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Truffa

Podcast, appelli e spot: ecco il disperato tentativo di Meta per salvare il suo metaverso

Il metaverso di Meta ha già inghiottito 36 miliardi di dollari e continua a bruciare denaro. Per questo il gruppo fondato da Zuckerberg prova ad attrarre utenti e investitori con un nuovo tam tam mediatico. Fatti e approfondimenti

Il metaverso rischia di andare di traverso a Mark Zuckerberg. Pare proprio che l’inventore dei social network questa volta abbia puntato sul cavallo sbagliato. Più di un semplice passo falso che finora gli sarebbe costato 36 miliardi di dollari, se si considera che il rebranding del gruppo che comprende Facebook, Instagram e WhatsApp passa proprio dal metaverso, visto che il nome scelto è stato Meta.

Eppure, le vendite dei visori non soddisfano nessuno dei colossi che ha deciso di produrli e sono sempre più le big tech che fuggono da quelle lande virtuali tristemente vuote.

DOSSIER METAVERSO PER MICROSOFT

La prima a ridurre drasticamente team connessi alla nuova tecnologia è stata Microsoft che oltre ad aver licenziato 11mila dipendenti lo scorso 10 marzo ha chiuso anche AltspaceVR, la piattaforma di realtà virtuale sociale che ha acquisito nel 2017 e che si occupa appunto di sviluppare soluzioni in tal senso ospitando eventi e spazi sociali a cui le persone possono partecipare liberamente.

CASO METAVERSO PER SONY

Anche i visori Sony rischiano di far perdere una gran quantità di denaro alla multinazionale nipponica dei videogame, lasciando il pubblico indifferente. Secondo l’azienda di marketing intelligence International Data Corporation (IDC), Sony avrebbe chiuso il mese di marzo piazzando appena 270.000 visori, vale a dire il 14% delle unità complessive in produzione per il lancio. Nella finestra del lancio i giapponesi si immaginavano di piazzare due milioni di copie mentre a stento raggiungono le 300mila unità.

IL METAVERSO VA DI TRAVERSO A DISNEY

L’ultima a uscire dalle porte di servizio del metaverso è Disney alle prese con una dieta ferrea per rientrare nei conti. Il Gruppo, secondo quanto hanno riferito fonti vicine al dossier al Wall Street Journal, ha già eliminato la divisione che sviluppava il metaverso diretta da Mike White. Tutti i 50 membri del team hanno perso il lavoro a esclusione di White che rimarrà in azienda, ovviamente con un altro ruolo, non esistendo più la squa squadra.

IL METAVERSO DI META È VUOTO

Come già raccontato, il crollo del metaverso rischia di travolgere soprattutto Meta che in merito ha investito tantissimo, ottenendo indietro piuttosto poco. La compagnia di Zuckerberg vuole riuscire ad accumulare almeno 75 milioni di utenti tra Facebook, Instagram e VR. Il primo obiettivo da raggiungere sono i 500.000 utenti attivi mensili nella prima metà del 2023. Attualmente il numero è inferiore a 200.000. Ma il principale problema è il “retention rate”. Deve naturalmente crescere il numero di affezionati: al momento come si anticipava solo l’11% degli utenti ritorna in Horizon Worlds il mese successivo: la meta per quest’anno è raggiungere il 20%.

IL TAM-TAM MEDIATICO PER RILANCIARE UN’IDEA CHE NON FUNZIONA

Un tempo si diceva “idea buona ma non funziona”. Col metaverso però sarebbe difficile esprimere un giudizio sulla qualità della nuova trovata, dato che nessuno sembra aver capito a che serva. Una pubblicità di Meta ne illustrava le potenzialità, dicendo che grazie a questo strumento immersivo, capace cioè di immergerci nella realtà virtuale, avremmo studiato e lavorato in modo diverso. La realtà dei fatti è che, al momento, il metaverso pare solo un brutto videogioco, una nuova versione del vecchissimo Second Life, tra le prime bolle del vecchio internet.

L’APPELLO DI LUCA COLOMBO

E mentre prova a capire che fare col metaverso, Meta tenta almeno di serrare le file, bloccando la fuga di investitori e attraendo utenti. Il tam tam mediatico delle ultime ore è dirompente, tra spot, ricerche, podcast e veri e propri appelli. Luca Colombo, country director di Meta Italia, ha dichiarato: «Il metaverso sarà costituito da tecnologie, piattaforme e prodotti realizzati da diverse aziende che apriranno nuove opportunità creative e commerciali. L’impatto economico di queste tecnologie sarà decisamente reale e valorizzarle è di fondamentale importanza. E per fare questo è necessario l’impegno e la cooperazione di numerosi soggetti coinvolti, tra cui aziende tecnologiche, mondo istituzionale e società civile». Insomma, una chiamata di capitali in piena regola.

MARK NON DEMORDE (MA INTANTO CHIUDE GLI EVENTI SUL METAVERSO)

Lo stesso Mark Zuckerberg è sceso in campo per diradare quelle voci sul fatto che Meta sul metaverso avrebbe già ingranato la retromarcia: «Si sta sviluppando una narrazione secondo cui ci stiamo in qualche modo allontanando dalla visione del metaverso – ha recentemente scritto il numero 1 di Facebook ovviamente sul social network-. Voglio dire chiaramente che ciò non è accurato. Ci stiamo concentrando da anni sia sull’intelligenza artificiale sia sul metaverso e continueremo a focalizzarci su entrambi. Costruire il metaverso è un progetto a lungo termine, noi vogliamo realizzarlo».

Sarà, però nel frattempo proprio Meta chiude gli eventi sul suo metaverso: «Stiamo orientando il nostro sviluppo in Worlds verso il miglioramento della qualità complessiva della piattaforma e ci siamo presi del tempo per rivisitare anche alcune funzionalità della prima ora che non sono all’altezza dei nostri rinnovati standard di qualità – si legge sul blog che annuncia il rilascio della versione 109 della piattaforma accessibile (solo) dai visori Quest. – Come parte di questo sforzo, abbiamo preso la difficile decisione di interrompere lo strumento per la creazione di eventi».

LE MIRABOLANTI CIFRE PROMESSE PER CHI INVESTE NEL METAVERSO DI META

Nel tam tam mediatico di Meta per rilanciare il proprio metaverso probabilmente confluisce il recente report che promette ricchezze per coloro che crederanno nel progetto. In Italia il metaverso potrebbe generare un impatto economico tra i 28 e i 52 miliardi di euro entro il 2035, mentre nell’intera Unione Europea questa cifra ammonterebbe a una somma compresa tra i 259 e i 489 miliardi di euro l’anno, pari all’1,3%-2,4% del Pil mondiale. Sono i dati che emergono dallo studio ‘Il metaverso e l’opportunità per l’Unione Europea’, condotto da Meta con Deloitte. Cifre astronomiche che proprio per questa ragione sembrano rientrare nella campagna marketing avviata dal Gruppo.

PODCAST E SPOT

E visto che i podcast continuano a macinare cifre mostruose, ecco che il rilancio del metaverso di Meta passa pure da lì, con l’acquisto di uno spazio chiamato “Conversazioni sul metaverso”, realizzato con Chora Media (Be Content) di Mario Calabresi, disponibile da martedì 16 maggio, sulle principali piattaforme audio (Spotify, Apple Podcast, Spreaker e Google Podcast).

Nel podcast, si legge nel comunicato stampa “dedicato alla scoperta del presente e del futuro del metaverso, l’esperto di tecnologia Matteo Flora e la libraia Cristina Di Canio dialogheranno con tre esperti di Meta, che approfondiranno le diverse prospettive e implicazioni di questa nuova evoluzione di Internet”.

E naturalmente non manca il padrone di casa: “Ospite della puntata d’apertura Luca Colombo, Country Director di Meta in Italia, che partendo dalle basi di quello che è il metaverso approfondirà l’impatto che il metaverso avrà sul nostro futuro, soprattutto a livello economico e lavorativo”.

A inizio marzo, si legge su Engage, ha avuto inizio la nuova fase della campagna Meta “L’impatto sarà reale”, avviata lo scorso settembre. La campagna, che vede una pianificazione TV, radio, stampa, digital e OOH, sarà presente anche in Francia, Germania, Belgio e Regno Unito. La creatività di quei primi spot era stata sviluppata dal team interno Creative-X di Meta, con pianificazione di Spark Foundry (Publicis Groupe). “Mentre la realtà virtuale è già qui e sta avendo un impatto reale – si legge nel comunicato stampa del Gruppo -, molto di ciò che immaginiamo per il metaverso è ancora lontano un decennio e implica una collaborazione tra settori, con esperti, accademici, società, governi e autorità di regolamentazione. Abbiamo da tempo avviato queste conversazioni e speriamo che questa nuova campagna contribuisca a stimolare ulteriori confronti tra i settori e con gli esperti in Italia e altrove”, chiosano da Meta. Intanto, però, gli utenti più che stimolati paiono indifferenti alla nuova tecnologia.

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