi di euro in Italia e di 3,9 miliardi in Francia.
Palazzo Chigi, poi, avrebbe avuto delle riserve sulla riconferma dell’amministratore delegato Jean-Marc Chery per altri tre anni, non avendone gradito la strategia di riorganizzazione interna che ha eliminato l’unità capeggiata da Marco Monti – chiamata Automotive and Discrete Product -, composta principalmente da italiani.
Durante l’assemblea degli azionisti del 22 maggio scorso è stata ufficializzata la nomina di Lorenzo Grandi (l’ex-direttore finanziario) al consiglio di gestione della società, fino al 2027. Grandi dovrebbe in teoria permettere di ribilanciare la presenza italiana con quella francese ai piani alti di STMicroelectronics, ma non è detto che riesca davvero a fare da contraltare a Chery.