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MUSK F-35

Ma davvero Starlink di Musk è filorussa?

Un documento targato Tim attacca Musk per la mancata disattivazione dei terminali Starlink utilizzati dalla Russia. Ma SpaceX è davvero vicina a Mosca? Oppure Tim cerca di eliminare un concorrente nel settore della banda larga? Che cosa bisbigliano ambienti italiani filo Musk

 

Il documento italiano sull’utilizzo del sistema Starlink da parte delle truppe russe – che Startmag ha rivelato e di cui La  Stampa ha confermato la provenienza: Tim – potrebbe incrinare i rapporti futuri tra il governo Meloni ed Elon Musk e forse ostacolare quegli investimenti che Palazzo Chigi ha interesse ad attrarre? E’ la domanda che si pongono in tanti oggi e alla quale i filo Musk italiani tendono a rispondere di sì.

Eppure tra Meloni e Musk pare esserci una certa affinità personale e ideologica: l’imprenditore ha visitato più volte il nostro paese e ha pure partecipato ad Atreju, l’evento politico di Fratelli d’Italia, dove ha insistito sull’importanza della crescita demografica e ha dichiarato che “l’Italia è un buon posto dove investire”. Un assist significativo, visto che Musk è l’uomo più ricco al mondo e capo di società innovative e di successo.

A dicembre Il Sole 24 Oreripreso da Startmag – aveva raccontato dell’approccio di Musk per portare il sistema satellitare Starlink in Italia e inserirlo nei progetti sulla banda ultralarga, a integrazione della copertura di Open Fiber e di Tim. Un tentativo “molto complicato”, precisava il quotidiano, e che forse potrebbe complicarsi ulteriormente vista la circolazione del documento targato Tim.

TUTTI I CONTATTI TRA IL GOVERNO MELONI ED ELON MUSK

Il 30 novembre scorso il ministro delle Imprese Adolfo Urso aveva scritto su X di aver avuto una conversazione telefonica con Musk “in cui abbiamo affrontato una serie di temi, a partire dallo spazio e le nuove tecnologie di frontiera. Pronti a collaborare sulle sfide del futuro”.

Il 16 dicembre Meloni stessa rivelò su X che la partecipazione di Musk ad Atreju “è stata anche un’occasione per dialogare insieme sui benefici e i rischi dell’intelligenza artificiale e sulle nuove prospettive legate a Starlink, il sistema satellitare di SpaceX”. Lo stesso giorno Musk si è riunito anche con il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini per parlare, tra le altre cose, proprio di Internet veloce.

A gennaio era stata SpaceX a garantire l’aggancio alla Stazione spaziale internazionale della missione Ax-3 di Axiom, pilotata dal colonnello italiano Walter Villadei: “è una giornata importante per la storia del settore spaziale italiano, che proprio quest’anno celebra i 60 anni dal lancio del primo satellite italiano, uno dei primi al mondo. Siamo protagonisti della nuova era con i nostri astronauti e con le nostre imprese, orgoglio del Made in Italy”, aveva commentato il ministro Urso in quell’occasione.

Più recentemente, i contatti tra il governo e lo staff di Musk hanno permesso a Urso di indicare Tesla tra le case automobilistiche che potrebbero aprire degli stabilimenti in Italia per bilanciare il disimpegno di Stellantis.

Insomma: Musk e le sue aziende si rivelano utili al governo per promuovere la propria immagine, stanno sottolineando in queste ore ambienti filo Musk in Italia. Già nel maggio 2023, peraltro, si era parlato molto dell’acquisto dei terminali di Starlink da parte del gruppo Unipol per fornire accesso a Internet nelle zone dell’Emilia-Romagna colpite dall’alluvione. Andrea Stroppa, il collaboratore di riferimento di Musk per l’Italia (oltre che vicino a Unipol), aveva pubblicizzato molto la collaborazione Unipol-Starlink su X.

TIM RUSSA SULL’AMERICANISSIMA SPACEX? EPPURE…

Il documento targato Tim tenderebbe a caldeggiare un’incompatibilità tra Starlink e il comparto italiano delle telecomunicazioni, vista l’enfasi sulla mancata disattivazione dei terminali utilizzate dalla forze russe in Ucraina.

L’accusa di favoreggiamento della Russia, tuttavia, non sembra reggere perché SpaceX è strettamente legata al complesso militare-industriale degli Stati Uniti, al punto da essersi aggiudicata almeno un grosso contratto secretato, come raccontava recentemente il Wall Street Journal.

Statunitense, peraltro, è anche il fondo Kkr che acquisterà la rete di Tim, un’infrastruttura strategica, con il beneplacito del ministero dell’Economia, che deterrà una quota di minoranza di NetCo, la futura società della rete. Kkr non disdegna SpaceX, visto che lo scorso agosto ha comprato una quota di minoranza di una società tedesca, OHB, che si rifornisce di tecnologie spaziali proprio dall’azienda di Musk.

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