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Open Fiber

Ecco perché M5S punta tutto su Open Fiber e Cdp per l’innovazione digitale

Si rintracciano suggestioni di Davide Casaleggio nelle priorità per l’innovazione digitale elencate oggi dal Blog delle Stelle. “Il pubblico deve fungere da volano per il finanziamento privato di startup innovative”, scrive il deputato del Movimento 5 Stelle, Mirella Liuzzi. Concetto pressoché coincidente con l’idea di uno “Stato acceleratore del mercato” nel campo del venture capital…

Si rintracciano suggestioni di Davide Casaleggio nelle priorità per l’innovazione digitale elencate oggi dal Blog delle Stelle. “Il pubblico deve fungere da volano per il finanziamento privato di startup innovative”, scrive il deputato del Movimento 5 Stelle, Mirella Liuzzi. Concetto pressoché coincidente con l’idea di uno “Stato acceleratore del mercato” nel campo del venture capital legato all’innovazione, come indicato da Davide Casaleggio in un post su Facebook che rispondeva, richiamandolo, un articolo di Start Magazine in cui si dava conto delle posizioni del presidente della Casaleggio Associati e numero uno dell’associazione Rousseau che lavora per il Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

E come era abbozzato anche nel programma pentastellato prima delle elezioni del 4 marzo, M5S punta molto su un ruolo sempre più attivo nelle tlc e nelle reti per Open Fiber, la società costituita sotto gli auspici del governo Renzi tra Enel e Cassa depositi e prestiti. Una società che,  secondo le intenzioni del Movimento, dovrebbe essere il perno di quella società delle reti – modello Terna dal punto di vista societario – in cui far confluire per fonderla anche la rete di Tim; un’idea che peraltro si rintraccia nei piani del fondo Elliott che vuole spodestare Vivendi dall’ex Telecom Italia.

Si legge oggi sul Blog delle Stelle, pochi giorni dopo le critiche serrate ai vertici di Cdp: “Open Fiber (società partecipata da ENEL e Cassa Depositi e Prestiti) è la società della rete alla quale pensiamo e che va rafforzata. Una società che opera nel mercato ma che, considerando l’assetto societario, non può che essere la società di tutti i cittadini che assicuri un accesso gratuito di base ad internet, intervento da considerarsi come unico strumento per realizzare la conoscenza e diffusione del digitale”.
Non solo, scrive la pentastellata Liuzzi: “Il pubblico attraverso Cassa Depositi e Prestiti, e in particolare il Fondo Italiano, deve fungere da volano per gli investimenti privati nel digitale”. Come incentivare i privati ad investire in società italiane del digitale? “Non basta la leva fiscale – secondo il movimento capitanato da Luigi Di Maio – pure fondamentale e da sostenere, ma occorre un intervento del pubblico che creda nelle giovani energie imprenditoriali del nostro Paese”.

Il modello “sovranista” o “dirigista”, come viene bollato dai critici come l’economista bocconiano Carlo Alberto Carnevale Maffè (qui l’intervista di Start Magazine all’economista), viene dettagliato così oggi sul Blog delle Stelle: “L’intervento del pubblico non si deve limitare all’azione amministrativa ma deve percorrere almeno altre 3 direttrici: bisogna realizzare la società della rete idonea a garantire un accesso di base ad internet per tutti i cittadini; il pubblico deve fungere da volano per il finanziamento privato di startup innovative e, infine, occorre realizzare hub dell’innovazione in tutta la penisola”.

Infine i Pentastellati invocano la Blockchain anche per le relazioni Stato-cittadini, in primis per la Spid (Sistema pubblico di identità digitale), che da tempo arranca in Italia, come mostrato di recente da alcune inchieste giornalistiche: “La prospettiva di una macchina amministrativa che veda la Blockchain come tecnologia abilitante di un nuovo rapporto Stato-cittadini non è così lontana – si legge sul Blog delle Stelle – Altri Paesi stanno percorrendo queste strade ma per arrivare a destinazione bisogna partire dai piccoli passi. E quindi rilanciare SPID rafforzandone la diffusione e facendone lo strumento abilitante per una rinnovata interlocuzione con una pubblica amministrazione che sia pronta ad accettare la sfida. Non è accettabile che per ottenere una certificazione o un documento nel 2018 ci si debba ancora mettere in fila ad uno sportello. Tutto deve essere online e SPID deve essere la chiave di accesso a questi servizi”. Si vedrà.

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