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Ecco come la semplificazione della PA complica il lavoro di professionisti e imprenditori

L’articolo del commercialista Luigi Giordano procedure telematiche del sito «Impresa in un giorno» Semplificazione è un termine ormai inflazionato, che spesso sentiamo ripetere da ogni membro del governo che si avvicenda su una poltrona e che, come il capitano Achab, cerca di arpionare la balena bianca «pubblica amministrazione». La semplificazione non c’è mai stata, ovvero c’è…

Semplificazione è un termine ormai inflazionato, che spesso sentiamo ripetere da ogni membro del governo che si avvicenda su una poltrona e che, come il capitano Achab, cerca di arpionare la balena bianca «pubblica amministrazione». La semplificazione non c’è mai stata, ovvero c’è stata verso una sola direzione, semplificare la vita ai dipendenti e ai dirigenti della PA.

Noi professionisti lo sappiamo bene, soprattutto quelli che hanno a che fare con le piccole imprese, che nella battaglia di una crisi senza fine, cercano di operare aprendo una attività, con la speranza di poter portare a casa il minimo indispensabile, lasciato da una tassazione fuori dal normale.

Prendiamo il caso delle cosiddette procedure telematiche del sito «Impresa in un giorno», dove la preposizione «in», non ha luogo di esistere e dovrebbe essere sostituita dall’avverbio «forse».

Una procedura cosi farraginosa e tecnica da destare perplessità anche in un informatico di professione. Impresa in un giorno, o Impresa forse un giorno, nasce con l’intento di presentazione della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) ai comuni, dovrebbe essere di facile utilizzo compilabile e fruibile da qualsiasi contribuente, ma anche in questo caso la presunta semplificazione, non solo viene burocratizzata e fagocitata dalla presentazione di svariata documentazione, autocertificazioni, diritti, comunicazioni ecc., ma la compilazione stessa diretta del modello Scia ha spesso blocchi, le schermate si fermano nella digitazione e talvolta si viene sbattuti fuori dal sito con l’obbligo di ricominciare tutta la procedura. In barba a qualsiasi tipo di semplificazionemodelli e procedure sonocontenutiin manuali, forse meglio dire inveri e proprilibri, difficili da interpretare anche per chi ha fatto dell’informatica la sua professione.

Si aggiunga che i siti di alcuni comuni, spesso non riportano l’insieme della documentazione da allegare, ci si deve recare ancora al vecchio sportello per avere contezza della volumetria di carte da scannerizzare (rigorosamente in formato AcrobatPdf/A, più leggero, e non AcrobatPdf, evidentemente per non riempire le caselle postali dei riceventi) per avere il quadro completo nel quale professionisti e cittadini devono districarsi.

L’obiettivo finale sembra essere quello di semplificare il lavoro alla p.a. e complicarlo al contribuente/professionista che lo segue. In effetti all’impiegato che riceve una Scia resta solo il sommario controllo con un click della documentazione e l’archiviazione senza nemmeno spostarsi dalla postazione. Il lavoro è già stato per lo più compiuto dall’inviante. Anche il documento prodotto da altra PA deve essere allegato, non si tralascia nulla per semplificarsi la vita, in barba a tutte le comunicazioni di collaborazione e interscambio tra pubbliche amministrazioni.

Il quadro ad oggi è desolante, ma nonostante tutto anche i prossimi governi si riempiranno la bocca con la parola semplificazione che beneficerà le medie e grandi imprese, dotate di strutture amministrative dedicate, mentre colpirà con i suoi costi tecnologici e burocratici i semplici cittadini e le piccole imprese. A noi, piccoli professionisti non resta che pregare che la prossima sia una «semplificazione semplice».

(Articolo pubblicato su Italia Oggi)

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