Ci sono novità dopo gli incontri di fine 2023 tra la presidenza del Consiglio, il ministero delle Imprese e SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk, in merito alla partecipazione di Starlink ai progetti per la diffusione della banda ultralarga in Italia. Starlink è il sistema satellitare di SpaceX – con rapporti consolidati con la Nasa e con il Pentagono – che fornisce accesso a Internet tramite una costellazione di satelliti in orbita e di terminali a terra.
Esiste infatti un documento – che sta circolando molto negli ambienti istituzionali della maggioranza di governo, che è stato letto con stupore dal mondo americano degli affari e che ha fatto infuriare il circolo di Musk – che descrive minuziosamente l’utilizzo di Starlink da parte delle forze armate della Russia nei territori occupati dell’Ucraina.
LA RUSSIA UTILIZZA STARLINK IN UCRAINA? FATTI E DICHIARAZIONI
Già lo scorso 11 febbraio il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Andrii Yusov, aveva confermato la notizia, spiegando come l’intelligence di Kiev fosse a conoscenza della cosa da mesi e mostrando un video nel quale un soldato russo nella regione di Donetsk spiega a un altro che “Starlink funziona, c’è Internet”.
Pare insomma che la Russia stia utilizzando numerosi terminali per cogliere il segnale di Starlink lungo il fronte ucraino, come scrive anche il sito specializzato statunitense Defense One. SpaceX ha negato di fare affari con il governo e le forze armate russe, dichiarando di non essere attiva in Russia e di non aver mai venduto, spedito o sponsorizzato i suoi prodotti nel paese; SpaceX sostiene inoltre che i servizi di Starlink non funzionino in Russia.
Nei primi giorni dell’invasione dell’Ucraina SpaceX aveva fornito terminali di Starlink al governo di Kiev, che li ha utilizzati per coordinare le proprie attività. Pare tuttavia che Musk non abbia gradito che le forze ucraine utilizzassero Starlink anche per operazioni di offesa, e che per questo abbia chiesto di disattivare il servizio nelle acque della Crimea così da impedire un attacco via droni alle navi militari russe.
Non è chiaro quanti terminali di Starlink siano oggi in possesso della Russia, né come siano stati ottenuti. Pare però che le forze russe – secondo quanto emerge dal report messo a punto da tecnici del settore tlc e letto da Start Magazine – abbiano trovato il modo di nascondere la propria posizione GPS a questi terminali in modo da rendere più complicata la loro disattivazione.
Come riportato da Newsweek, sembra che i sistemi di Starlink siano in vendita attraverso diversi negozi online russi – alcune società, come iMiele e DJIRussia, li sponsorizzano addirittura – e che siano forniti da un intermediario situato a Dubai. SpaceX ha detto che i sistemi di Starlink non possono venire acquistati a Dubai e che la società non effettua spedizioni in questo emirato.
DIBATTITO SU X
D’altra parte, la Russia potrebbe acquistare le apparecchiature di Starlink in altri paesi ancora e poi averle distribuite al proprio esercito in Ucraina. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dichiarato che Starlink non è mai stato certificato per l’utilizzo in Russia e che non può essere fornito ufficialmente nel paese. Su X, Musk ha aggiunto che “per quanto ne sappiamo, nessun sistema Starlink è stato venduto direttamente o indirettamente in Russia”.
Né Musk né Peskov hanno però detto nulla sull’uso di Starlink da parte delle forze russe in Ucraina, né sul funzionamento del sistema nei territori ucraini occupati dai russi.
ANCHE L’ESERCITO AMERICANO UTILIZZA STARLINK
Starlink viene utilizzato anche dall’esercito degli Stati Uniti: lo scorso ottobre, per esempio, SpaceX ha vinto un contratto da 70 milioni di dollari per la fornitura di servizi Internet tramite Starlink alla Space Force, la branca delle forze armate responsabile delle operazioni spaziali.
UN SEGNALE ANTI MUSK MANDATO AL GOVERNO MELONI?
A dicembre il Sole 24 Ore aveva raccontato del tentativo di Musk per portare Starlink in Italia e inserirlo nei progetti sulla banda ultralarga. “Il tentativo”, precisava il quotidiano confindustriale, “per quanto appaia molto complicato considerate le regole di concessione e aggiudicazione fissate dal governo, è quello di proporsi per integrare la tradizionale copertura che Open Fiber e Tim devono garantire integralmente con la fibra ottica oppure (nel caso delle aree bianche) che con il fixed wireless access”.
Il 30 novembre scorso il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva scritto su X di aver avuto una conversazione telefonica con Musk “in cui abbiamo affrontato una serie di temi, a partire dallo spazio e le nuove tecnologie di frontiera. Pronti a collaborare sulle sfide del futuro”.
Più recentemente, il ministro ha fatto sapere di aver preso contatti con Tesla – un’altra società di Musk – con l’obiettivo di concludere un accordo di investimento e portare almeno un secondo costruttore di automobili in Italia per bilanciare il disimpegno di Stellantis.
Tra Musk e Giorgia Meloni pare esserci una certa affinità personale, al punto che l’imprenditore ha pure partecipato ad Atreju, l’evento politico di Fratelli d’Italia, dove è stato intervistato dal giornalista Nicola Porro, vicinissimo al governo. Se è possibile che questa vicinanza ideologica si riveli utile agli affari, d’altra parte è probabile che le evidenze dell’utilizzo di Starlink da parte dei russi – molto calcate nel documento che sta circolando negli ambienti politici romani – puntano (direttamente o indirettamente) a disincentivare l’adozione di questa tecnologia, su spinta magari di aziende del settore.
AGGIORNAMENTO: SCAZZI MELONI-MUSK? Indiscrezioni e considerazioni sul documento di Tim