skip to Main Content

Oto Melara Leonardo

Fincantieri sbanda su Oto Melara e Wass di Leonardo?

Leonardo, tutte le novità sulla vendita di Oto Melara e Wass tra nuove proposte sul tavolo (Rheinmetall) e interrogativi di Cdp sull'eventuale aumento di capitale per Fincantieri. Il nodo Esg

 

Si vivacizza la partita della vendita di Oto Melara e Wass,  le due controllate armamenti terrestri e navali messe in vendita da Leonardo per fare cassa.

Scade oggi, scrive il Sole 24 Ore, il termine per la presentazione di offerte di acquisto vincolanti a Leonardo. In realtà oggi non dovrebbero arrivare offerte a Rothschild, advisor dell’ex Finmeccanica, perché nella partita è entrato il governo che può usare il “golden power” e c’è un passaggio in Parlamento.

Come ha annunciato il ministro della Difesa Lorenzo Guerini (Pd) in Aula  a fine novembre l’esecutivo ha avviato un tavolo interminesteriale tra Mef, Mise e Difesa per seguire da vicino il processo di vendita.

Secondo il quotidiano confindustriale, “la vendita slitterà a dopo le feste, probabilmente a febbraio 2022. Mercoledì 22 dicembre alla Camera sono previste le audizioni nelle commissioni Difesa e Attività produttive degli ad di Leonardo, Alessandro Profumo e di Rheinmetall Italia, Alessandro Ercolani.

Nelle ultime ore il gruppo tedesco avrebbe manifestato in via informale al governo il proprio interesse su Oto Melara, in collaborazione con Fincantieri (di cui circolavano rumors già nei giorni scorsi). L’eventuale proposta di Rheinmetall Italia si affiancherebbe quindi alle proposte già manifestate da parte del consorzio franco-tedesco Knds (650 milioni) e della stessa Fincantieri (450 milioni, aumentabile a 550 milioni). Per l’offerta di Fincantieri, gruppo controllato da Cdp Equity con il 71,32%, si parla infatti della necessità di un aumento di capitale sostenuto dal suo principale azionista Cdp.

Riguardo il colosso della cantieristica di Trieste, il Sole 24 Ore riporta anche che Cdp non avrebbe fatto ancora alcuna valutazione formale su un’operazione di aumento di capitale.

Inoltre il focus di Cdp sarebbe invece più sugli investimenti Esg.

E a questo proposito, ieri il gruppo di Piazza Monte Grappa ha sottoscritto una linea di credito Term Loan ESG-linked di importo pari a 600 milioni.

Tuttavia, proprio i criteri Esg adottati dalla banche rendono più difficili i finanziamenti ai gruppi della Difesa ha sottolineato MF nell’intervista a Profumo.

Tutti i dettagli.

L’INGRESSO DI RHEINMETALL NELLA PARTITA DELLA VENDITA DI OTO MELARA E WASS DA PARTE DI LEONARDO

Secondo il Sole 24 Ore, Rheinmetall ha prospettato una jv per il coinvolgimento di Oto Melara sui programmi dei nuovi carri armati (Aifv e Mgcs).

Ricordiamo che anche il consorzio franco-tedesco Knds garantirebbe “la piena occupazione e addirittura l’aumento dei posti negli stabilimenti Oto di La Spezia e Brescia” attraverso due programmi militari di respiro europeo. Ovvero l’Mgcs, il progetto di carro armato europeo d’iniziativa franco-tedesca e il veicolo cingolato da combattimento IFV.

IL RAPPORTO CON FINCANTIERI

Tra le opzioni allo studio ci sarebbe il coinvolgimento di Fincantieri che attraverso una newco procederebbe ad un’alleanza con Rheinmetall (con cui già dialoga per l’acquisizione dei cantieri tedeschi ThyssenKrupp Marine Systems).

Una soluzione gradita quindi al gruppo navale guidato da Giuseppe Bono, ma meno ad Alessandro Profumo.

NON GRADITO A LEONARDO

Come sottolinea il Sole 24 Ore, la scelta di Rheinmetall non sarebbe gradita a Leonardo, in quanto competitor di Hensoldt (di cui l’ex Finmeccanica ha acquisito il 25% lo scorso aprile).

Il colosso della difesa tedesco realizza infatti cingolati da combattimento ma anche apparati elettronici.

In concorrenza quindi con Leonardo che “vuole riservarsi un ruolo di fornitore di elettronica alle aziende da dismettere”.

FOCUS SUGLI INVESTIMENTI ESG

Sull’esito della partita c’è anche la questione dell’offerta di Fincantieri, sostenuta o meno da Cdp.

Se la scorsa settimana Reuters e Bloomberg riferivano che il gruppo guidato da Bono gode del sostegno del suo maggiore azionista Cdp per un aumento di capitale che gli consentirebbe di presentare un’offerta per la cessione dell’ex Oto Melara e Wass, oggi il Sole 24 Ore non ne è così convinto.

“Cdp non ha fatto alcuna valutazione di una simile operazione, che non sembra rientri tra gli obiettivi del piano industriale di Scannapieco, che enfatizza gli investimenti Esg”, ha sottolineato Gianni Dragoni del quotidiano confindustriale.

LA LINEA SOTTOSCRITTA DALL’EX FINMECCANICA

Nel frattempo, proprio ieri Leonardo ha sottoscritto, con un club di banche nazionali e internazionali, una a linea di credito Term Loan Esg-linked di importo pari a 600 milioni, con una durata di 5 anni e con scadenza ad inizio 2027, finalizzata al rimborso di un prestito obbligazionario in scadenza a gennaio 2022.

LEGATA A QUELLA DELLO SCORSO OTTOBRE

La linea di credito si lega a specifici indicatori ESG – inclusi nella Revolving Credit Facility ESG-linked (RCF-ESG) sottoscritta lo scorso 7 ottobre.

La RCF è stata sottoscritta da 26 banche, determinando una oversubscription con committment totali di oltre 4,4 miliardi di euro. Si tratta del 185% dell’importo richiesto, aveva segnalato Profumo al Sole 24 Ore.

COSA LAMENTA PROFUMO

“Con la sottoscrizione di questa linea di credito, il 50% delle fonti di finanziamento di Leonardo è ESG-linked a conferma del nostro impegno per la sostenibilità, parte integrante del Piano Industriale e del sistema di incentivazione di Leonardo, e per la finanza sostenibile” ha commentato Alessandro Profumo, ad di Leonardo.

Eppure, proprio “i criteri Esg adottati dalla banche rendono più difficili i finanziamenti ai gruppi della Difesa” ha sottolineato Milano Finanza. Ma “la Difesa è fondamentale per la sicurezza e a sua volta la sicurezza è un presupposto della sostenibilità” ha evidenziato Profumo in un’intervista a Mf.

Back To Top