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Iveco Leonardo

Leonardo, Oto Melara verso il programma del carro armato europeo Mgcs?

Ecco le prime ipotesi di adesione per l'Italia con Oto Melara di Leonardo al programma del carro armato europeo Mgcs

 

Leonardo con Oto Melara si muove verso il carro armato europeo Mgcs?

L’annuncio dei piani di riarmo della Germania, che ha stanziato 100 miliardi per rafforzare l’esercito in risposta all’invasione russa dell’Ucraina, hanno spinto le azioni delle aziende europee del settore difesa in settimana.

Secondo il Financial Times è probabile che il nuovo impegno tedesco nella difesa acceleri anche i piani per il programma di carro armato di prossima generazione franco-tedesco, Mgcs. Quest’ultimo è guidato da un consorzio composto dalla tedesca Rheinmetall, da Kmw e dalla francese Nexter.

Allo stesso tempo, “si manifesta l’esigenza dell’industria della Difesa di non restare entro i confini dei singoli Paesi ma di avere respiro europeo e si muove lo scacchiere delle aziende del settore, mentre diviene sempre più concreta la possibilità di creare un polo industriale europeo della Difesa” rileva il Sole 24 Ore. “Polo su cui sta ragionando da tempo il gruppo Leonardo e del quale potrebbe essere partner la divisione sistemi di difesa dell’azienda italiana, composta dalla spezzina Oto Melara e dalla livornese Wass (Whitehead Alenia Sistemi Subacquei), che potrebbero partecipare alla creazione di un grande gruppo europeo nei sistemi d’arma”, ipotizza il quotidiano confindustriale.

Tesi sostenuta anche dal Center for European Policy Analysis (Cepa). In un articolo di inizio febbraio, il think tank con sede a Washington sostiene che “il progetto Mgcs potrebbe trarre vantaggio dal coinvolgimento di altri paesi europei. Un paese con uno stretto interesse in questo è l’Italia, una potenza europea con una forte base industriale della difesa”. Anche l’Italia sta cercando la sostituzione del suo principale carro armato, l’Ariete, intorno al 2035, che coincide con la linea temporale Mgcs.

Tutti i dettagli.

L’INGRESSO DI LEONARDO NEL POLO DELLA DIFESA EUROPEO CON OTO MELARA E WASS

In un eventuale polo industriale europeo, “Leonardo, anziché limitarsi a cedere le due aziende e le rispettive tecnologie potrebbe partecipare al progetto, insieme a francesi e tedeschi, con una quota di minoranza, che potrebbe arrivare, secondo rumors di mercato, fino al 15%” evidenzia il Sole 24 Ore.

“Tra l’altro, con il conflitto in Ucraina, i valori azionari delle due controllate di Leonardo sono cresciuti e consentirebbero al gruppo di ottenere una valorizzazione della cessione senza alienare in toto le quote azionarie di Oto Melara e Wass” puntualizza il quotidiano confindustriale.

IL PROGRAMMA FRANCO-TEDESCO MGCS

Sta avanzando (lentamente) infatti il programma franco-tedesco per il carro armato di nuova generazione Mgcs.

A guida tedesca, Mgcs è una delle due collaborazioni tra Francia e Germania sulla difesa, che mira a sostituire entro il 2035 i Leclerc francesi e i Leopard 2 tedeschi.  Il programma è frutto della cooperazione tra Rheinmetall, KMW e Nexter Systems, lanciato nel 2017. Il secondo programma è il Future Combat Air System (Fcas), guidato dalla Francia, a cui ha aderito anche la Spagna.

Sia l’Italia sia la Polonia hanno ripetutamente chiesto di aderire al programma Mgcs, ma Parigi e Berlino hanno voluto mantenere il progetto esclusivamente bilaterale fino allo sviluppo di un prototipo.

Attualmente, il programma ha completato le prime due fasi e Francia e Germania hanno fin qui stanziato identici budget per coprire gli studi iniziali.

I BENEFICI DI UN’ADESIONE ITALIANA

Ma la guerra in Ucraina potrebbe rilanciare le opzioni di una maxi alleanza.
Secondo il Cepa, “a livello industriale, l’Italia può offrire capacità tecnologiche per rafforzare il prossimo carro armato europeo. Il possibile ingresso di Oto Melara e Wass nel progetto, fornendo sensori ed elettronica, potrebbe portare le competenze italiane direttamente nel progetto, dando voce anche all’Italia nella fase di sviluppo. Ne gioverebbe sia l’Italia che l’Europa in due modi”.

In primo luogo, sottolineano gli analisti del centro studi americano, “l’ingresso dell’Italia nel progetto con il Cio (il consorzio tra Leonardo con Oto Melara e Iveco Defence Vehicles) beneficerebbe di decenni di esperienza nello sviluppo di veicoli terrestri. In secondo luogo, rafforza ulteriormente il carattere europeo del progetto aggiungendo l’Italia come un altro contributo politico e industriale”.

Inoltre, come tutti i progetti multinazionali, ripartirebbe i costi di sviluppo, stimati in 1,8 miliardi di dollari fino al 2028.

L’INTEGRAZIONE DELLE CONTROLLATE OTO MELARA E WASS DI LEONARDO CON KNDS

Senza dimenticare che proprio il colosso franco-tedesco Knds ha fatto un’offerta per le controllate di Leonardo, Oto Melara e Wass. (Qui l’approfondimento di Startmag su Oto Melara, Wass e non solo. Tutte le possibili sinergie tra Italia e Germania).

Per il Sole 24 Ore, “un’integrazione di Oto Melara e Wass con Knds andrebbe appunto nella direzione di creare quel grande gruppo europeo integrato cui si è fatto cenno, leader nei sistemi d’arma e con una forte presenza industriale, tecnologica e societaria nei tre maggiori mercati (italiano, francese e tedesco). Un polo che avrebbe, tra l’altro, la capacità di soddisfare i requisiti per la realizzazione dei nuovi mezzi terrestri dell’esercito italiano e, al contempo, di guidare il programma del nuovo carro armato europeo”.

E Leonardo sta registrando aumenti in Borsa con conseguente valorizzazione di Oto Melara e Wass. Quindi il gruppo capeggiato da Alessandro Profumo potrebbe essere partner del gruppo senza dover cedere le sue controllate, ma semplicemente una quota. Ricordiamo che per le controllate di Leonardo avrebbe fatto un’offerta anche Fincantieri secondo fonti stampa. 

INGRESSO ANCHE DI IVECO DEFENCE

Infine, “l’Italia, mantenendo stabilimenti, tecnologie, personale specializzato e proprietà intellettuale dei suoi prodotti, guadagnerebbe un ruolo nel programma per il carro europeo e potrebbe ritagliarsi, al contempo, una mission industriale specifica, con responsabilità progettuali e di sviluppo di nuovi prodotti, nel campo dei mezzi da combattimento terrestre e nella loro commercializzazione” sottolinea il quotidiano confindustriale.

Dunque si delinea così per l’Italia, tramite Leonardo, la partecipazione al programma Mgcs con una quota del 15%. E prenderebbe vita così un polo europeo della Difesa.

“Il polo europeo potrebbe, inoltre, diventare il centro di attrazione di altre realtà come, ad esempio, Iveco Defence” conclude Il Sole 24 Ore.

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